Al mattino mi rendo conto di essermi ustionato.
Con l'idea di rimanermene tutto il giorno all'ombra dell'ombrellone ci dirigiamo nella tranquilla Magic Beach.
A pranzo torniamo dal nostro amico della Soul Kitchen e poi di nuovo in spiaggia sotto l'ombrellone. Il famoso vento di Kos spolvererà la costa per tutto il giorno, rendendoci difficile fare il bagno.
Prima di cena vengo posseduto da un impulso irrefrenabile. Saranno le grandi quantità il cibo greco ingerito in questi giorni, buono ma più difficile da digerire, sarà la mancanza di vera e propria attività sportiva, ma io dovevo andare a correre! Per fortuna sull’isola mi sono portato scarpe e calzoncini e così parto, solo dopo aver inforcato le auricolari per ascoltare la musica. Lo so, in alcuni paesi è considerato doping...
Seguo la pista ciclabile in direzione sud dell'isola e l'inizio si rivela abbastanza traumatico. Il peso di questi primi giorni di vacanza che mi porto dietro è considerevole e faccio molta fatica a trovare il ritmo. Solo dopo un chilometro riesco a sganciare l'immaginario carrello carico di tutti i souvlaki, tsatsiki, cetrioli, polipi, calamari, baklavas e mousaka che mi sono mangiato da quando ho messo piede in Grecia.
Finalmente mi sento leggero e rompendo il fiato prendo velocità. In un attimo arrivo a Psalidi e rendendomi conto che forse ho corso troppo torno indietro ma scopro subito che non sarà così facile come all'andata: da Kos Town spira un forte vento contrario. Alla fine avrò corso circa sei chilometri ma me ne sentirò almeno una dozzina nelle gambe.
In serata io e Lucetta saltiamo in auto e corriamo a Zia, un paesino in altura, giusto in tempo per ammirare un magnifico tramonto da immortalare.
Ci fermiamo a mangiare in una taverna tranquilla e poi facciamo un giro dei negozi che si rivelano essere grandissimi e pieni di una quantità tale di articoli da fare invidia alla rinascente.
Con l'idea di rimanermene tutto il giorno all'ombra dell'ombrellone ci dirigiamo nella tranquilla Magic Beach.
A pranzo torniamo dal nostro amico della Soul Kitchen e poi di nuovo in spiaggia sotto l'ombrellone. Il famoso vento di Kos spolvererà la costa per tutto il giorno, rendendoci difficile fare il bagno.
Prima di cena vengo posseduto da un impulso irrefrenabile. Saranno le grandi quantità il cibo greco ingerito in questi giorni, buono ma più difficile da digerire, sarà la mancanza di vera e propria attività sportiva, ma io dovevo andare a correre! Per fortuna sull’isola mi sono portato scarpe e calzoncini e così parto, solo dopo aver inforcato le auricolari per ascoltare la musica. Lo so, in alcuni paesi è considerato doping...
Seguo la pista ciclabile in direzione sud dell'isola e l'inizio si rivela abbastanza traumatico. Il peso di questi primi giorni di vacanza che mi porto dietro è considerevole e faccio molta fatica a trovare il ritmo. Solo dopo un chilometro riesco a sganciare l'immaginario carrello carico di tutti i souvlaki, tsatsiki, cetrioli, polipi, calamari, baklavas e mousaka che mi sono mangiato da quando ho messo piede in Grecia.
Finalmente mi sento leggero e rompendo il fiato prendo velocità. In un attimo arrivo a Psalidi e rendendomi conto che forse ho corso troppo torno indietro ma scopro subito che non sarà così facile come all'andata: da Kos Town spira un forte vento contrario. Alla fine avrò corso circa sei chilometri ma me ne sentirò almeno una dozzina nelle gambe.
In serata io e Lucetta saltiamo in auto e corriamo a Zia, un paesino in altura, giusto in tempo per ammirare un magnifico tramonto da immortalare.
Ci fermiamo a mangiare in una taverna tranquilla e poi facciamo un giro dei negozi che si rivelano essere grandissimi e pieni di una quantità tale di articoli da fare invidia alla rinascente.
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