La mattina arriva con la conferma delle scottature prese il giorno prima a Limionas.
Dato che anche il cielo è piuttosto nuvoloso andiamo a visitare il sito archeologico di Askleipion.
Questo era un tempio dedicato al dio Askleipio, figlio di Apollo, che curava la gente. In realtà Askleipio pare che fosse un personaggio realmente esistito e considerato un eroe in Tessalonia. Costui, che possedeva smisurate capacità curative, col tempo è stato mitizzato e sono nati i templi a lui dedicati, gli Asklipiei appunto.
In questi luoghi di culto la gente veniva per curarsi e in alcuni casi per chiedere asilo politico. La medicina ed il metodo curativo al tempo dei greci era completamente differente da come lo conosciamo oggi: la gente veniva accolta nelle stanze del primo terrazzo, per qualche giorno veniva sottoposta a cure, diete, fisioterapie e preparazione spirituale finché non erano fisicamente e spiritualmente pronti.
Dopo questo primo passaggio venivano fatti accedere al secondo terrazzo dove bruciavano delle offerte sull'altare del dio Askleipio. In fine venivano drogati e fatti sdraiare supini per ricevere la cura dalla terra. A quel punto compariva un sacerdote che, impersonificando il dio, gli dava la diagnosi e la cura che doveva riferire poi ai sacerdoti stessi. In fine veniva fatto accedere alle stanze dell'ultimo terrazzo dove gli veniva somministrata la cura.
Tutto questo fino all'avvento di Ippocrate, il padre della medicina moderna che, anch'egli medico e sacerdote dell'Askleipion di Kos, iniziò a raccogliere e ad analizzare tutti i casi di malattie in modo che dai sintomi si potesse riconoscere il problema: ricordo, metodo, cura. Ippocrate, oltre al giuramento, che ancora oggi ogni medico deve sostenere per poter professare, introdusse il concetto dell'etica morale. Inoltre poco a poco insegnò alle nuove generazioni il fatto che la malattia non fosse più una punizione degli dei.
Nel frattempo il cielo sopra il tempio si è schiarito, così ci dirigiamo verso le spiagge di Agios Focas, quando ci arriviamo però le nuvole, con l'aiuto di un vento fortissimo, tornano a braccarci rendendoci impossibile scendere in spiaggia.
Ci rechiamo allora alle terme di Empros, dove il gas scalda l'acqua fino a quaranta gradi, in barba al vento e alle nuvole!
Via dalle terme ci dirigiamo per l'ennesima volta dall'altra parte dell'isola per visitare il paesino dal nome Kefalos.
Posizionato sull'altura che domina la baia di Agios Stefanos, gode di una bella vista sul mare e sulle colline circostanti. Il paesino ha un'aria molto sonnolenta, nel senso che nonostante siano le cinque di pomeriggio i negozi iniziano ad aprire ora e in giro ci sono solo gatti ed un paio di anziane signore vestite completamente di nero, foulard compreso.
Più che un tipico paesino greco, Kefalos ha un sapore e un'aria molto simile a quello che era l'Oca di Trevi negli anni 70.
Tornati in albergo, all'ora di cena usciamo e incrociamo Roberto e Federica, i ragazzi di Torino con i quali riusciamo finalmente a trovare la mitica taverna Alexandros, buona ed economica.
Per arrivarci Roberto e Federica ci insegnano la strada che passa proprio per il bellissimo centro dove c'è un altro foro grandissimo, una chiesetta molto carina e un mercatino coperto nel quale si possono acquistare frutta, dolci e sfiziosità varie. Passiamo il resto della serata a parlare con loro, sono proprio simpatici.
Dato che anche il cielo è piuttosto nuvoloso andiamo a visitare il sito archeologico di Askleipion.
Questo era un tempio dedicato al dio Askleipio, figlio di Apollo, che curava la gente. In realtà Askleipio pare che fosse un personaggio realmente esistito e considerato un eroe in Tessalonia. Costui, che possedeva smisurate capacità curative, col tempo è stato mitizzato e sono nati i templi a lui dedicati, gli Asklipiei appunto.
In questi luoghi di culto la gente veniva per curarsi e in alcuni casi per chiedere asilo politico. La medicina ed il metodo curativo al tempo dei greci era completamente differente da come lo conosciamo oggi: la gente veniva accolta nelle stanze del primo terrazzo, per qualche giorno veniva sottoposta a cure, diete, fisioterapie e preparazione spirituale finché non erano fisicamente e spiritualmente pronti.
Dopo questo primo passaggio venivano fatti accedere al secondo terrazzo dove bruciavano delle offerte sull'altare del dio Askleipio. In fine venivano drogati e fatti sdraiare supini per ricevere la cura dalla terra. A quel punto compariva un sacerdote che, impersonificando il dio, gli dava la diagnosi e la cura che doveva riferire poi ai sacerdoti stessi. In fine veniva fatto accedere alle stanze dell'ultimo terrazzo dove gli veniva somministrata la cura.
Tutto questo fino all'avvento di Ippocrate, il padre della medicina moderna che, anch'egli medico e sacerdote dell'Askleipion di Kos, iniziò a raccogliere e ad analizzare tutti i casi di malattie in modo che dai sintomi si potesse riconoscere il problema: ricordo, metodo, cura. Ippocrate, oltre al giuramento, che ancora oggi ogni medico deve sostenere per poter professare, introdusse il concetto dell'etica morale. Inoltre poco a poco insegnò alle nuove generazioni il fatto che la malattia non fosse più una punizione degli dei.
Nel frattempo il cielo sopra il tempio si è schiarito, così ci dirigiamo verso le spiagge di Agios Focas, quando ci arriviamo però le nuvole, con l'aiuto di un vento fortissimo, tornano a braccarci rendendoci impossibile scendere in spiaggia.
Ci rechiamo allora alle terme di Empros, dove il gas scalda l'acqua fino a quaranta gradi, in barba al vento e alle nuvole!
Via dalle terme ci dirigiamo per l'ennesima volta dall'altra parte dell'isola per visitare il paesino dal nome Kefalos.
Posizionato sull'altura che domina la baia di Agios Stefanos, gode di una bella vista sul mare e sulle colline circostanti. Il paesino ha un'aria molto sonnolenta, nel senso che nonostante siano le cinque di pomeriggio i negozi iniziano ad aprire ora e in giro ci sono solo gatti ed un paio di anziane signore vestite completamente di nero, foulard compreso.
Più che un tipico paesino greco, Kefalos ha un sapore e un'aria molto simile a quello che era l'Oca di Trevi negli anni 70.
Tornati in albergo, all'ora di cena usciamo e incrociamo Roberto e Federica, i ragazzi di Torino con i quali riusciamo finalmente a trovare la mitica taverna Alexandros, buona ed economica.
Per arrivarci Roberto e Federica ci insegnano la strada che passa proprio per il bellissimo centro dove c'è un altro foro grandissimo, una chiesetta molto carina e un mercatino coperto nel quale si possono acquistare frutta, dolci e sfiziosità varie. Passiamo il resto della serata a parlare con loro, sono proprio simpatici.
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