lunedì 16 ottobre 2023

Distese infinite

 

Dopo colazione e toilette, parte l’ultimo smontaggio delle tende e ricomposizione delle jeep. Mettiamo in moto ma non torniamo da dove siamo venuti, bensì proseguiamo tra le dune sulla spiaggia.

Pochi minuti e il paesaggio da oasi si appiattisce velocemente per tornare quello delle steppe kazake.

Pianura a perdita d’occhio, di un verde appena accennato, qualche cespuglio qua e là. Questo è il Kazakistan che abbiamo visto. Diventa fin quasi comprensibile che Roman e Denis si fossero così tanto entusiasmati per il mare con le dune, indifferentemente che la spiaggia fosse disseminata di rifiuti o meno.

Fa sempre parte del viaggio cercare di imparare il modo di vedere e vivere dei popoli che visitiamo. Anche se in apparenza ci sentiamo simili, i concetti e gli ideali cambiano sempre.

Io vivo a Roma e penso sempre di essere fortunato perché è una riserva quasi infinita di insegnamenti tramandati dal passato, un manuale che se imparato e adattato ai nostri tempi potrebbe essere usato per non ripetere gli errori già commessi. È storia.

Ci vantiamo che i nostri monumenti siano i più visitati al mondo ogni anno, in realtà i visitatori sono un’inezia rispetto a tutte le persone che vivono su questo pianeta.

Intanto che scrivo il mio viaggio continua, la spiaggia e le dune sono sparite e a cambiare il panorama compare ogni tanto qualche cavallo al pascolo.

Arriviamo ad un faro dall’aspetto antico. È stato costruito 80 anni fa, ormai inutilizzato, sostituito dai satelliti.

La struttura è comunque ancora molto bella.

La vastità dell’orizzonte mi riporta a riprendere le riflessioni di prima: forse se tutti avessero le nostre idee ci sarebbero più problemi. Se veramente tutte le strade portassero solo a Roma, o Parigi, o Londra, New York sai che noia? Una volta visti questi pochi posti non ci sarebbe più niente da fare.

Questa deviazione forse è servita più a noi, non tanto per apprezzare i posti delle fragole dei russi kazaki, quanto per valorizzare e apprezzare ancora di più ciò che abbiamo visto in questi pochi giorni, rendendoli dei ricordi indimenticabili.

Toh, un cammello.

Passiamo accanto ad una struttura recintata dove ci sono anche due vagoni arrugginiti di un treno passeggeri. Pare che qui ci sia un geiser con una sorgente termale calda, ma i locali hanno recintato tutto per costruire un centro termale.

La ricerca della strada per Aktau continua.

Arriviamo ad una distesa liscia e infinita che in inverno diventa una palude.

È casa loro e Denis è contento di mostrarci anche questo. Hanno un’aria più felice rispetto ai giorni in cui eravamo nel deserto. Probabilmente anche perché stanno tornando dalle loro famiglie. Dal mio punto di vista, che sono venuto qui proprio per le meraviglie del deserto, è quasi inconcepibile vedere qualcosa di bello in questa zona, poi mi vengono in mente le parole di Ilaria, archeologa che fa la guida a Roma: dopo quattro volte consecutive che faccio il Colosseo e il Palatino, inizio a non poterne più perfino io…

In fondo alla palude piatta e asciutta, dietro i miraggi, si vedono i comignoli delle fabbriche di Aktau.

Prima di entrare in città c’è una bella sorpresa: passiamo in mezzo alla discarica. Tanto per avere il quadro completo.

Volevi il Kazakistan? Anche questo è il Kazakistan, mò so kazaki tuoi.

Usciamo finalmente sull’asfalto e passiamo accanto al resort dei turchi, il Rixos. Gli stessi che volevano costruire l’hotel dentro Bozhira.

Denis dice che è talmente caro che nessuno ad Aktau se lo può permettere, anzi, gli costa meno prendere l’aereo e andare sul mar Rosso.

Da lontano vediamo una riserva naturale di acqua dolce che viene usata dagli uccelli migratori.

Poi una grande fabbrica, che in realtà è la struttura che trasforma l’acqua salata in dolce. Costruita molti anni fa, ormai non è più sufficiente per la città che è cresciuta fino a 500000 abitanti.

Inoltre il mar Caspio in questo modo si sta lentamente asciugando e si teme che possa fare la fine del lago d’Aral, anche se ci vorrà molto più tempo considerando le sue dimensioni.

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