giovedì 3 agosto 2017

Va a ciapà i Rand! - Giorno 10

Palmwag - Epupa Falls




Notte abbastanza tranquilla anche se la sveglia continua a suonare troppo presto.

Io e Cassandra siamo sempre tra i più lenti a smontare il campo, ma tanto poi le operazioni di carico sono lunghe.

Viaggiamo tutto il giorno verso le cascate Epupa, dove il fiume Kunene fa da confine tra Namibia e Angola.


Il viaggio è lungo. Ci fermiamo ogni due d'ore per i pipì stop. Durante il tragitto, tra uno spuntino e l’altro, vedremo molte antilopi e gazzelle. 

Verso mezzogiorno arriviamo ad Opuwo, dove riusciamo finalmente a trovare una banca per cambiare i nostri euro in dollari namibiani che avevamo finito.

Un'ultima spesa di gruppo per rimpinguare le scorte di acqua e ripartiamo.

Da qui in avanti attraversiamo un territorio molto vasto, disseminato di capanne di legno, dove i soli animali che vediamo sono capre e mucche, probabilmente siamo entrati nelle terre popolate dagli Himba.

Iniziamo a vedere anche i grandi Baobab fotografandone un paio.

Proprio mentre sostiamo in mezzo al bush, spunta dal nulla un ragazzo con uno strano cappello azzurro con la punta rivolta all'indietro.

Cassandra lo adocchia subito e Noemi tenta di comunicare con lui, ma purtroppo non conosce altro che la sua lingua.

L'unica parola comprensibile che dice è Sweetie. Capiamo che vuole dolci.

Pier però ci avvisa che non dobbiamo dare dolci alle persone del posto perché lo zucchero distrugge i loro denti e qui non esistono i dentisti.

Allora Cassandra estrae dal cilindro un pacchetto di caramelle senza zucchero e gliele caccia in mano.

Lui non capisce e ci guarda come a dire: cosa me ne faccio di una scatoletta colorata. Pietro la riprende, la apre e gli mostra come scartare le caramelle. Il ragazzo fa un verso serio: mmmh, adesso ho capito. Poi le richiude e le mette nel pacchettino di nocciole che Caterina ha aggiunto al dono. Per come le trattava e se le è subito nascoste, credo che le terrà per le grandi occasioni.

Noemi cerca di farsi dire il suo nome, ma l'unica cosa che ottiene ò quella di scattargli una foto, poi lo salutiamo.

Arriviamo alle cascate Epupa nel tardo pomeriggio e montiamo subito il campo.



Il terreno è durissimo anche qui e facciamo una gran fatica a piantare chiodi e picchetti. Io e Cassandra siamo diventati ufficialmente i più lenti, soprattutto perché dopo un po’ Cassandra se ne va a riposare, godendosi lo spettacolo di questo poveraccio che fatica come un mulo, da solo.

Il posto però è molto bello e siamo stati fortunati a trovare una piazzola libera. Siamo accampati proprio sul ciglio delle acque, dove pochi metri più in là si gettano nel vuoto delle cascate.

La temperatura è aumentata parecchio rispetto ai giorni precedenti e con essa anche l'umidità. Il montaggio infatti mi costerà una bella sudata e quando “finiamo", ci muoviamo subito per una mini escursione accompagnati da Owen, una guida che ci porta a vedere le cascate dall'alto.

Owen adocchia subito la maglietta che indosso con la scritta in inglese che dice: "Ho speso il 90% dei mie soldi in alcol e donne, il resto li ho sperperati. G. Best", e dice ridendo che è proprio quello che lui ha fatto della sua vita.



L'escursione è proprio breve. Dopo un primo affaccio da brividi sulle cascate ci spostiamo un po' più indietro. Dovremmo anche salire per vederle illuminate dal sole del tramonto, ma il tempo è pochissimo, siamo quasi al limite.
Come se non bastasse la nostra lentezza da fotomani, veniamo distratti da un grosso varano e perdiamo ancora tempo. Quando iniziamo la salita ci troviamo di fronte un gigantesco baobab e ci scappa un'altra foto.

Tempo!

Il sole è sceso dietro il crinale. Ora le cascate sono passate al lato oscuro.

Per sfizio, io, Cassandra e Giovanni saliamo ugualmente fino ad un punto panoramico da dove si vedono altre due cascate rimaste nascoste fino a quel momento. Questo perché sono sul lato del Kunene facente parte dell’Angola.

È in questo momento che sentiamo per la prima volta, anche se blanda, la presenza di zanzare. Per stare tranquilli ci riempiamo di repellente, sia sulla pelle che sulla tenda.

Subito prima di mangiare abbiamo modo di scoprire il wifi libero e un bar che vende lattine di birra, aumentando ancora di più il fascino di questo camping. Essendo a stecchetto da un po’, non resisto e prendo una birra namibiana. Non male!

A cena Daniele estrae la carta degli spaghetti ai funghi. Buoni, ma un po’ sabbiosi. Del resto la polvere è il condimento più utilizzato in questo viaggio.

Anche stasera Cobus è allegro e ciarliero. Afferma che recenti studi hanno scoperto la predilezione dei Leoni per la carne degli erbivori, e quindi dei vegetariani.

Gli rispondo con il titolo di questo diario: Ma va a ciapà i Rand!

Altro punto a favore del campeggio è il cielo. Anche se in parte coperto dagli altissimi alberi, c’è pochissima illuminazione artificiale e così possiamo ammirare una volta celeste davvero bella. Spero che non sia l’ultima volta che la vediamo così bene.

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