Ci ho messo un po' ad addormentarmi ieri sera. Del resto erano anni che non dormivo in tenda. Devo ammettere che alla fine ho dormito bene.
Con calma svuotiamo la
tenda, facciamo colazione ottima e abbondante, quindi bagno.
Il campo è
organizzatissimo, non faccio neanche in tempo a vedere come si smonta la tenda
che Denis ha già fatto tutto.
Non dobbiamo attendere
molto, giusto una decina di minuti e le jeep vengono a recuperarci per portarci
sulla sommità del canyon per fare qualche foto dall’alto, poi lentamente
usciamo fino a ritrovare la strada asfaltata che ci porterà in una zona
abitata.
Un paio di notizie sul
Kazakistan che rimediamo durante la sosta al minimarket. La nostra compagna di
viaggio Gaia infatti, anche se vive e lavora a Milano da moltissimi anni, è
russa e quindi parla la stessa lingua di Roman e Denis. Da subito ha aperto un
fitto dialogo con loro che sono Kazaki, ma di origine russa.
Qui in estate fa
mooolto caldo, in inverno invece fa freddo ma non così tanto come si potrebbe
pensare: se nevica la mattina, già al pomeriggio la neve si è sciolta.
Tutti hanno poi il
lavoro estivo e quello invernale. Denis è un saldatore, mentre Roman ha un
negozio di autoricambi per fuoristrada.
Denis e Roman, parlano
russo e il kazako lo capiscono, ma non lo parlano.
I kazaki, quelli che
parlano kazako vero, sono musulmani e quindi potrebbero avere la seconda, la
terza moglie, ecc… sempre che siano in grado di mantenere lei ed i figli.
C’è però un’altra
condizione: la prima moglie deve dare il proprio consenso all’eventuale nuova
arrivata. Qui spesso non questo non avviene, e allora i Kazaki registrano
l’altra donna come amante. Questo non l’ho capito molto bene, ma come fanno? C’è
un’anagrafe per le amanti?
È il caso di dire che
non ci ho capito un kazako.
Quando ne usciamo ormai abbiamo un master in andrologia.
Ma come si sono formate
delle rocce dalle forme così sferiche? Essendo questa zona un tempo il fondo di
un mare, sembra che le forti correnti abbiano impastato la sabbia facendola
ondeggiare avanti e indietro, un po' come quando facciamo i pupazzi di neve,
crescendo di dimensione ad ogni passaggio.
Alcune non hanno proprio la forma sferica perfetta, altre invece sembrano più sfere sovrapposte, comunque non è una cosa che si vede tutti i giorni.
Salgo fino alla cima e arrivo praticamente a metà del canyon, da dove si può ammirare un gran bel panorama immersi in un silenzio placido.
Circumnavighiamo la montagna e andiamo a vederne anche il retro, quindi continuiamo per la Valle dei Castelli.
Il posto è bellissimo, sembra quasi di stare in uno dei famosi parchi americani. Alcune montagne, scolpite dalla pioggia e dal vento sembrano mostrare il colonnato di un anfiteatro.
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