Kazungula - Kasane - Game
drive – Kazungula
Sveglia
alle 4:50. Che legnata. Fa un freddo becco e c'è ancora buio pesto.
Radunati
nel villaggio turistico da dove partono le escursioni, ci siamo
imbacuccati tutti come se stessimo partendo per una spedizione
polare.
Saliamo
sulla jeep, rigorosamente aperta, e anche se non dobbiamo fare molta
strada per arrivare al parco, stavolta ci danno delle coperte calde
da metterci addosso.
Entriamo
nel parco che non c'è ancora luce.
Meglio
così, forse riusciamo a vedere qualche grosso gatto ancora in
azione.
La
prima cosa che noto, oltre alla strada ricca di buche da primato, è
la moltitudine di jeep che scorrazzano per il parco. Non saranno
troppe? Non faranno scappare gli animali?
Come
al Moremi, anche qui la vegetazione accanto alle strade è ricca e
piuttosto fitta. Dobbiamo tenere gli occhi aperti per cercare di
scorgere ogni minimo movimento.
Procediamo
al buio per una buona mezz'ora, poi l'alba.
Di
animali ancora nulla, del resto era buio, difficile vederli.
La
nostra jeep prende la strada che porta a sinistra, seguendo da
lontano il corso del fiume Chobe, lo stesso che abbiamo navigato la
sera prima.
Davanti
a noi altre due mezzi che ogni tanto si fermano per fotografare dei
fagiani o degli uccelli. Tutta roba già vista e rivista,
proseguiamo.
Ad
un certo punto le tre jeep si fermano in mezzo alla strada e gli
autisti iniziano a parlottare tra loro. Puntano qualcosa sulla
sabbia. Quando ci passiamo accanto, il nostro autista ce lo indica:
grosse ed evidenti tracce di leoni. Cobus ci aveva spiegato che
avendo visto tanti bufali il giorno prima, era possibile che oggi ci
fossero anche loro. Li seguono a distanza. E ha aggiunto che qualche
anno fa arrivò una grande mandria proprio sull'isola
dove li abbiamo visti ieri. Quando i bufali si sono tuffati per
tornare a riva nuotando, i leoni, 'sti volponi, si sono messi ad
aspettarli sulla spiaggia. Il capo branco dei bufali allora si è
fermato.
Automaticamente anche tutto il branco ha smesso di nuotare. Peccato
che in questo modo i bufali sono affondati affogando. I leoni hanno
aspettato pazientemente con il tovagliolo al collo, per poi
ringraziare per il pasto recuperato senza colpo ferire.
Le
tracce dei felini sembrano fresche, per cui tutti, sfidando il gelo,
estraggono la macchina fotografica per immortalare le belve.
Il
game drive finisce qui.
Avremmo
ancora molto tempo, ma in pratica giriamo a vuoto per un’ora, forse
un’ora e mezza senza vedere mai nulla.
Perfino
l'autista non sa più dove dirigersi per cercare qualche straccio di
animale da farci vedere.
Dopo
due ore troviamo un branco di babbuini che sta facendo colazione in
riva al fiume.
Scendiamo
pure dalla jeep per fare pipì.
Solitamente
è pericoloso, stavolta l'autista non prova nemmeno a fermarci, forse
perché ancora prestissimo.
In
realtà credo che il motivo sia che tanto, oltre alle scimmie, non ci
sono altri animali in giro.
Il
tempo a nostra disposizione sta per scadere, così ce ne torniamo
delusissimi verso l'uscita del parco.
I
piccoli avvistamenti di un bufalo e un ippopotamo,
ce l'ho, gazzelle, ce l'ho, un facocero, ce l'ho, qualche aquila, ce
l'ho, un gruppo di avvoltoi, manca. Ma non sono leoni.
Nulla
di tutto questo servirà a cancellare la nostra delusione.
Il
resto della giornata la passeremo in totale relax, cercando sulla
televisione locale qualche documentario sui grossi felini e, giusto
per vedere che effetto fa, fotografando il quadro di un leopardo che
c'è appeso in camera.
All'ora
di cena Cobus si mette al braciere per il secondo apprezzato
barbecue, quindi quando la luce cala,
possiamo
tornare ad ammirare la meravigliosa Via Lattea.
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