giovedì 1 dicembre 2011

NONO GIORNO Cashel – Kilkenny

Ci svegliamo finalmente riposati in quel di Cahir e facciamo colazione didattica: il gestore del B&B ci racconta di un italiano diventato sindaco di Cahir che ha fondato il primo servizio pubblico di trasporto merci e passeggeri irlandese.
Oggi da Cahir siamo diretti verso Cashel. C’è il sole e si sta bene anche solo con una felpa contrariamente ai giorni precedenti molto più freddi.
La rocca di Cashel è facile da trovare, su una collinetta che domina l'intera vallata spiccano le rovine della cattedrale di San Patrizio con la sua alta torre campanara, molto diversa dalle nostre perché circolare e praticamente fortificata. All’ingresso ci aggreghiamo subito ad un gruppo di turisti per ascoltare la storia del posto, ma un po’ per l’acustica pessima e un po’ per la pronuncia stretta non capiamo molto di quello che la guida ci racconta.
In compenso il panorama dalla rocca è molto bello, da questa posizione si può vedere tutta la vallata per decine e decine di chilometri.
Ripartiamo subito per Kilkenny e in meno di un ora siamo all'hotel. Armiati di macchina fotografica iniziamo immediatamente ad esplorare la cittadina dirigendoci verso il famoso castello di Kilkenny.
Girando per le strade della città ci accorgiamo subito che sta succedendo qualcosa: ci sono bandiere giallo e nere ovunque, anche gli abitanti indossano la divisa di una squadra giallo nera. Come a Trim prima e Cahir poi, è evidente che anche qui la passione per gli sport gaelici è molto forte. Diverse persone vanno in giro con strani cappelli, bandieroni e curiosi bastoni a metà tra il baseball e l'hockey. Ci viene da pensare che stia per giocarsi anche qui una importante partita di Hurling.
Attraversando la medievaleggiante e colorata Kilkenny arriviamo al castello che si rivela una vera delusione: pare sia stato ammodernato e trasformato in una grande villa intorno a metà dell'800, molto bello, ma è così nuovo che mi sembra quasi finto…
Facciamo una passeggiata nella quiete ultraterrena del parco adiacente il castello e veniamo immersi nell'atmosfera di uno di quei film in costume sette/ottocenteschi. La pace però è interrotta dall’addensarsi dei soliti nuvoloni minacciosi sopra le nostre teste, così torniamo a perlustrare le caratteristiche vie di Kilkenny.
Nel centro storico io e Lucetta notiamo che le persone vestite di giallo e nero sono aumentate parecchio di numero. Incuriositi chiediamo ad una coppia di ragazzine se sta per giocarsi qualche partita e ci rispondono che la partita c'era stata il giorno prima e che Kilkenny aveva vinto il campionato. La gente era tutta addobbata perché quel giorno sarebbe arrivata la squadra in città e tutti erano pronti a festeggiarli.
Senza pensarci due volte ci uniamo ai festeggiamenti di tutta la città e dopo un'ora di attesa in una via del centro aggrappati alle fredde transenne sferzate dal vento e dalla locale pioggia, cui nessuno fa caso, arrivano i giocatori a bordo di due pullman a due piani.
I giocatori sporgendosi dal tetto mostrano fieri il trofeo e così inizia la festa. Sembra un pò come la festa scudetto dell'Inter ma c’è una differenza sostanziale: nonostante siano quasi tutti ubriachi non c’è la minima sensazione che possa succedere la più piccola rissa. Inoltre i tifosi sono divisi in eguale numero tra uomini e donne di tutte le età e bambini. Infreddoliti ci fermiamo a mangiare in un pub delle ottime zuppe, beviamo delle ottime Guinness e degli caldi Irish Coffe.
Fuori del pub rientriamo nella folla della festa che gentilmente insiste per  accompagnarci, assieme alla pioggia, quasi fino all’albergo.

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