Una
giornata estenuante, iniziata con la colazione la cui gestione lenta
e disorganizzata ci accompagnerà per quasi tutto il viaggio. Per
esempio oggi siamo stati “serviti” da una sola persona che doveva
gestire 30 clienti, ma a oltre a questo ce ne era sempre una: a volte
mancava il pane, a volte il latte, a volte il caffè, a volte la
colazione.
In
tutta fretta ingurgitiamo ciò che riusciamo a raccattare in cucina.
Ci aspettano ben dodici ore di viaggio in pulmino. Al contrario di
ieri che abbiamo fatto tante cose, oggi stiamo seduti tutto il giorno
ad ammirare il paesaggio.
Che
barba e che noia? Mica tanto.
Percorrendo
la Panamericana sur attraversiamo panorami fantastici: dune,
scogliere, deserti, montagne sempre aride e a volte ricoperte di
grandi cactus.
Mentre
il panorama e le città scorrono mi sorge un piccola riflessione:
Tutte
le case in Perù sono basse e, fatta eccezione per pochissimi casi,
non sono terminate. Inoltre ci sono moltissime macerie sparse un pò
ovunque, il che mi ha fatto pensare che a causa dei terremoti
frequenti terremoti l'altezza della casa venga mantenuta bassa. Ho
pure pensato che non siano finite perché le hanno appena
ricostruite. In realtà non è così: le case sono basse e non finite
solo per non pagarci le tasse.
Però
c'è anche un'altra ragione per cui le case sono piccole e basse,
basta uscire dalle città per vedere sparse nei campi casette con il
tetto di paglia, costruite da sempre così per tenere tutto
l'ambiente caldo. Qui sembra che non esistano i sistemi di
riscaldamento e l'unico modo per tenere la casa calda è sfruttare il
calore della cucina.
La
lunga strada continua a perdersi a vista d'occhio che sembra non
avere mai fine. Il panorama è talmente vario che prima pare di
essere in Africa, poi in Asia, in Sardegna, in Marocco e una volta
perfino in Italia quando passiamo in mezzo a delle piane coltivate.
Verso
sera iniziamo a salire per raggiungere i 2300 metri di Arequipa. Ci
siamo lasciati alle spalle la costa che non rivedremo più per
inoltrarci sull'immenso altipiano, la cui volta è sgombro dalle
nuvole. Mancano poco meno di due ore quando ci mettiamo alla ricerca
delle prime stelle.
Dato
che l'aria è secca e limpida, anche dopo il tramonto la luce qui
sembra non volersene mai andare del tutto. Eccole che finalmente
appaiono: prima sono solo due, poi sembrano centinaia. Siamo
nell'altro emisfero rispetto al nostro, per cui ci sono costellazioni
diverse e quelle che vediamo solitamente in Italia non sono visibili
e quelle poche che condividono con noi il cielo appaiono rovesciate.
Riconosco una delle due orse, forse un pezzo di Orione e quella che
sembra essere la croce del sud. Non avevo mai visto tante stelle
tutte assieme.
Quando
finalmente arriviamo a destinazione notiamo subito che la città di
Arequipa è molto più bella di Lima, anche lo smog è leggermente
inferiore. Certo che si potrebbe comunque migliorare ancora parecchio
da questo punto di vista, ma è già qualcosa.
Le
case sono tutte basse, ma qui in centro per lo meno sono finite. La
maggior parte conserva un aspetto coloniale e le strade sono
lastricate di mattoni neri.
Stavolta
andiamo veramente a mangiare per la prima volta col gruppo e per
fortuna non ci va male: pannocchia, riso e avocado ripieno di verdure
saltate.
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