martedì 5 gennaio 2016

Le Terme di Caracalla



Carcalla, finalmente. Anche oggi aggiungiamo un altro tassello alla storia della città eterna. Questo era uno dei pochissimi siti che nemmeno Cassandra era mai riuscita a visitare. Quindi è grazie a me che la profetessa delle trite cariatidi oggi, ancora più contrita, ha potuto visitare questo immenso luogo.
Le terme di Caracalla sono ormai le uniche terme visitabili per come erano nella loro struttura originale. Le altre sono state distrutte o, come quelle di Diocliziano, sono state sfruttate per creare una chiesa ed un convento.
Caracalla era l'imperatore che tra il 211 e il 216 d c costruì tali terme. In soli 4 anni. Ad oggi quattro anni è il tempo necessario per una nuova fermata della metropolitana.
Purtroppo nel 217 Caracalla viene ucciso, come del resto molti dei suoi predecessori e successori. A quei tempi essere imperatore non significava vivere al di sopra di ogni cosa, come ci si potrebbe immaginare.
L'impero di Caracalla non fu facile, durante il suo regno Roma aveva già raggiunto la sua massima espansione e stava iniziando a subire qualche colpo che ne restrinse il territorio. Inoltre Caracalla fu responsabile della crescita dell'inflazione, che cercò di combattere dando la cittadinanza romana anche alle province dell'impero, imponendo quindi le tasse anche a loro.
Caracalla sembra fosse un violento, un truce che amava gli omicidi, ma questo non era il suo vero nome. Caracalla in realtà era una copertina che si portava dietro sin da quando era bambino, praticamente come Linus.
Caracalla fu molto odiato, in particolar modo perché si era inimicato gli aristocratici e l'esercito, difatti probabilmente venne ucciso per vendetta.
Durante i suoi pochi anni di regno cercò invece di ingraziarsi il popolo costruendo servizi in suo favore. Il biglietto d'ingresso per le terme per esempio, e che terme, era gratuito per tutti.
Il luogo dove vennero costruite le terme, il piccolo aventino, a pochi metri dal circo massimo, non fu scelto a caso: era infatti una zona estremamente popolosa.
Era quindi una necessità, perché ad eccezione dei Patrizi, e nemmeno per tutti, non esistevano i bagni, ed i romani erano molto puliti.

C'è da dire che le terme non furono inventate dai romani, probabilmente presero l'idea dai greci. Prima delle terme infatti esistevano solo piccoli bagni pubblici chiamati Balnea, dove ci si lavava solamente. Le terme furono l'evoluzione dei Balnea. Qui si poteva compire un ciclo idroterapico completo, che oltre alla pulizia poteva dare sollievo al corpo ed alla mente. Proprio come oggi avviene nelle Spa.
Per la cura della mente in particolare nacquero, sempre in questo comprensorio, luoghi dedicati come biblioteche, sale conferenze, sale convegni, luoghi di lettura, luoghi di scambio, botteghe, e giardini.
Il primo che costruì delle grandi terme fu Agrippa, il successore di Ottaviano, che fece erigere le sue accanto al Pantheon.


Tutte avevano in comune una particolarità: nonostante fossero gratuite erano lussuosissime. Questo perché le terme per i romani erano parte parte integrante del loro status sociale. Non a caso quando veniva conquistata una nazione, nelle principali città venivano costruite le terme, come segno e marchio della loro romanità.
Per loro era un modo di concepire la cultura e il tempo libero, dedicato al corpo ed alla mente.
Le terme di Caracalla rimasero in funzione fino alla metà del 500 d c, quando i Goti, discesi fino a Roma, per far capitolare la città tagliarono gli acquedotti. Senza più acqua le terme diventarono così solo una cava di materiale, specialmente per tutti quei favolosi marmi che le decoravano. In seguito vi nacque un piccolo ospedale, un ostello per i pellegrini, ed un piccola chiesetta.
Solo tra il 1400 ed il 1500 i papi iniziarono a far scavare questi luoghi, ormai sotterrati dai secoli, per recuperare le bellezze che adornavano le grandi sale.
Entrando nel corpo centrale delle terme accediamo ad uno degli ambienti simmetrici in cui si potevano svolgere altre attività. C'era un percorso standard, ma non era obbligatorio seguirlo.
Tutti entravano negli spogliatoi, dove si riponevano i vestiti. Qui c'erano persone che venivano pagate per custodire gli abiti, mentre i più ricchi si portavano da casa lo schiavo per fargli da guardiano. Essendo un luogo pubblico e gratuito, si poteva incontrare gente di ogni genere, per cui il pericolo di tornare a casa nudi esisteva eccome.
Il percorso consigliato indicava di passare in palestra. Ce ne erano due, molto grandi e a cielo aperto. Una volta spogliati, unti di olio e rimasti con una specie di perizoma, le donne rimanevano in bichini, nelle palestre ci si poteva allenare nella corsa, pugilato, lotta, gioco con la palla, gioco con il cerchio. Anche le donne lottavano e facevano pugilato, molto più usualmente di oggi per lo meno, anche perché oltre ai gladiatori esistevano perfino le glatiatrici.
Chissà che spettacolo poter assistere ad una lotta tra gladiatrici, soprattutto se si pensa a quanto possono essere pericolose e cattive in certi periodi le donne.
La palestra era, come gli spogliatoi, pavimentata con dei mosaici, così come i portici che vi si affacciavano. Nei piani superiori ai portici si potevano fare i bagni di sole, anche se l'abbronzatura non era particolarmente amata dai romani, soprattutto dalle donne, ma lo si faceva per motivi di salute.
Osservando bene i muri in mattoni, si notano molto bene dei fori. Erano delle grappe che tenevano assieme le lastre di marmo che ricoprivano tutte le pareti ed i soffitti, purtroppo non è rimasto nulla, ma per avere un minimo di idea di come dovevano essere delle terme, forse basterebbe visitare la basilica di Santa Maria degli Angeli, costruita nelle terme di Diocliziano.
Tra un muro e l'altro si vedono anche dei tubuli, ovvero dei mattoni di terracotta forati, che l'uno sull'altro formavano un condotto da cui passava l'aria calda. Le pareti quindi erano tutte calde, riscaldate dalle fornaci che ardevano nei sotterranei.

