Carcalla,
finalmente. Anche oggi aggiungiamo un altro tassello alla storia
della città eterna. Questo era uno dei pochissimi siti che nemmeno
Cassandra era mai riuscita a visitare. Quindi è grazie a me che la
profetessa delle trite cariatidi oggi, ancora più contrita, ha
potuto visitare questo immenso luogo.
Le terme
di Caracalla sono ormai le uniche terme visitabili per come erano
nella loro struttura originale. Le altre sono state distrutte o, come
quelle di Diocliziano, sono state sfruttate per creare una chiesa ed
un convento.
Caracalla
era l'imperatore che tra il 211 e il 216 d c costruì tali terme. In
soli 4 anni. Ad oggi quattro anni è il tempo necessario per una
nuova fermata della metropolitana.
Purtroppo
nel 217 Caracalla viene ucciso, come del resto molti dei suoi
predecessori e successori. A quei tempi essere imperatore non
significava vivere al di sopra di ogni cosa, come ci si potrebbe
immaginare.
L'impero
di Caracalla non fu facile, durante il suo regno Roma aveva già
raggiunto la sua massima espansione e stava iniziando a subire
qualche colpo che ne restrinse il territorio. Inoltre Caracalla fu
responsabile della crescita dell'inflazione, che cercò di combattere
dando la cittadinanza romana anche alle province dell'impero,
imponendo quindi le tasse anche a loro.
Caracalla
sembra fosse un violento, un truce che amava gli omicidi, ma questo
non era il suo vero nome. Caracalla in realtà era una copertina che
si portava dietro sin da quando era bambino, praticamente come Linus.
Caracalla
fu molto odiato, in particolar modo perché si era inimicato gli
aristocratici e l'esercito, difatti probabilmente venne ucciso per
vendetta.
Durante i
suoi pochi anni di regno cercò invece di ingraziarsi il popolo
costruendo servizi in suo favore. Il biglietto d'ingresso per le
terme per esempio, e che terme, era gratuito per tutti.
Il luogo
dove vennero costruite le terme, il piccolo aventino, a pochi metri
dal circo massimo, non fu scelto a caso: era infatti una zona
estremamente popolosa.
Era
quindi una necessità, perché ad eccezione dei Patrizi, e nemmeno
per tutti, non esistevano i bagni, ed i romani erano molto puliti.
C'è da
dire che le terme non furono inventate dai romani, probabilmente
presero l'idea dai greci. Prima delle terme infatti esistevano solo
piccoli bagni pubblici chiamati Balnea, dove ci si lavava solamente.
Le terme furono l'evoluzione dei Balnea. Qui si poteva compire un
ciclo idroterapico completo, che oltre alla pulizia poteva dare
sollievo al corpo ed alla mente. Proprio come oggi avviene nelle Spa.
Per la
cura della mente in particolare nacquero, sempre in questo
comprensorio, luoghi dedicati come biblioteche, sale conferenze, sale
convegni, luoghi di lettura, luoghi di scambio, botteghe, e giardini.
Il primo
che costruì delle grandi terme fu Agrippa, il successore di
Ottaviano, che fece erigere le sue accanto al Pantheon.
Tutte
avevano in comune una particolarità: nonostante fossero gratuite
erano lussuosissime. Questo perché le terme per i romani erano
parte parte integrante del loro status sociale. Non a caso quando
veniva conquistata una nazione, nelle principali città venivano
costruite le terme, come segno e marchio della loro romanità.
Per loro
era un modo di concepire la cultura e il tempo libero, dedicato al
corpo ed alla mente.
Le terme
di Caracalla rimasero in funzione fino alla metà del 500 d c, quando
i Goti, discesi fino a Roma, per far capitolare la città tagliarono
gli acquedotti. Senza più acqua le terme diventarono così solo una
cava di materiale, specialmente per tutti quei favolosi marmi che le
decoravano. In seguito vi nacque un piccolo ospedale, un ostello per
i pellegrini, ed un piccola chiesetta.
Solo tra
il 1400 ed il 1500 i papi iniziarono a far scavare questi luoghi,
ormai sotterrati dai secoli, per recuperare le bellezze che
adornavano le grandi sale.
Entrando
nel corpo centrale delle terme accediamo ad uno degli ambienti
simmetrici in cui si potevano svolgere altre attività. C'era un
percorso standard, ma non era obbligatorio seguirlo.
Tutti
entravano negli spogliatoi, dove si riponevano i vestiti. Qui c'erano
persone che venivano pagate per custodire gli abiti, mentre i più
ricchi si portavano da casa lo schiavo per fargli da guardiano.
Essendo un luogo pubblico e gratuito, si poteva incontrare gente di
ogni genere, per cui il pericolo di tornare a casa nudi esisteva
eccome.
Il
percorso consigliato indicava di passare in palestra. Ce ne erano
due, molto grandi e a cielo aperto. Una volta spogliati, unti di olio
e rimasti con una specie di perizoma, le donne rimanevano in bichini,
nelle palestre ci si poteva allenare nella corsa, pugilato, lotta,
gioco con la palla, gioco con il cerchio. Anche le donne lottavano e
facevano pugilato, molto più usualmente di oggi per lo meno, anche
perché oltre ai gladiatori esistevano perfino le glatiatrici.
Chissà
che spettacolo poter assistere ad una lotta tra gladiatrici,
soprattutto se si pensa a quanto possono essere pericolose e cattive
in certi periodi le donne.
La
palestra era, come gli spogliatoi, pavimentata con dei mosaici, così
come i portici che vi si affacciavano. Nei piani superiori ai portici
si potevano fare i bagni di sole, anche se l'abbronzatura non era
particolarmente amata dai romani, soprattutto dalle donne, ma lo si
faceva per motivi di salute.
