Roy's
Rest camp - Rundu - Divundu - Ngepi Camp
Giornata
di viaggio per arrivare il più vicini possibile al confine con il
Botswana. Cobus ci
avverte essendo molto vicino al fiume Okavango, il nostro prossimo
camping è sovente soggetto ad allagamenti. Ci incamminiamo quindi
con la prospettiva di dover sconfinare già oggi in Botswana e
campeggiare da qualche parte.
Essendo
solo una semplice giornata di viaggio, cosa poteva succedere per
movimentare un po' la monotonia?
Come
l’autista afferma: “Solo una cosa poteva ancora capitare”.
Oh
yes: buchiamo una gomma.
È
la ruota del carrello a cedere, e non è mica con un chiodino, bensì
un taglio di circa dieci centimetri.
Alla
voce “Disgrazie verificatesi in viaggio”, possiamo barrare
un’altra casellina finora rimasta incredibilmente vuota. Per
completare l’album Panini, ci rimane l’invasione delle
cavallette, un’inondazione, la piaga d’Egitto e un rapimento
alieno.
Il
disastro aereo direi che, anche se i milanesi l’hanno solo sfiorato
nel viaggio d'andata, possiamo tranquillamente barrarlo.
Il
cambio gomma è una sciocchezza per noi che abbiamo passato ben di
peggio in questo viaggio. Malus lo porta a termine con quasi una mano
sola. Nell’altra teneva la sigaretta.
Ora
però ci sarà da recuperare una nuova ruota di scorta per il
carrello. Vista la frequenza di imprevisti, meglio non rischiare.
Giunti
a Rundu, una cittadina ricca di autofficine e gommisti, ci mettiamo
subito alla ricerca. Solo al terzo tentativo riusciremo
a recuperare lo pneumatico.
Il
resto del viaggio è attesa, ingannata dai soliti spuntini e
caramelle, per vedere se il camping è agibile o meno.
Siamo
ben oltre la metà del viaggio e, come tutti, la stanchezza inizia a
farsi un po' sentire. Per fortuna questa sera dovrebbe essere
l'ultima volta che montiamo le tende, domani invece è l'ultima volta
che le smontiamo. D'ora in avanti troveremo tende già montate con
lettini comodi. Se ci penso mi commuovo.
Giunti
finalmente a destinazione verso le tre, usciamo dalla strada
principale per imboccare quattro chilometri di sterrato molto
avventuroso. Senza nemmeno pagare un supplemento, balliamo peggio che
su una giostra di Gardaland.
Il
camping, fortunatamente asciutto, è bellissimo. Oltre tutto ha degli
strani, bizzarri, ma unici bagni, situati in mezzo alla foresta.
L’acqua della doccia è ancora scarsa e freddina, ma ormai ci
abbiamo fatto l’abitudine.
Piantiamo
le tende sull'erba! Oggi niente sabbia polverosa, dura e scomoda.
Erba soffice in cui i picchetti entrano con le mani. Un sogno. Alla
fine mi stupisco di non aver usato nemmeno un chiodo, solo esili
picchetti.
Inoltre
il camping si affaccia sul fiume Okavango,
che delimita il confine con il Botswana.
Ci
sono diverse terrazze sull'acqua da cui osservare il tramonto e
ascoltare i maestosi versi degli ippopotami, di cui il fiume, assieme
ai coccodrilli, è infestato.
L’ippopotamo
è l’animale più pericoloso dell’intera Africa. Detiene il
primato di uomini ammazzati.
Nel
fiume c’è anche una piscina circondata da una gabbia, per fare il
bagno protetti. Non ho fatto il bagno. Non avevo paura eh, solo che
siamo in inverno...
C'è
anche un bel bar con il wifi. Tutto bellissimo.
Dopo
cena l’autista, che si è rilassato un po’, estrae dal cilindro
altra legna per il falò e, anche se sotto gli alberi non si vedono
le stelle, è sempre bello riscaldarsi e farsi ipnotizzare dalla
danza delle fiamme.
Per
ammirare la volta celeste bastano pochi passi. Un mare di stelle che
da sempre hanno orientato gli esploratori, i viaggiatori, gli
avventurieri. Conosco poco queste stelle, ma so che seguendole non
possiamo sbagliare strada.
Ormai
ogni sera quando le guardo, mi viene spontaneo rivolgere loro la
stessa richiesta:
“Guidateci stelle sconosciute, indicateci la strada verso il
prossimo viaggio, perché di avventure non ne abbiamo ancora
abbastanza”.
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