Il sesto giorno ci svegliamo riposati e dopo una buona colazione irlandese condita dalla simpatia della Signora Paddy, la signora che gestisce il B&B St. Judes, ripartiamo per la penisola di Dingle.
La componente meteorologica oggi sembra reggere, anche se c’è sempre qualche nuvolone non si sente aria di pioggia come gli altri giorni. Dopo una sosta panoramica al 30° km però il serbatoio segnala un improvviso calo del livello di benzina, faccio il primo e unico pieno del viaggio e riprendiamo l’esplorazione.
Ad Inse c’è troviamo una spiaggia immensa: larga alcune centinaia di metri e lunga diversi km. Non so quantificarne le dimensioni perché l’orizzonte sabbioso si perde dietro le immancabili nuvole che ci seguono da lontano.
Il tempo continua ad essere clemente con noi, nonostante il vento abbassi molto la temperatura, su di noi c’è un bel sole e solo qualche nuvoletta leggera leggera.
Camminando sulla sabbia della spiaggia non si può fare a meno di calpestare conchiglie di telline, cannolicchi, vongole e chissà cos’altro. Sono sparse ovunque.
Rapiti da questi spazi enormi rimaniamo in contemplazione silenziosa per diversi minuti volgendo lo sguardo un po’ in tutte le direzioni. Si sente solo la voce del vento e del mare che si parlano come due vecchi innamorati, lenti e costanti nelle loro conversazioni infinite.
Non possiamo fare a meno di fare qualche foto e ci scappano anche un paio di improvvisati filmati dal tono divertente.
La prossima tappa della penisola è proprio la cittadina di Dingle dove ci fermiamo in un pub per un caffè. Quando siamo dentro però veniamo travolti dalla prima ondata del “pensiero irlandese”: in men che non si dica la nostra forza di volontà viene sopraffatta dalla fame e il caffè si trasforma in due Fish&Chips ed una Guinness...
Annebbiati dalle reazioni chimiche prodotte dal nostro cervello in estasi per il cibo e la birra, veniamo colpiti dalla seconda ondata del “pensiero irlandese”: iniziamo a mandare deliranti sms in Italia in cui io e Lucetta proclamiamo di volerci trasferire in Irlanda. Mentre stiamo ancora mangiando io e Lucetta fantastichiamo su come potrebbe essere la nostra vita a Dingle…Fortunatamente con la fame si placa anche il “pensiero”, così ripartiamo alla volta della “Slea Head Drive” la strada panoramica che si trova nella parte più occidentale della penisola. Poco prima di arrivarci ci raggiunge nuovamente anche il sole, illuminando così la splendida costa, l'atlantico e le basket island. Euforici per la ricomparsa della luce solare, ci fermiamo in un sito archeologico riguardante alcune case e fattorie dell'era paleocristiana. Qui nasce una nuova stella del microschermo: Lucetta si improvvisa documentarista girando alcuni simpatici video sotto lo pseudonimo di “Angela Angela”, la sorellastra di Alberto Angela e segreta figlia adottiva di Piero Angela.
Quando arriviamo all'apice della “Slea Head Drive” il sole illumina l’oceano atlantico per chilometri e chilometri rendendolo di un blu abbagliante. Proprio quando pensavamo di aver visto il più bello ci si apre di fronte un panorama inimmaginabile: una grande pianura verde e gialla, frastagliata da spiaggette bianche, il tutto circondato dal blu profondo dell'atlantico. Alle sue estremità nord la pianura si solleva in tre cime. Sembrano immense tende di pellerossa che ricadono in mare verticalmente come solitamente all'Irlanda piace disegnare le proprie coste.
Per chiudere in bellezza la giornata torniamo a dormire al simpatico B&B della signora Paddy, non prima di averla avvertita telefonicamente da una cabina telefonica, per fortuna con successo, del nostro arrivo.
La componente meteorologica oggi sembra reggere, anche se c’è sempre qualche nuvolone non si sente aria di pioggia come gli altri giorni. Dopo una sosta panoramica al 30° km però il serbatoio segnala un improvviso calo del livello di benzina, faccio il primo e unico pieno del viaggio e riprendiamo l’esplorazione.
Ad Inse c’è troviamo una spiaggia immensa: larga alcune centinaia di metri e lunga diversi km. Non so quantificarne le dimensioni perché l’orizzonte sabbioso si perde dietro le immancabili nuvole che ci seguono da lontano.
Il tempo continua ad essere clemente con noi, nonostante il vento abbassi molto la temperatura, su di noi c’è un bel sole e solo qualche nuvoletta leggera leggera.
Camminando sulla sabbia della spiaggia non si può fare a meno di calpestare conchiglie di telline, cannolicchi, vongole e chissà cos’altro. Sono sparse ovunque.
Rapiti da questi spazi enormi rimaniamo in contemplazione silenziosa per diversi minuti volgendo lo sguardo un po’ in tutte le direzioni. Si sente solo la voce del vento e del mare che si parlano come due vecchi innamorati, lenti e costanti nelle loro conversazioni infinite.
Non possiamo fare a meno di fare qualche foto e ci scappano anche un paio di improvvisati filmati dal tono divertente.
La prossima tappa della penisola è proprio la cittadina di Dingle dove ci fermiamo in un pub per un caffè. Quando siamo dentro però veniamo travolti dalla prima ondata del “pensiero irlandese”: in men che non si dica la nostra forza di volontà viene sopraffatta dalla fame e il caffè si trasforma in due Fish&Chips ed una Guinness...
Annebbiati dalle reazioni chimiche prodotte dal nostro cervello in estasi per il cibo e la birra, veniamo colpiti dalla seconda ondata del “pensiero irlandese”: iniziamo a mandare deliranti sms in Italia in cui io e Lucetta proclamiamo di volerci trasferire in Irlanda. Mentre stiamo ancora mangiando io e Lucetta fantastichiamo su come potrebbe essere la nostra vita a Dingle…Fortunatamente con la fame si placa anche il “pensiero”, così ripartiamo alla volta della “Slea Head Drive” la strada panoramica che si trova nella parte più occidentale della penisola. Poco prima di arrivarci ci raggiunge nuovamente anche il sole, illuminando così la splendida costa, l'atlantico e le basket island. Euforici per la ricomparsa della luce solare, ci fermiamo in un sito archeologico riguardante alcune case e fattorie dell'era paleocristiana. Qui nasce una nuova stella del microschermo: Lucetta si improvvisa documentarista girando alcuni simpatici video sotto lo pseudonimo di “Angela Angela”, la sorellastra di Alberto Angela e segreta figlia adottiva di Piero Angela.
Quando arriviamo all'apice della “Slea Head Drive” il sole illumina l’oceano atlantico per chilometri e chilometri rendendolo di un blu abbagliante. Proprio quando pensavamo di aver visto il più bello ci si apre di fronte un panorama inimmaginabile: una grande pianura verde e gialla, frastagliata da spiaggette bianche, il tutto circondato dal blu profondo dell'atlantico. Alle sue estremità nord la pianura si solleva in tre cime. Sembrano immense tende di pellerossa che ricadono in mare verticalmente come solitamente all'Irlanda piace disegnare le proprie coste.
Per chiudere in bellezza la giornata torniamo a dormire al simpatico B&B della signora Paddy, non prima di averla avvertita telefonicamente da una cabina telefonica, per fortuna con successo, del nostro arrivo.
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