Questa
mattina ci inoltriamo nella valle sacra, che da Cuzco ci porterà
fino a Machu Picchu. La prima tappa è Pisac.
Questo
sito Inca nacque ben prima della civiltà che conquistò tutto il
Perù, parte dell'Equador e del Cile. Pare che i primi a insediarvisi
furono uomini della cultura Wari.
Le
terrazze di coltivazione, restaurate di recente, sono circolari,
seguono la linea della montagna e sono state fatte in modo da poter
contenere il terreno su cui crescevano le coltivazioni. Le terrazze
Inca venivano fondamentalmente costruite per due motivi: coltivazione
o estetica.
Nella
valle sacra, grazie ai moltissimi microclimi che ci sono a seconda
dell'altezza, si potevano coltivare moltissime cose come le tante
qualità di mais, quinoa, fave, piselli, patate e molto altro.
Saliamo
ad esplorare le abitazioni degli Inca che vissero qui e ci perdiamo
tra scale, corridoi, case e terrazzini privati. Situato così in alto
fa intendere che città come questa e Machu Picchu non erano delle
eccezioni. Pisaq è molto bella, ma chissà Machu Picchu che
spettacolo.
Poi
dopo circa mezz'ora ce ne andiamo verso il prossimo sito, non prima
di essere passati attraverso l'esercito di venditori, tra i quali
scorgo finalmente il choclo bollito.
A
Quattro Sol l'una prendo due belle pannocchie giganti di Paracay e
scendiamo a valle, verso Ollantay Tambo.
Buonissime
le pannocchie, sono piaciute anche a Cassandra, per cui sono buone
davvero.
Dopo
la pausa pranzo entriamo nel sito vero e proprio, quella della città
del vento.
Nata
con la cultura Wari, tra il settecento e l'ottocento d.C,, pare fosse
una fortezza che venne usata anche durante la guerra contro gli
spagnoli.
Oggi
viene definita la città Inca vivente, perché anche se gli spagnoli
l'hanno conquistata e vi hanno costruito sopra, la struttura è
rimasta pressoché identica. Ci sono ancora tutti i corsi d'acqua che
gli Inca fecero e le rovine delle terrazze e dei templi sopra di
essere sono molto belle.
Il
nome della città deriva da un generale Inca, Ollanta, che visse ai
tempi di Pachakutec, l'Inca che espanse al massimo il territorio
dell'impero.
Salendo
sulle scalinate si arriva a ciò che resta del tempio, qui si possono
vedere come gli Inca costruivano e con che precisione levigavano le
pietre.
Questo
tempio non solo fu distrutto dagli spagnoli, ma prima ancora non fu
nemmeno finito perché non lo era quando scoppiò la guerra.
Sulla
montagna di fronte si possono vedere delle strane strutture che
inizialmente vennero definite come prigioni, ma che in realtà si
capito essere dei magazzini per il cibo, in modo si potesse
conservare in previsione di periodi di scarsi raccolti.
La
storia dice che Manco Inca, combattendo con gli spagnoli, si rifugiò
qui per cercare di riorganizzare un esercito dopo la sconfitta di
Cuzco, ma dovette fuggire anche da qui quando i nemici lo sorpresero
non ancora pronto. Sembra che nella fuga passò anche dalla vicina
Machu Picchu.
Con
la guida Tony Poncharello visitiamo il tempio del sole, poi passiamo
sull'altro versante della montagna dove c'erano altri magazzini,
quindi scendiamo a valle per vedere il tempio dell'acqua.
Uscendo
dal sito siamo tutti un po' eccitati perché stiamo per andare a
prendere il treno che ci porterà ad Aguas Caliente.
Salutiamo
Tony-Uriel, che ci raccomanda di non bere questa sera perché domani
sarà una dura giornata, e saliamo sul trenino panoramico. Carino,
con la sua andatura da crociera che si insinua nella valle sacra
seguendo il corso sinuoso dell'Urabamba. L'unica nota negativa è il
prezzo davvero esorbitante per un'ora e mezza di treno d'epoca: cento
dodici dollari tra andata e ritorno. Hai capito 'sti peruviani che
dritti?
Quando
scendiamo ad Aguas Caliente comprendiamo ancora di più che la
questione economica non si limita al prezzo del biglietto del treno:
Mentre gli altri vanno a cena io e Cassandra tentiamo di cambiare un
po' di dollari per fare qualche acquisto, ma ci vengono proposti dei
cambi da aguzzino, così desistiamo. I souvenir li compreremo a Cuzco
dove i prezzi sono molto più accessibili.
Per
cena, oltre alle nostre solite razioni da campo, arricchiamo il pasto
con dei pomodori e della palta, sempre freschissima e buonissima.
Quando
andiamo a dormire, nonostante l'hotel sia il più bello e comodo di
quelli sperimentati fin'ora, scopriamo subito la sòla: c'è una
discoteca proprio sotto di noi.
Nessun commento:
Posta un commento