Osservando
bene i muri in mattoni, si notano molto bene dei fori. Erano delle
grappe che tenevano assieme le lastre di marmo che ricoprivano tutte
le pareti ed i soffitti, purtroppo non è rimasto nulla, ma per avere
un minimo di idea di come dovevano essere delle terme, forse
basterebbe visitare la basilica di Santa Maria degli Angeli,
costruita nelle terme di Diocliziano.
Tra un
muro e l'altro si vedono anche dei tubuli, ovvero dei mattoni di
terracotta forati, che l'uno sull'altro formavano un condotto da cui
passava l'aria calda. Le pareti quindi erano tutte calde, riscaldate
dalle fornaci che ardevano nei sotterranei.
Terminati
gli allenamenti in palestra, prima di iniziare il percorso
idroterapico, c'erano degli addetti che ripulivano le persone
dall'olio e dal sudore con uno strumento chiamato Strigile, una
specie di pettinino in avorio, ma senza dentelli, che veniva passato
sul corpo per raschiare via le impurità prima di entrare in acqua.
C'era anche una stanza adibita al massaggio, altre per le donne
adibite alla ceretta e altre ancora sempre per la cura del corpo.
Tutto
sempre rigorosamente gratuito.
Addentrandoci
sempre di più nelle strutture delle terme, ormai a cielo aperto, non
si può non rimanere strabiliati dall'altezza che dovevano avere. Il
motivo di questi enormi spazi era un calcolo voluto: in questo modo
si poteva sfruttare la cubatura dell'aria in verticale, consentendo
di accogliere una grandissima quantità di persone.
Il
percorso idroterapico vero e proprio iniziava con la sauna, dove la
temperatura poteva arrivare a 70/80 gradi. Da qui poi si entrava nel
Calidarium, il cuore delle terme: sotto una grande cupola c'era una
vasca centrale a temperatura elevata, anche 50 gradi. Tutto attorno
una meraviglia di marmi e ampie finestra, forse colorate.
Una volta
raggiunta la cottura ideale, si passava dal Tiepidarium, piccolissimo
ambiente, in cui c'era una vasca di acqua tiepida, utilizzata per far
decantare il fisico.
Infine si
giungeva al Frigidarium, l'ambiente in cui c'erano quattro grandi
vasche di acqua fredda. Qui terminava il ciclo idroterapico, con
l'immersione nell'acqua fredda.
Ultimissimo
ambiente era la natatio, o piscina. Si trovava a metà tra i due
spogliatoi e le palestre. Vi si accedeva come ultimo ambiente oppure,
per chi voleva, probabilmente in estate, ci si arrivava direttamente
senza fare tutto il percorso.
Ora è
difficile immaginarlo, ma gli ambienti erano ricchissimi di statue,
marmi, mosaici. Le terme di Caracalla in particolar modo furono
saccheggiate dai Papi e ancora oggi si possono vedere in giro per il
mondo: le colonne di Santa Maria in Trastevere arrivano da qui, così
come le grandi vasche in piazza Farnese, o i grandi mosaici dei
lottatori oggi ai musei vaticani.
L'archeologa
ci tiene a sottolineare l'importanza della considerazione dello stato
sociale delle terme. Racconta infatti che la politica vera e propria,
invece di essere svolta al senato o nella curia, la si faceva qui,
sui gradini della piscina o della sauna.
Inoltre
alle terme si potevano fare incontri interessanti, conoscere persone.
Spesso erano le madri a portare le figlie, di dieci, undici o dodici
anni, per mostrarle e cercar loro marito. Sembra sconcertante ma
all'epoca l'età media delle donne era ventinove anni e la principale
causa della loro mortalità era il parto.
Sempre
alle terme non mancavano le occasioni per fare anche incontri con le
prostitute o fare del gioco d'azzardo, nonostante fosse vietato.
Purtroppo
non sono visitabili, ma al di sotto delle terme ci sono altri
ambienti grandissimi che sono i sotterranei. Una vera e propria città
in cui tantissime persone, la maggior parte schiavi, lavoravano per
mantenere in funzione le terme, tutti i giorni dell'anno. Per
mantenere la temperatura ambientale e dell'acqua ad un livello
costante, si dovevano bruciare in modo continuativo legna, anche di
notte, perché non conveniva lasciarlo spegnere.
I
sotterranei erano, anzi, sono tutt'ora costituiti da tre livelli: al
meno tre c'erano le condutture delle acque nere, le acque di scolo
delle vasche e delle latrine.
Al
secondo livello c'erano delle stanze chiamate ipocausti, dove c'erano
i forni. Questi erano aperti da due lati: il primo, più ampio veniva
utilizzato per buttarci la legna da ardere, dall'altro invece il
vapore usciva e saliva verso l'alto, andando a scaldare le vasche e
le pareti delle terme.
Alla fine
di tutto il carbone non veniva gettato, ma veniva raccolto e portato
alle fulloniche, ovvero le lavanderie. Questo perché con il carbone
si smacchiavano le tuniche.
Al
livello meno uno invece vi erano le condutture che contenevano
l'acqua da scaldare per riempire il calidarium.
All'esterno
invece, oltre i giardini che stavano di fronte alle terme, c'era il
castello dell'acqua, la cisterna che raccoglieva le acque
dell'acquedotto dell'acquamarcia. Qui davanti c'era uno stadio,
utilizzato nella bella stagione per fare esercizio fisico.
Ai lati
del castello dell'acqua, c'erano altri ambienti, come le biblioteche,
da una parte pare ci fosse quella latina, mentre dall'altra quella
greca.
Insomma
era una vera e propria città da vivere, inizio a capire perché i
romani passassero tutto il loro tempo fuori di casa.
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