Faceva
molto freddo. Anche passeggiando avanti e indietro sul marciapiede non
riusciva comunque a scaldarsi, per lo meno tenendosi in movimento
evitava di pensarci.
L’autobus
che lo doveva portare dal meccanico per ritirare l’auto era in ritardo.
Jerry era perfino uscito prima, come suo solito, nella speranza di
intercettare il precedente, magari in ritardo anche lui.
Guardandosi
in giro si accorse del cimitero li vicino. Erano anni che non ci
metteva piede, da quel giorno che c'era stato il funerale del padre di
un suo amico ormai perso di vista.
Spostandosi
un pochino più avanti scorse il parco adiacente. Con un sorriso amaro
si rivide da ragazzo quando trascorse alcuni momenti molto caldi con la
sua ex.
Un
senso di disagio lo fece girare dall’altra parte, dove sull’altro
marciapiede stava passando il Jighen, un suo vecchio amico che giocava a
pallone con lui. Jerry lo salutò con un cenno del capo per non togliere
le mani dalle tasche. Anche Jighen lo ricambiò ma lui sembrava non
avesse problemi di freddo perché sventolava con entusiasmo la mano.
Lo sguardo di Jerry si mosse sempre più curioso finché non vide il
campetto dell'oratorio dove da bambino iniziò a tirare i primi calci al
pallone facendo finta di essere un calciatore professionista.
Quanti pomeriggi e sere passate a rincorrere un pallone...
La
nostalgia per quei giorni spensierati lo costrinse a distogliere lo
sguardo dal verde maculato di marrone del prato. Ma fu come cadere dalla
padella nella brace. Vide infatti la stanza al secondo piano
nell'edificio dell'oratorio. Fu quello il motivo che lo convinse ad
abbandonare i suoi sogni di gloria calcistica per abbracciare l'idea di
diventare una rock star con il gruppo di amici, cresciuti abbastanza
come lui per poter reggere il peso di una chitarra elettrica.
Anche
quei giorni erano passati da anni e Jerry non sognava più di vivere
come un chitarrista famoso per i suoi virtuosismi. I vecchi amici ormai
erano dispersi su altre strade. Si erano sposati tutti ed avevano anche
dei bambini.
Jerry
invece continuava a rimanere da solo. Passando da una storia all'altra
cercava di riempire il vuoto che sentiva dentro. Ogni settimana si
inventava qualche nuova attività culturale o sportiva da fare. Si teneva
sempre attivo. Si manteneva sempre giovane.
Dove si trovava ora?
Guardandosi
dentro si rese conto di essere finito in un punto focale della sua
memoria. Rivedendo tutti quei ricordi concentrati capì che ora, a
quarant'anni, stava ancora facendo finta di essere un ragazzino. Senza
rendersene conto era diventato grande ma aveva continuato a vivere fuori
dal suo contesto temporale.
Quante occasioni aveva perso?
Un
forte rumore ed una nuvola di scarico diesel lo investirono. L'autobus
era arrivato ad interrompere i suoi pensieri. Salendo gli scalini Jerry
pensò che forse sarebbe stato meglio non perdere anche quell'autobus.
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