Terminati gli allenamenti in palestra, prima di iniziare il percorso idroterapico, c'erano degli addetti che ripulivano le persone dall'olio e dal sudore con uno strumento chiamato Strigile, una specie di pettinino in avorio, ma senza dentelli, che veniva passato sul corpo per raschiare via le impurità prima di entrare in acqua. C'era anche una stanza adibita al massaggio, altre per le donne adibite alla ceretta e altre ancora sempre per la cura del corpo.
Tutto sempre rigorosamente gratuito.
Addentrandoci sempre di più nelle strutture delle terme, ormai a cielo aperto, non si può non rimanere strabiliati dall'altezza che dovevano avere. Il motivo di questi enormi spazi era un calcolo voluto: in questo modo si poteva sfruttare la cubatura dell'aria in verticale, consentendo di accogliere una grandissima quantità di persone.
Il percorso idroterapico vero e proprio iniziava con la sauna, dove la temperatura poteva arrivare a 70/80 gradi. Da qui poi si entrava nel Calidarium, il cuore delle terme: sotto una grande cupola c'era una vasca centrale a temperatura elevata, anche 50 gradi. Tutto attorno una meraviglia di marmi e ampie finestra, forse colorate.
Una volta raggiunta la cottura ideale, si passava dal Tiepidarium, piccolissimo ambiente, in cui c'era una vasca di acqua tiepida, utilizzata per far decantare il fisico.
Infine si giungeva al Frigidarium, l'ambiente in cui c'erano quattro grandi vasche di acqua fredda. Qui terminava il ciclo idroterapico, con l'immersione nell'acqua fredda.

Ultimissimo ambiente era la natatio, o piscina. Si trovava a metà tra i due spogliatoi e le palestre. Vi si accedeva come ultimo ambiente oppure, per chi voleva, probabilmente in estate, ci si arrivava direttamente senza fare tutto il percorso.
Ora è difficile immaginarlo, ma gli ambienti erano ricchissimi di statue, marmi, mosaici. Le terme di Caracalla in particolar modo furono saccheggiate dai Papi e ancora oggi si possono vedere in giro per il mondo: le colonne di Santa Maria in Trastevere arrivano da qui, così come le grandi vasche in piazza Farnese, o i grandi mosaici dei lottatori oggi ai musei vaticani.
L'archeologa ci tiene a sottolineare l'importanza della considerazione dello stato sociale delle terme. Racconta infatti che la politica vera e propria, invece di essere svolta al senato o nella curia, la si faceva qui, sui gradini della piscina o della sauna.
Inoltre alle terme si potevano fare incontri interessanti, conoscere persone. Spesso erano le madri a portare le figlie, di dieci, undici o dodici anni, per mostrarle e cercar loro marito. Sembra sconcertante ma all'epoca l'età media delle donne era ventinove anni e la principale causa della loro mortalità era il parto.
Sempre alle terme non mancavano le occasioni per fare anche incontri con le prostitute o fare del gioco d'azzardo, nonostante fosse vietato.
Purtroppo non sono visitabili, ma al di sotto delle terme ci sono altri ambienti grandissimi che sono i sotterranei. Una vera e propria città in cui tantissime persone, la maggior parte schiavi, lavoravano per mantenere in funzione le terme, tutti i giorni dell'anno. Per mantenere la temperatura ambientale e dell'acqua ad un livello costante, si dovevano bruciare in modo continuativo legna, anche di notte, perché non conveniva lasciarlo spegnere.
I sotterranei erano, anzi, sono tutt'ora costituiti da tre livelli: al meno tre c'erano le condutture delle acque nere, le acque di scolo delle vasche e delle latrine.
Al secondo livello c'erano delle stanze chiamate ipocausti, dove c'erano i forni. Questi erano aperti da due lati: il primo, più ampio veniva utilizzato per buttarci la legna da ardere, dall'altro invece il vapore usciva e saliva verso l'alto, andando a scaldare le vasche e le pareti delle terme.
Alla fine di tutto il carbone non veniva gettato, ma veniva raccolto e portato alle fulloniche, ovvero le lavanderie. Questo perché con il carbone si smacchiavano le tuniche.
Al livello meno uno invece vi erano le condutture che contenevano l'acqua da scaldare per riempire il calidarium.
All'esterno invece, oltre i giardini che stavano di fronte alle terme, c'era il castello dell'acqua, la cisterna che raccoglieva le acque dell'acquedotto dell'acquamarcia. Qui davanti c'era uno stadio, utilizzato nella bella stagione per fare esercizio fisico.
Ai lati del castello dell'acqua, c'erano altri ambienti, come le biblioteche, da una parte pare ci fosse quella latina, mentre dall'altra quella greca.
Insomma era una vera e propria città da vivere, inizio a capire perché i romani passassero tutto il loro tempo fuori di casa.

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