Oggi
non si viaggia, si sosta in questa bellissima cittadina a circa 2300
metri di altitudine, quota sopportabile per qualunque membro del
gruppo, ma necessaria per acclimatarci in previsione di domani,
quando passeremo ad altezze ben più importanti e che personalmente
non ho mai sperimentato prima: 4900 metri! Non essendo riuscito a
trovare delle foglie di coca da masticare, il rimedio più efficace
contro il soroche, il mal d'altura, ho recuperato un pacchetto di
caramelle alla coca, sperando che siano altrettanto efficaci.
Dopo
una buona colazione, durante la quale scopriamo dalla televisione che
la Keiko Fujimori ha perso le elezioni, usciamo per vedere la ciudad
blanca, così ribattezzata per la caratteristica pietra bianca
chiamata sillar, un impasto di ceneri vulcaniche che tra l'altro
hanno una forte proprietà antisismica. La maggior parte delle case
locali sono state fatte con questa pietra fino all'avvento del
cemento armato e mattoni. Quando però i terremoti hanno sgretolato
il progresso edilizio in città, si è tornati a costruire con il
sillar.
Ci
muoviamo verso il centro e spuntiamo nella Plaza de Armas, una grande
piazza porticata su cui si affaccia la grande cattedrale. Per prima
cosa visitiamo prima una chiesa barocca molto pittoresca.
Dopo
aver visto anche la cattedrale andiamo a vedere il monastero di santa
Catalina, ovvero santa Caterina da Siena. Voluto da una ricca donna
peruviana devota alla santa italiana, è un complesso grandissimo di
chiostri, cortili, celle e chiese.
Qui
venivano portate le secondo genite di famiglie importanti che per
tradizione facevano diventare suora. Erano suore di clausura e
nessuno le poteva vedere nemmeno nei momenti di visita.
Le
ricche famiglie però cercavano di dare una vita comoda alle proprie
figlie anche se stavano in clausura, così quando queste diventavano
suore si portavano dietro anche tre o quattro serve, o schiave, e di
tanto in tanto facevano loro dei regali preziosi, come per esempio
una lavatrice in legno, invenzione francese.
Ogni
cella aveva una camera e una cucina con scala che portava al
terrazzo. Era una vita di clausura ma essendo molto grande la
struttura, circa 20000 metri quadri, non se la passavano poi male.
Questo fino all'arrivo di una suora inviata dal papa che cambiò
tutto congedando le serve e liberando le schiave.
Con
la fine di questa vita agiata tutte le suore vennero riunite in una
grande sala comune. Diventò veramente una vita di clausura e
privazioni.
Sarà
il luogo di clausura, sarà l'altitudine, ma io mi sento proprio
fiacco e la testa mi gira lievemente. Mal d'altura? Ho bisogno di
coca.
Dopo
circa tre ore di visita guidata usciamo per un rapido pranzo e
andiamo a vedere il museo andino dove è custodita la mummia di
Juanita, la ragazza congelata sulla cima del vulcano Ampato.
La
visita guidata è tutta incentrata sulla mummia e quello che ne è
stato trovato. Amuleti, vestiti e Juanita erano in ottimo stato di
conservazione ma tutti i pezzi sono esposti in sale gelate da un'aria
condizionata fortissima e purtroppo illuminati pochissimo. Nonostante
la guida in italiano non riesco ad apprezzare a fondo la visita, pur
bella e interessante. La sala della mummia è immersa nella stessa
penombra e Juanita stessa giace ancora congelata nella stessa
posizione, quasi completamente inglobata in un blocco di ghiaccio.
Juanita
era una delle bambine e bambini che venivano sacrificati agli dei.
Quando veniva il momento, solo i migliori, i più belli e
intelligenti venivano scelti, solitamente tra le famiglie più
importanti.
Con
una processione di circa duemila persone si partiva verso la cima del
vulcano dove i bambini, storditi con la chicha, sacra birra di mais,
venivano uccisi con un colpo in testa. Sono stati trovati anche
bambini senza segni di violenza, probabilmente perché quando
arrivavano in cima i bambini erano già morti, o come la vedevano
loro, erano già andati a vivere con gli dei.
Usciti
un po' infreddoliti andiamo alla ricerca di un altro museo
archeologico. E' un museo piccolo e gestito dall'università, non si
paga nemmeno il biglietto, ma la lonely dice che è interessante. Ci
mettiamo un po' a trovarlo e quando vi entriamo rimaniamo sorpresi
dal trovarvi moltissimi reperti e perfino diverse mummie. Ce n'è
anche una appoggiata su un tavolo e coperta con un telo, basterebbe
sollevarlo per toccarla. Evidentemente ne hanno così tante che se lo
possono permettere. Un po' sorpresi lasciamo il museo per andare a
cercare un mirador da cui vedere la città e i tre vulcani che la
sovrastano: El Misti 5822 metri, Chachani 6075 che è ancora attivo,
e il Pichu Pichu 5571. Attraversiamo un paio di chilometri di
traffico asfissiante e quando lo troviamo non ci ripaga di tutto il
gas aspirato.
A
cena usciamo tutti assieme e per me e Cassandra non è stata una
buona scelta. Lei aveva pure provato ad avvisarmi come sarebbe
finita, ma stavolta sono sordo alle sue profezie: nel menù c'è un
solo piatto che possiamo scegliere e oltre ad essere striminzito non
era neanche buono. Cassandra si arrabbia e mi dice che non farà più
profezie che tanto io non le ascolto.
Andiamo
a letto arrabbiati e non dormiremo neanche tanto.
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