venerdì 11 agosto 2017

Va a ciapà i Rand! - Giorno 17

Maun - Mokoro - Volo sul delta dell'Okavango – Maun


Stranamente la mattina inizia con la sveglia decisamente più tardi del solito: vengono a prenderci alle 8 per fare l'escursione sulle tipiche barche di legno dette mokoro.
Per arrivare sul vero delta dell’Okavango però, saltiamo su un motoscafo che ci dovrà portare a destinazione. Nel tragitto abbiamo la possibilità di vedere un bel varano, un’aquila pescatrice e un altro piccolo uccello pescatore.
Giunti a destinazione dopo una ventina di minuti sfrecciando sull'acqua, ci fanno salire sui mokoro. Non sono di legno come la tradizione vorrebbe, bensì in vetro resina. Però la forma è la stessa e così dovrebbe essere inaffondabile. Sempre che non incrociamo un ippopotamo, ovviamente.
Io e Cassandra, spinti da Obi, il capo degli spingitori di mokoro, rimaniamo ultimi, così butto qualche domanda sul fiume e la fauna. Dice che qui, oltre coccodrilli e ippopotami, ci sono elefanti e tutti gli altri animali, grandi felini compresi. Essi nuotano verso le isole del delta e, conseguentemente, i predatori li seguono.
L'acqua sembra pulita ma è rossa a causa della ricca vegetazione rossastra che copre tutto il fondale. In superficie è ricca di ninfee i cui gambi pare siano commestibili e molto gustosi. Anche la base dei fiori sembra un tubero. È commestibile, ma non ha un sapore adatto a tutti.
Navighiamo dolcemente per un po' in modo talmente rilassante che sto quasi per addormentarmi. Per fortuna arriviamo all'attracco di un’isola e scendiamo per camminare in mezzo al bush, cosa che non avevamo ancora sperimentato.
Sotto la guida di Obi seguiamo le tracce di un formichiere che ha scavato molte buche nella zona in cerca di formiche di suo gusto, quindi ci addentriamo fino a trovare tracce fresche di zebre, elefanti e ippopotami, che, come ho già detto, sono gli animali più pericolosi di tutti. Di giorno dormono in acqua idratando la delicatissima pelle, evitando che si spacchi. Di notte si muovono anche sulla terra e sono letali. Anche se sono erbivori, difendono il territorio e con un solo morso possono facilmente tagliare in due una persona.
Arriviamo ai piedi di un Baobab, il cui frutto sembra essere molto buono da mangiare. Osservandolo da vicino notiamo, come in altre occasioni, che il Baobab sembra avere una strana corteccia, come se fosse ricresciuta a strati. Obi ci invita a girare attorno all'albero rivelando così delle grandi ferite. Dice che sono stati gli elefanti, molto ghiotti della loro corteccia.
La cosa più incredibile però è che il Baobab, messo alle strette reagisce: emette un feromone in grado di scacciare l'elefante. Non solo, questo feromone è capace di “avvertire” anche gli altri Baobab nella zona, che emettendo a loro volta lo stesso mezzo biochimico, riescono a scamparla senza alcun problema. Anche le piante comunicano, quindi... This is Africa.
Camminiamo per una buona mezz’ora e poi ritorniamo alle barche, non prima di mangiare il pranzo.
Stavolta Obi spinge sull'acceleratore e ci mettiamo pochissimo, anche perché il pilota del motoscafo era già venuto a cercarci su un altro mokoro.
Anche questo ha fretta e al ritorno spinge il motore a tavoletta. Solo quando vede un varano e due coccodrilli frena di colpo e ce li indica.
Torniamo al campeggio in orario, pronti a ripartire per l'altra grande avventura che ci aspetta: il volo sul delta dell'Okavango.


Decantato come l'escursione top del viaggio, non immagino nemmeno quello che mi aspetta.


Convinto che sia un volo naturalistico per vedere i mille disegni e colori del paesaggio che uno dei delta più grandi del mondo può creare, mi rendo conto di non averci capito proprio un benedettissimo: sul terreno sotto di noi cominciano ad apparire animali di tutti i tipi: antilopi, ippopotami, giraffe, kudu, gazzelle e poi bufali. Una mandria di bufali.


Ma anche gli elefanti non scherzano. Inizialmente se ne vedono alcuni isolati, ma poi appaiono gruppi sempre più numerosi.


Uno spettacolo incredibile e fantastico, un documentario vivente letteralmente gustato in una cornice, quella del delta, meravigliosamente dinamica e colorata.

Il volo dura quarantacinque minuti e vale tutti i cento dollari spesi.
Unica nota negativa la posizione di Cassandra: già è bassina e mezza ciecata, poi è stata infilata nell'unico posto dell'areo senza il finestrino. Non vedrà molto durante il volo...
Io rifarei il volo all’istante, magari con un'altra macchina fotografica più professionale, ma Cassandra temo che mi aspetterebbe al negozio di souvenir con un conto salatissimo di acquisti fatti.


Mentre eravamo in volo, Cobus è andato a fare la spesa: vuole cucinare ancora lui. In serata infatti si è dato da fare per il primo barbecue accompagnato da pane pesantemente condito con l’aglio. La carne in Botswana è rinomata per la sua bontà.
Mah, io e Cassandra ci teniamo lontani dalla griglia e addentiamo le nostre razioni arricchendole con dell'ottimo avocado.

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