Venerdì
è l'ultimo giorno della settimana culturale, per questo motivo gli ho
riservato un bel programma: la visita al museo della scienza e della
tecnica ed il giro guidato all'interno del sottomarino Toti.
Al museo ci era già stato da bambino, alle elementari.
E' cambiato tantissimo!
Il
museo è stato ampliato moltissimo e quasi io e Lucetta ci perdiamo a
girare tra gli ampi corridoi in cui sono esposti i modellini realizzati
basandosi sui disegni del codice atlantico di Leonardo.
Quello
che è rimasto uguale è il padiglione dei treni con la ricostruzione di
una stazione ferroviaria dell'800. Quando ero piccolo la trovai molto
più interessante, ora meno. Forse perché i treni sono aumentati? O forse
perché mi sono sembrati tutti ammassati sui binari uno dietro l'altro?
Comunque le vecchie locomotive a vapore sono sempre bellissime.
Il
pezzo forte della giornata però rimane il sottomarino Toti. Erano
cinque anni che volevo vederlo ed ora finalmente ci siamo riusciti!
Partendo
dal fondo del sommergibile si entra nella sala motori, Iannuzzu e
Turiddu, motori diesel della Fiat , identificavano anche i due lati del
sottomarino separati dal corridoio, il lato destro era il lato Turiddu,
il sinistro il lato Iannuzzu. Questi motori servivano solo da generatori
per ricaricare le 112 batterie che davano vita al sottomarino, infatti
la loro durata era di circa otto o dieci ore e per ricaricarle si doveva
riemergere a prendere l’aria necessaria a far bruciare il diesel nei
motori.
Gli
spazi sono proprio angusti ma rendono bene l'idea della vita che si
faceva a bordo: bagno, per tutto l’equipaggio, sala radar e sala sonar
sono tutte all’interno di circa sei o sette metri quadri.
La
plancia era uno stanzino dove al massimo ci potevano stare circa cinque
o sei persone, un po' stipate. Un rapido sguardo al periscopio, ancora
perfettamente funzionante, e poi ci spostiamo nella cucina, un
bugigattolo molto simile ai baracchini mobili dei venditori di hot dog,
ma più piccolo. Proprio di fronte ad essa c'era la cabina del
comandante, una brandina separata da una semplice tendina dal resto
della nave.
C'era
poi la zona dormitorio che ospitava i famosi letti caldi, infatti ogni
marinaio non aveva un suo letto ma lo condivideva con tutti: quando uno
lavorava per quattro ore l'altro riposava per quattro ore.
L'unico
sanitario per la pulizia personale era un piccolissimo lavandino
nascosto dietro uno dei tubi di lancio dei siluri, che tra l'altro erano
usati praticamente come dispensa per acqua e cibo.
La stessa zona notte era anche usata come sala da pranzo o sala di svago.
Quando
le missioni erano più lunghe di un giorno i marinai dovevano comunque
tenere un fuso orario pari a quello in cui navigano, così per
distinguere il giorno dalla notte utilizzavano le luci: di giorno luci
bianche, di notte quelle rosse, che non erano riservate alle situazioni
di combattimento come si vede nei film.
Il
Toti comunque era un sottomarino spia, per cui non dovrebbe aver mai
partecipato a dei combattimenti, soprattutto perché è stato varato nel
1968 e ritirato nel 1999, periodo di pace.
Il
viaggio si conclude con uno sguardo all'esterno ed in particolare ad i
due sonar, quello attivo che non veniva praticamente mai usato e quello
passivo che serviva a rilevare le altre imbarcazioni.
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