giovedì 1 dicembre 2011

Punto focale

Faceva molto freddo. Anche passeggiando avanti e indietro sul marciapiede non riusciva comunque a scaldarsi, per lo meno tenendosi in movimento evitava di pensarci.
L’autobus che lo doveva portare dal meccanico per ritirare l’auto era in ritardo. Jerry era perfino uscito prima, come suo solito, nella speranza di intercettare il precedente, magari in ritardo anche lui.
Guardandosi in giro si accorse del cimitero li vicino. Erano anni che non ci metteva piede, da quel giorno che c'era stato il funerale del padre di un suo amico ormai perso di vista.
Spostandosi un pochino più avanti scorse il parco adiacente. Con un sorriso amaro si rivide da ragazzo quando trascorse alcuni momenti molto caldi con la sua ex.
Un senso di disagio lo fece girare dall’altra parte, dove sull’altro marciapiede stava passando il Jighen, un suo vecchio amico che giocava a pallone con lui. Jerry lo salutò con un cenno del capo per non togliere le mani dalle tasche. Anche Jighen lo ricambiò ma lui sembrava non avesse problemi di freddo perché sventolava con entusiasmo la mano.
Lo sguardo di Jerry si mosse sempre più curioso finché non vide il campetto dell'oratorio dove da bambino iniziò a tirare i primi calci al pallone facendo finta di essere un calciatore professionista.
Quanti pomeriggi e sere passate a rincorrere un pallone...
La nostalgia per quei giorni spensierati lo costrinse a distogliere lo sguardo dal verde maculato di marrone del prato. Ma fu come cadere dalla padella nella brace. Vide infatti la stanza al secondo piano nell'edificio dell'oratorio. Fu quello il motivo che lo convinse ad abbandonare i suoi sogni di gloria calcistica per abbracciare l'idea di diventare una rock star con il gruppo di amici, cresciuti abbastanza come lui per poter reggere il peso di una chitarra elettrica.
Anche quei giorni erano passati da anni e Jerry non sognava più di vivere come un chitarrista famoso per i suoi virtuosismi. I vecchi amici ormai erano dispersi su altre strade. Si erano sposati tutti ed avevano anche dei bambini.
Jerry invece continuava a rimanere da solo. Passando da una storia all'altra cercava di riempire il vuoto che sentiva dentro. Ogni settimana si inventava qualche nuova attività culturale o sportiva da fare. Si teneva sempre attivo. Si manteneva sempre giovane.
Dove si trovava ora?
Guardandosi dentro si rese conto di essere finito in un punto focale della sua memoria. Rivedendo tutti quei ricordi concentrati capì che ora, a quarant'anni, stava ancora facendo finta di essere un ragazzino. Senza rendersene conto era diventato grande ma aveva continuato a vivere fuori dal suo contesto temporale.
Quante occasioni aveva perso?
Un forte rumore ed una nuvola di scarico diesel lo investirono. L'autobus era arrivato ad interrompere i suoi pensieri. Salendo gli scalini Jerry pensò che forse sarebbe stato meglio non perdere anche quell'autobus.

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