Ci
svegliamo finalmente riposati in quel di Cahir e facciamo colazione
didattica: il gestore del B&B ci racconta di un italiano diventato
sindaco di Cahir che ha fondato il primo servizio pubblico di trasporto
merci e passeggeri irlandese.
Oggi
da Cahir siamo diretti verso Cashel. C’è il sole e si sta bene anche
solo con una felpa contrariamente ai giorni precedenti molto più freddi.
La
rocca di Cashel è facile da trovare, su una collinetta che domina
l'intera vallata spiccano le rovine della cattedrale di San Patrizio con
la sua alta torre campanara, molto diversa dalle nostre perché
circolare e praticamente fortificata. All’ingresso ci aggreghiamo subito
ad un gruppo di turisti per ascoltare la storia del posto, ma un po’
per l’acustica pessima e un po’ per la pronuncia stretta non capiamo
molto di quello che la guida ci racconta.
In
compenso il panorama dalla rocca è molto bello, da questa posizione si
può vedere tutta la vallata per decine e decine di chilometri.
Ripartiamo
subito per Kilkenny e in meno di un ora siamo all'hotel. Armiati di
macchina fotografica iniziamo immediatamente ad esplorare la cittadina
dirigendoci verso il famoso castello di Kilkenny.
Girando
per le strade della città ci accorgiamo subito che sta succedendo
qualcosa: ci sono bandiere giallo e nere ovunque, anche gli abitanti
indossano la divisa di una squadra giallo nera. Come a Trim prima e
Cahir poi, è evidente che anche qui la passione per gli sport gaelici è
molto forte. Diverse persone vanno in giro con strani cappelli,
bandieroni e curiosi bastoni a metà tra il baseball e l'hockey. Ci viene
da pensare che stia per giocarsi anche qui una importante partita di
Hurling.
Attraversando
la medievaleggiante e colorata Kilkenny arriviamo al castello che si
rivela una vera delusione: pare sia stato ammodernato e trasformato in
una grande villa intorno a metà dell'800, molto bello, ma è così nuovo
che mi sembra quasi finto…
Facciamo
una passeggiata nella quiete ultraterrena del parco adiacente il
castello e veniamo immersi nell'atmosfera di uno di quei film in costume
sette/ottocenteschi. La pace però è interrotta dall’addensarsi dei
soliti nuvoloni minacciosi sopra le nostre teste, così torniamo a
perlustrare le caratteristiche vie di Kilkenny.
Nel
centro storico io e Lucetta notiamo che le persone vestite di giallo e
nero sono aumentate parecchio di numero. Incuriositi chiediamo ad una
coppia di ragazzine se sta per giocarsi qualche partita e ci rispondono
che la partita c'era stata il giorno prima e che Kilkenny aveva vinto il
campionato. La gente era tutta addobbata perché quel giorno sarebbe
arrivata la squadra in città e tutti erano pronti a festeggiarli.
Senza
pensarci due volte ci uniamo ai festeggiamenti di tutta la città e dopo
un'ora di attesa in una via del centro aggrappati alle fredde transenne
sferzate dal vento e dalla locale pioggia, cui nessuno fa caso,
arrivano i giocatori a bordo di due pullman a due piani.
I
giocatori sporgendosi dal tetto mostrano fieri il trofeo e così inizia
la festa. Sembra un pò come la festa scudetto dell'Inter ma c’è una
differenza sostanziale: nonostante siano quasi tutti ubriachi non c’è la
minima sensazione che possa succedere la più piccola rissa. Inoltre i
tifosi sono divisi in eguale numero tra uomini e donne di tutte le età e
bambini. Infreddoliti ci fermiamo a mangiare in un pub delle ottime
zuppe, beviamo delle ottime Guinness e degli caldi Irish Coffe.
Fuori del pub rientriamo nella folla della festa che gentilmente
insiste per accompagnarci, assieme alla pioggia, quasi fino
all’albergo.
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