giovedì 20 agosto 2015

VILLA D'ESTE – TIVOLI – VILLA ADRIANA


Finalmente dopo tanto tempo, si riprende a girovagare per siti archeologici. Quale migliore occasione se non Ferragosto?
Con un tempo incerto, cielo quasi coperto e minaccia di pioggia, molto inusuale per Roma, partiamo alla volta di Tivoli.
Ad una trentina di chilometri ad est di Roma, sopra una collina da cui si gode una splendida vista, c'è questa cittadina, un po' turistica, soprattutto nel centro, un po' da scoprire con quei suoi vicoli, case antiche, chiese e soprattutto ville.
La prima tappa del giorno è villa d'Este, la residenza che Ippolito secondo, figlio di Lucrezia Borgia, si è fatto costruire sui resti di un vecchio convento.
La villa è molto grande e sontuoso, soprattutto le stanze che si affacciano sul giardino, sono affrescate in maniera spettacolare. Ci sono anche delle pitture grottesche, ovvero affreschi simili a quelli romani che i pittori dell'epoca tentavano di copiare lo stile calandosi nelle grotte. Da qui il termine pitture grottesche. Ma quelle non erano grotte! Erano case romane scoperte quasi per caso, su cui muri c’erano gli affreschi con il tipico rosso pompeiano che li incorniciava.
Il giardino è immenso, per cui lasciamo le stanze per ultime. Solo quando sono all’aperto inizio a sentire che qualcosa non va. Una sensazione famigliare, ma spiacevole.
Sono tornati!
I calcoli son tornati!


Dopo due anni di latitanza rieccoli pronti a villeggiare nei mie reni, nonostante non abbiano prenotato. Avranno preso un last minute.
Molto lentamente e con la giusta precauzione, inizio a bere tanta acqua ed esploriamo i vicoli, le scalinate e soprattutto le fontane. C’è la via delle cento fontane, molto bella con le sue cento bocche di animali incorniciate dalla vegetazione.
Poi c’è la fontana di Nettuno, dell’Ovato, del Pegaso, dei quattro Draghi, della civetta, di Proserpina. Giriamo tra le fontane fino alla fine delle grandi vasche centrali, poi alle 14:30 torniamo verso l’alto per l’appuntamento con la fontana dell’organo.
Molto scenografica.
All’orario prestabilito le porticine si aprono per lasciar illuminare dal sole l’organo che inizia a suonare grazie ad un meccanismo ad acqua.


Bello, nel 1500, ora non fa molta scena, se non che è un meccanismo automatico del 1500. Archeologicamente parlando è uno spettacolo.
Dopo il concertino, che ha radunato la piccola folla di turisti presenti in quel momento nei giardini, andiamo a vedere le ultime fontane che ci mancano. Arriviamo a quella che secondo me e Cassandra è la più bella: la fontana della Rometta. Una piccola rappresentazione della Roma del 1500. Veramente bella.
Terminiamo la visita con le stanze dell’appartamento nobile, tutte magnificamente affrescate. Per certi versi sembra di essere tornati in alcuni appartamenti dei musei vaticani.
La giornata però è lunga. Sempre con molta calma, e bevendo molta acqua, ci incamminiamo per la chiesa di San Silvestro. Si trova fuori della zona turistica, dove i vicoli si restringono cercando di nascondere degli scorci da borgo medievale, che invece ne sono impreziositi. Arriviamo a San Silvestro, una chiesa dell'XI secolo e torniamo a prendere la macchina. Nel frattempo i dolori si sono attenuati.
Ci dirigiamo alla meta che sogno da diverso tempo ormai: Villa Adriana.
La residenza privata dell'imperatore non è una semplice villa, è praticamente una piccola città.
Costruita su una superficie di circa 120 ettari, aveva decine di edifici, giardini, piscine, terme, templi, teatri, e chissà quanto altro. Tutto magnificamente decorato con tesori artistici e architettonici, all'avanguardia per l'epoca.
L'ingresso attraverso il grande muro di spina che ancora oggi resiste, porta alla grande vasca del Pecile. In realtà le mura, costruite con la tecnica opus reticolatum come quasi tutti gli edifici della villa, circondavano la vasca ed erano parte di un edificio rettangolare con un portico sostenuto da delle colonne che si affacciava sulla vasca.


Girando sette volte attorno alla vasca, si percorrono due miglia, circa tre chilometri, ovvero esattamente la misura della passeggiata postprandiale della medicina romana.
Quattro passi per digerire.
Poi dipende da che te magni eh.
Seguendo il percorso, ci siamo scaricati un audio guida con mappa, tutto gratuiti eh, arriviamo all'edificio con tre esedre. Da qui ci spostiamo verso sud, passando accanto alle strade inferiori, ancora molto ben conservate. Queste giravano attorno alla base del Pecile e portavano a quelle che sono state definite le Cento Camerelle. Probabilmente era la strada usata da servitori, fornitori e soldati. Le Cento Camerelle infatti dovevano essere il magazzino della villa e stavano al livello inferiore come la strada.


