giovedì 1 dicembre 2011

Nato stanco...

Non sono pigro, anzi con tutta l'attività fisica che faccio, sono solo stanco...

Mio padre e mia madre mi dicono sempre che sono nato stanco perchè era il 21 Ottobre di Lunedì alle 7,30 di mattina. L’ora in cui suona la sveglia e la gente si alza per andare a scuola o a lavorare, per di più era pieno autunno, la stagione in cui le piante e gli animali vanno in letargo.
Saranno coincidenze ma effettivamente io sono sempre stanco.
Quando sono arrivato non ho battuto ciglio, neanche un urletto, niente. Il dottore e l'ostetrica sono rimasti per un paio di minuti a guardarmi come incantati dal senso di pace che mi leggevano stampato in faccia.
La magia svanì presto e svegliandosi dal torpore in cui li avevo fatti cadere mi tagliarono il cordone ombelicale e mi presero a ceffoni per farmi piangere, in quell'ospedale c'era il detto che se un bimbo non piange porta male, così per il mio bene mi fecero lanciare il primo ululato della mia vita, niente di intonato ma molto intenso e significativo.
Sentendo la mia voce compresi che stava succedendo qualcosa di strano, fisicamente sentivo un gran freddo, avevo le vertigini e mi stava andando il sangue alla testa, poi mi rimisero per il verso giusto e mi accorsi di altri due cambiamenti.
Il primo era la luce che nonostante non sapessi come aprire gli occhi, riuscivo comunque a sentire, su tutto il corpo avevo la sensazione si essere colpito e attraversato da una strana energia che mi faceva pensare al bianco intenso.
L'altro cambiamento fu quello che segnò la mia anima per il resto della mia vita: la musica.
Per nove mesi avevo sentito solo battiti, tamburi, echi, deboli voci ovattate e smorzate che cercavano di raggiungermi. Tutto ciò mi aveva molto incuriosito. Chissà da quali strane fatine provenivano quei suoni. Sembrava che mi chiamassero, forse mi dicevano di andare da loro, ma io ovviamente non avevo ancora il patentino di vita per poter uscire.
Al momento della nascita i suoni avvolsero il mio corpicino come una copertina di note facendomi dimenticare il freddo pungente. Non capivo niente di quello che sentivo ma ricordo tutto di quel momento, ogni suono:
"Il mio bambino! Che bello!"
"Si stiracchia!"
"Sembra che dica <>"
In sottofondo, debole debole, arrivava da una radiolina il "Danubio Blu" e poi quando la porta della sala parto si aprì sentii mio padre dire ansioso "E' nato?" in corsia arrivò un debole "...il Dottor Gambaletti è atteso al pronto soccorso..."
poi l'ostetrica disse:
"Presto lo schiaffo!!!"
Sentendo quel suono secco seguito da un forte bruciore alla natica destra, il desiderio di unirmi a quel coro celestiale cantando fu irresistibile.

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