domenica 6 agosto 2017

Va a ciapà i Rand! - Giorno 12

Camping scalcinato – Parco nazionale Etosha - Halali

Sveglia alle 5,15 così da essere pronti alla partenza per le 7.
Salutiamo senza troppi rimpianti questo camping scalcinato e partiamo per un lungo viaggio verso il parco nazionale Etosha.
Andremo abbastanza piano perché Cobus ha ancora qualche dubbio sulla tenuta del carrello, per cui arriviamo al cancello Ombika all'una e trenta circa. In questo modo abbiamo tempo per visitare il parco fino a domani alla stessa ora.
Già prima di arrivare qui, sulla strada che costeggia i confini di questo grandissimo parco, abbiamo visto diversi animali come scimmie, giraffe, facoceri e tantissimi uccelli colorati e dalle strane forme.
Appena passati i cancelli incontriamo altre tre giraffe, zebre e antilopi. Da lontanissimo scorgiamo anche tre elefanti. Cobus neanche si ferma, sa che questo non è neanche l'antipasto di quello che ci aspetta.
Finalmente si comincia a fare sul serio.
Pochi chilometri e siamo al cancello Okaukuejo, oltre il quale inizia il vero parco Etosha. Come dicevo si tratta un parco grandissimo dove gli animali vivono liberi, la sua estensione è pari a quella del Piemonte. Noi non riusciremo a vederlo tutto, ci vorrebbero tre giorni, dobbiamo accontentarci di vederne una buona parte.
Bastano poche centinaia di metri e, ad un passo molto blando, ecco comparire gazzelle, antilopi, orici e zebre.
Soprattutto zebre, di due tipi diversi e poi un mare di antilopi e gazzelle.
Andiamo piano sperando di scorgere qualcos'altro, ma abbiamo poche speranze: fa troppo caldo e i predatori a quest'ora dormono.
Vedremo però l'uccello segretario che avanza con la sua strana andatura, poi il Kori bustard, detto anche cacciatore di serpenti, e altri coloratissimi volatili tra cui alcuni che sembravano uccelli del paradiso.
Per il resto del tragitto fino al camping gli avvistamenti sono scarsi e molto vaghi. Riesco a scorgere da lontano un'antilope rossa e forse un klipspringher o un dik dik, non si capisce bene cosa si nascondeva nell'erba alta.
Verso le quattro e mezza varchiamo la soglia del camping e subito ci mettiamo a montare le tende. Incredibilmente i chiodi entrano nel terreno senza problemi e finisco per primo. Un po’ a disagio per questo strano evento aspetto che gli altri concludano e poi tutti si va a vedere la pozza d'acqua per cui Halali è famosa.
È già il tramonto quando arriviamo e tutto è immerso in un cielo rosso. Abbarbicati sulle rocce di una rupe ci sono tante persone che come noi, osservano strabiliati un rinoceronte nero che si sta abbeverando nella pozza d'acqua a pochi metri, circa cinquanta.
Il silenzio cerimoniale in cui si svolge l'osservazione ha un che di religioso.
Scatto qualche foto poi il rinoceronte si allontana trottando pesantemente sul terreno. E' impressionante anche solo sentire il suono del suo passo come un grande tamburo che riecheggia nella savana.

Ancora senza parole rimaniamo ad osservare la luce del tramonto svanire, in attesa che inizi il prossimo spettacolo.
Molta della gente però se ne va. Quando dopo venti minuti non è cambiato ancora nulla, ce ne andiamo anche noi a preparare la cena. Torneremo dopo mangiato, magari saremo ancora più fortunati.
Consumata la cena, mentre ci prepariamo per tornare alla buca, gli ululati delle iene riempiono l'aria. Alcuni sembrano molto vicini. Effettivamente abbiamo posizionato le tende proprio in fondo al camping, al limite con il parco esterno. Speriamo che stanotte non vengano a farci visita, non per altro, ma non avrei nulla di adatto da mettermi.
Cobus ci dice che le iene si stanno chiamando perché sentono e seguono gli spostamenti dei leoni. Sono interessati ai cuccioli.
I leoni invece comunicano tra loro per mezzo di ultrasuoni emessi dallo stomaco. Sono in grado di raggiungere altri leoni lontani fino a cinque chilometri. Tanto per rimanere in tema di telecomunicazioni, scopriamo che anche gli elefanti possono fare qualcosa di simile, ma arrivando a coprire una distanza di ben dieci chilometri. Marconi non si è inventato niente.
L'autista ci avvisa che dobbiamo affrettarci perché potremmo vedere il leopardo con i due cuccioli che va ad abbeverarsi. L'evento avviene puntualmente tutti i giorni, anche se ovviamente non si sa a che ora.
Speranzosi ci precipitiamo alla pozza, ma vediamo molta gente che se ne sta tornando. Le rocce sono piene e ben presto si svuotano.
Passa mezz’ora e non si vede nulla. Inizio a temere che lo spettacolo sia già avvenuto.
Uno alla volta se ne vanno tutti tranne me, Cassandra, Daniele e un paio di cinesi, uno dei quali con una brutta tosse.
Immersi nel silenzio e nella luce arancione puntata sulla pozza, chiudo gli occhi. Non so quanto tempo è passato quando mi sveglia Cassandra con una gomitata. Sto per protestare, lei invece mi indica qualcosa: uno sciacallo sta per abbeverarsi. Si guarda in giro sospettoso. Forse ha sentito un rumore perché se ne va subito.
Straaddormentati io e Cassandra lasciamo il cambusiere Daniele a guardia del forte e ce ne torniamo in tenda.

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