Spostandoci verso il bordo si vedono ancora molto bene.
Di fronte ad esse c'è l'Antinoeion, il monumento dedicato ad Antinoo, che l'imperatore aveva iniziato a far costruire per il suo "compagno" affogato nelle acque del Nilo, ma che non riuscì a completare.
Continuiamo e costeggiamo le piccole terme e poi le grandi terme, ma non le visitiamo e le teniamo per dopo. Saliamo invece dietro all’acquarium e proseguiamo tra gli ulivi verso la Rocca bruna, un grande edificio distaccato dalla villa. Il motivo di questa lontananza è presto detto: veniva utilizzato principalmente come osservatorio stellare.
Non è rimasto molto dell’edificio originale e, a parte una bella vista dalla sua sommità, non c’è molto da ammirare.


Torniamo indietro e arriviamo ad uno dei pezzi forte della villa: il Canopo. Cassandra mi fa notare che il nome è curiosamente riconducibile all’Egitto, perfino io ricordo i vasi canopi dove venivano messi gli organi dei defunti dopo la mummificazione. Difatti il Canopo dovrebbe rappresentare il canale che collegava Alessandria d’Egitto all'omonima città sul delta del Nilo.
Come molti degli edifici costruiti qui, Adriano volle riprodurre, omaggiare, a modo suo, le conquiste, le culture, che facevano parte del suo impero. Il Canopo è una grandissima vasca, situata in una stretta valle sormontata dai tipici pini marittimi, ancora più ampia e lunga del Pecile.
Nella parte da dove si arriva ci sono, sotto le colonne, le statue di Atena, Ares, Hermes e due amazzoni ferite.


Ci sono anche altre due statue, ma non sono state posizionate attorno alla vasca, sono le personificazioni dei fiumi Nilo e Tevere.
Circondata da alcune colonne, vicino al bordo, lungo il camminamento, ci sono le statue di quattro cariatidi e di due sileni. Le statue sono tutte riproduzioni, le originali, quelle non saccheggiate nei secoli, sono in mostra all’acquarium. In ogni caso l’effetto ottenuto è comunque molto scenografico.
Cassandra, anche se fa parte di un altro ordine, quello delle Trite cariatidi, conosce a memoria i nomi e le storie delle quattro statue delle cariatidi, ma non essendo io parte dell’ordine, non me ne ha rivelata manco una. Sta ‘mpunita.
In fondo al canopo c’è una grande struttura a volta detto Serapeo, dove venivano tenuti i banchetti estivi. Non oso immaginare cosa doveva essere cenare in questa cornice, forse non c’è mai stato un luogo così emozionante ed affascinante, almeno per un appassionato di storia come me. Ho detto appassionato, non esperto eh.
Saliamo anche ad ammirare il Canopo dall’alto del Serapeo e la vista sembra perfino migliorare. Che spettacolo, sono passati duemila anni e ancora incanta.
Scendiamo e passiamo accanto alla riproduzione della statua del coccodrillo che fa la guardia alla vasca. Riproduzione in condizioni davvero pessime.
Vorremmo visitare l'acquarium per ammirare le statue originali e altri reperti ma lo teniamo per dopo, così ci rechiamo alla destra del Canopo salendo a vedere il Pretorio: una grande costruzione di tre piani che ai livelli inferiori dovevo fungere da magazzino, mentre ai livelli più alti c'erano gli alloggi dei pretoriani e dei servi che lavorano alla villa.


Li accanto c'erano le grandi terme, un edificio grandissimo per essere parte del complesso di una villa. Potevano ospitare, con tutti i suoi ambienti sudatio, calidarium, tepidarium, frigidarium, piscine per la natatio e la palestra, fino a duemila persone.
Dal mosaico molto semplice dai soli colori bianco e nero, si capiva che queste erano le terme solo per soldati e servitori.
Li vicino c'erano poi le piccole terme, purtroppo oggi chiuse al pubblico. Dalla ricchezza e raffinatezza delle decorazioni si pensa che fosse frequentata dall'entourage dell'imperatore, circa duecento persone.
Sopra le piccole terme c'è il ninfeo stadio, di cui riusciamo a vedere solo le fondamenta. Esso confina con l'edificio dalle tre esedre da una parte e l'edificio con Pescheria dall'altra.
Questo era un grande palazzo collegato ad un portico sostenuto da colonne che circondavano una vasca centrale di forma rettangolare.
Pare fosse la residenza invernale dell'imperatore perché oltre ad avere quaranta stanze tutte riscaldate, era adornata in modo sontuoso con opus sectile e mosaici ovunque. È un edificio complesso con piani inferiori e superiori, criptoportici e una grande sala per i banchetti. Purtroppo non riesco ad immaginare come doveva essere, ciò che rimane non solletica la mia immaginazione a sufficienza... Oppure sto iniziando ad andare in overdose di archeologia?
Subito fuori del palazzo c'era la caserma dei vigili. Mica piccolo anche questo edificio eh.
Troviamo anche le prime terme costruite, quelle Helio Camino.
C'è poi l'edificio con i pilastri dorici, una grande struttura di collegamento tra i vari ambienti della villa. Molto bello ciò che rimane del portico con pilastri scanalati.




