martedì 8 agosto 2017

Va a ciapà i Rand! - Giorno 14

Roy's Rest camp - Rundu - Divundu - Ngepi Camp

Giornata di viaggio per arrivare il più vicini possibile al confine con il Botswana. Cobus ci avverte essendo molto vicino al fiume Okavango, il nostro prossimo camping è sovente soggetto ad allagamenti. Ci incamminiamo quindi con la prospettiva di dover sconfinare già oggi in Botswana e campeggiare da qualche parte.
Essendo solo una semplice giornata di viaggio, cosa poteva succedere per movimentare un po' la monotonia?
Come l’autista afferma: “Solo una cosa poteva ancora capitare”.
Oh yes: buchiamo una gomma.
È la ruota del carrello a cedere, e non è mica con un chiodino, bensì un taglio di circa dieci centimetri.
Alla voce “Disgrazie verificatesi in viaggio”, possiamo barrare un’altra casellina finora rimasta incredibilmente vuota. Per completare l’album Panini, ci rimane l’invasione delle cavallette, un’inondazione, la piaga d’Egitto e un rapimento alieno.
Il disastro aereo direi che, anche se i milanesi l’hanno solo sfiorato nel viaggio d'andata, possiamo tranquillamente barrarlo.
Il cambio gomma è una sciocchezza per noi che abbiamo passato ben di peggio in questo viaggio. Malus lo porta a termine con quasi una mano sola. Nell’altra teneva la sigaretta.
Ora però ci sarà da recuperare una nuova ruota di scorta per il carrello. Vista la frequenza di imprevisti, meglio non rischiare.
Giunti a Rundu, una cittadina ricca di autofficine e gommisti, ci mettiamo subito alla ricerca. Solo al terzo tentativo riusciremo a recuperare lo pneumatico.
Il resto del viaggio è attesa, ingannata dai soliti spuntini e caramelle, per vedere se il camping è agibile o meno.
Siamo ben oltre la metà del viaggio e, come tutti, la stanchezza inizia a farsi un po' sentire. Per fortuna questa sera dovrebbe essere l'ultima volta che montiamo le tende, domani invece è l'ultima volta che le smontiamo. D'ora in avanti troveremo tende già montate con lettini comodi. Se ci penso mi commuovo.
Giunti finalmente a destinazione verso le tre, usciamo dalla strada principale per imboccare quattro chilometri di sterrato molto avventuroso. Senza nemmeno pagare un supplemento, balliamo peggio che su una giostra di Gardaland.
Il camping, fortunatamente asciutto, è bellissimo. Oltre tutto ha degli strani, bizzarri, ma unici bagni, situati in mezzo alla foresta. L’acqua della doccia è ancora scarsa e freddina, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.
Piantiamo le tende sull'erba! Oggi niente sabbia polverosa, dura e scomoda. Erba soffice in cui i picchetti entrano con le mani. Un sogno. Alla fine mi stupisco di non aver usato nemmeno un chiodo, solo esili picchetti.
Inoltre il camping si affaccia sul fiume Okavango, che delimita il confine con il Botswana.

Ci sono diverse terrazze sull'acqua da cui osservare il tramonto e ascoltare i maestosi versi degli ippopotami, di cui il fiume, assieme ai coccodrilli, è infestato.
L’ippopotamo è l’animale più pericoloso dell’intera Africa. Detiene il primato di uomini ammazzati.
Nel fiume c’è anche una piscina circondata da una gabbia, per fare il bagno protetti. Non ho fatto il bagno. Non avevo paura eh, solo che siamo in inverno...
C'è anche un bel bar con il wifi. Tutto bellissimo.
Dopo cena l’autista, che si è rilassato un po’, estrae dal cilindro altra legna per il falò e, anche se sotto gli alberi non si vedono le stelle, è sempre bello riscaldarsi e farsi ipnotizzare dalla danza delle fiamme.
Per ammirare la volta celeste bastano pochi passi. Un mare di stelle che da sempre hanno orientato gli esploratori, i viaggiatori, gli avventurieri. Conosco poco queste stelle, ma so che seguendole non possiamo sbagliare strada.
Ormai ogni sera quando le guardo, mi viene spontaneo rivolgere loro la stessa richiesta: “Guidateci stelle sconosciute, indicateci la strada verso il prossimo viaggio, perché di avventure non ne abbiamo ancora abbastanza”.

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