Al mattino presto ripartiamo belli riposati. Oggi salutiamo l'Olanda e torniamo in Belgio, destinazione Brugge.
Ci aspettano 233 km di pioggia, traffico e qualche discussione provocata dal fatto che a causa del mio caratteraccio continuavo ad offendermi ogni volta che vedevo Lucetta assumere la posizione anti urto e aggrapparsi con tutte le forze a maniglie e cruscotto non appena notava un'auto, un camion o una moto mettere la freccia per superare.
Per fortuna a Brugge l'atmosfera cambia completamente: il sole riappare assieme al nostro buon umore e noi troviamo subito il piccolo albergo che si affaccia su un canale. Vista stupenda. Iniziamo subito ad esplorare le stradine da cui spuntano ovunque case antiche.
La città, è rimasta fossilizzata così com’è nell'aspetto, fin dal medioevo in quanto dopo essere stata per secoli un importante centro di scambi commerciali, è praticamente diventata una città fantasma in seguito all'insabbiamento del fiume che la bagnava e le portava il commercio.
È dunque rimasta così congelata nel tempo fino a oggi, riscoperta come meta turistica, avvenimento che l'ha rivitalizzata.
Il centro non è grande ma le vie sono talmente intricate e ricche da percorrere che ci si perde facilmente, sia col corpo che con la mente.
Appena prima di cena ci facciamo arruolare nell'ultimo giro in battello sui canali.
La guida non parla italiano ma non sarebbe comunque servito: gli altoparlanti del battello sono così malandati da essere meno comprensibili di quelli della stazione centrale di Milano all'ora di punta. Per di più il sedile è piuttosto scomodo e stretto a causa di una signora che occupa tre posti con la sua borsa…
Il giro è comunque molto bello e suggestivo, tocca diversi punti nascosti del centro che difficilmente avremmo potuto raggiungere a piedi senza stancarci moltissimo.
Dopo mezz'ora di navigazione sbarchiamo soddisfatti e iniziamo l'estenuante ricerca di Poules Moules, un ristorante consigliato da alcuni siti internet per la bontà delle sue cozze, dette anche Mousseles. Dopo averlo trovato e aver consumato il famoso piatto, niente di eccezionale, del salmone, buono, e un bel piatto di patatine fritte, ottime visto che le hanno inventate qui, andiamo a vedere Brugge di notte.
Con meno luce, e meno gente, l'atmosfera medioevale in cui ci addentriamo è ancora più densa e reale.
Perdersi su queste strada mi è quasi famigliare, come se conoscessi ogni angolo, ogni vicolo e ogni ponte da sempre. Se un giorno diventassi uno scrittore ricco e famoso potrei comprare casa qui... Credo mi sarebbe di grande ispirazione.
Ci aspettano 233 km di pioggia, traffico e qualche discussione provocata dal fatto che a causa del mio caratteraccio continuavo ad offendermi ogni volta che vedevo Lucetta assumere la posizione anti urto e aggrapparsi con tutte le forze a maniglie e cruscotto non appena notava un'auto, un camion o una moto mettere la freccia per superare.
Per fortuna a Brugge l'atmosfera cambia completamente: il sole riappare assieme al nostro buon umore e noi troviamo subito il piccolo albergo che si affaccia su un canale. Vista stupenda. Iniziamo subito ad esplorare le stradine da cui spuntano ovunque case antiche.
La città, è rimasta fossilizzata così com’è nell'aspetto, fin dal medioevo in quanto dopo essere stata per secoli un importante centro di scambi commerciali, è praticamente diventata una città fantasma in seguito all'insabbiamento del fiume che la bagnava e le portava il commercio.
È dunque rimasta così congelata nel tempo fino a oggi, riscoperta come meta turistica, avvenimento che l'ha rivitalizzata.
Il centro non è grande ma le vie sono talmente intricate e ricche da percorrere che ci si perde facilmente, sia col corpo che con la mente.
Appena prima di cena ci facciamo arruolare nell'ultimo giro in battello sui canali.
La guida non parla italiano ma non sarebbe comunque servito: gli altoparlanti del battello sono così malandati da essere meno comprensibili di quelli della stazione centrale di Milano all'ora di punta. Per di più il sedile è piuttosto scomodo e stretto a causa di una signora che occupa tre posti con la sua borsa…
Il giro è comunque molto bello e suggestivo, tocca diversi punti nascosti del centro che difficilmente avremmo potuto raggiungere a piedi senza stancarci moltissimo.
Dopo mezz'ora di navigazione sbarchiamo soddisfatti e iniziamo l'estenuante ricerca di Poules Moules, un ristorante consigliato da alcuni siti internet per la bontà delle sue cozze, dette anche Mousseles. Dopo averlo trovato e aver consumato il famoso piatto, niente di eccezionale, del salmone, buono, e un bel piatto di patatine fritte, ottime visto che le hanno inventate qui, andiamo a vedere Brugge di notte.
Con meno luce, e meno gente, l'atmosfera medioevale in cui ci addentriamo è ancora più densa e reale.
Perdersi su queste strada mi è quasi famigliare, come se conoscessi ogni angolo, ogni vicolo e ogni ponte da sempre. Se un giorno diventassi uno scrittore ricco e famoso potrei comprare casa qui... Credo mi sarebbe di grande ispirazione.
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