Guardandoli bene mi accorgo che, pur essendo da ammirare, non sono del tutto originali. Diverse parti sono in cemento. Mi viene in mente una polemica che in questi giorni sta infiammando l'opinione popolare su un restauro del foro al centro di Roma: anastilosi. Credo sia proprio quello che hanno fatto qui con la ricostruzione dei pilastri.
È giusto?
Non è uno scempio sporcare la storia con il cemento?
Non lo so, ciò che vedo qui però è molto suggestivo... Forse perché discreto... Forse perché io sono solo un profano...
Non lo so.
Scendiamo al limite estremo sud della villa per trovare la piazza d'oro.
Pare fosse uno dei luoghi più ricchi e magnifici della villa, i mosaici e gli opus sectile che spuntano qua e la lo testimoniano. Purtroppo a partire dal 500 è stato uno dei luoghi preferiti per le spoliazioni.


La grande vasca centrale era circondata da giardini, aiuole e un portico a doppia navata che rendeva gli ambienti molto ampi. Probabilmente questo era una struttura dalle funzioni pubbliche, fatta per impressionare gli ospiti con la ricchezza, i giochi d'acqua e l'atmosfera.
Sotto la piazza d'oro ci sarebbe anche l'arena dei gladiatori, ma fa parte dell'area non accessibile.
Ci sono infatti ancora così tante cose da scavare e scoprire che gli ettari visitabili sono meno della metà di quella che una volta era la villa intera. Non oso immaginare cosa potrebbe esserci la sotto, dove giacciono l'Accademia, il Tempio di Apollo, l'Odeon, gli Inferi, il tempio di Pluto, il Mausoleo e il Grande trapezio.


Con tutte le start up di crowdfunding perché non se ne fa una per scavi archeologici, magari proprio qui a Villa Adriana???
Va be, magari quando mi sarò trasferito a Roma ci ripenso...
Torniamo allora indietro, e attraversando l'edificio con i pilastri dorici accediamo al palazzo imperiale.
Questo doveva essere il primo nucleo costruito sulla villa precedente della moglie dell'imperatore, Vibia Sabina. Il palazzo era collegato alla piazza d'oro, il Ninfeo di palazzo con un piazzale in opus spicatum, e la sala dai pilastri dorici.
Aveva anche tre grandi cortili, uno dei quali era quello delle biblioteche: greca e latina. 
A nord est invece si arrivava all'Hospitalia, un grande edificio riservato agli ospiti in visita alla Villa.
Infine, collegato tramite la biblioteca greca c'era il teatro marittimo, il luogo più intimo ed enigmatico della residenza dell'imperatore, nonché forse il più bello.
Purtroppo è in fase di restauro da metà del 2014, per cui non siamo riusciti a vedere l'isoletta su cui l'imperatore usava rifugiarsi con i due piccoli ponti levatoi. Pare gli piacesse nuotarci attorno a lungo.
Ragione in più per tornare a Villa Adriana.
Anche la sala dei filosofi è chiusa al pubblico, per cui non ci rimane che vedere ciò che resta del tempio di Venere, la pianta circolare, una statua e qualche colonna, e la palestra che però non troviamo perché anch'essa chiusa al pubblico. In realtà non era la palestra ma un grande complesso, forse tempio del dio egizio Horus.

Torniamo verso l'ingresso perché ci manca solo il teatro greco... purtroppo rimane ben poco da vedere... ricordo che i teatri e gli stadi erano le prime cose ad essere cannibalizzate, e questo ne è un altro esempio.
Ma la visita non è finita qui!
Attendiamo solo mezz'ora e alle 20 rientriamo per ammirare la villa in versione notturna.
Purtroppo dobbiamo seguire un percorso specifico e centrale, ma lo spettacolo è comunque molto bello e varrebbe la pena, se non fosse per il prezzo intero del biglietto, che secondo me e Cassandra dovrebbe essere ridotto, come il percorso di visita.

In ogni caso ciò che possiamo ammirare, illuminato dalle luci notturne, sono le mura del Pecile, l'edificio con tre esedre, le piccole terme, le grandi terme. Poi arriviamo all'Acquarium che finalmente troviamo aperto, solo il secondo piano però. Qui ci sono alcuni reperti e le statue originali che dovevano adornare il canopo.
Il coccodrillo è una cosa incredibile per quanto è bello.
Scendiamo fino al Canopo e lo percorriamo di nuovo, ma tra le fioche luci che lo illuminano fino al Serapeo. Ancora difficile immaginarsi una cena imperiale estiva?


Da provare.
Con la speranza di poter tornare presto ad ammirare le parti mancanti, torniamo verso casa, soddisfatti di aver vissuto per un giorno assieme ad Adriano.


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