Camping scalcinato –
Parco nazionale Etosha - Halali
Sveglia
alle 5,15 così da essere pronti alla partenza per le 7.
Salutiamo
senza troppi rimpianti questo camping scalcinato e partiamo per un
lungo viaggio verso il parco nazionale Etosha.
Andremo
abbastanza piano perché Cobus ha ancora qualche dubbio sulla tenuta
del carrello, per cui arriviamo al cancello Ombika all'una e trenta
circa. In questo modo abbiamo tempo per visitare il parco fino a
domani alla stessa ora.
Già
prima di arrivare qui, sulla strada che costeggia i confini di questo
grandissimo parco, abbiamo visto diversi animali come scimmie,
giraffe, facoceri e tantissimi uccelli colorati e dalle strane forme.
Appena
passati i cancelli incontriamo altre tre giraffe, zebre e antilopi.
Da lontanissimo scorgiamo anche tre elefanti. Cobus neanche si ferma,
sa che questo non è neanche l'antipasto di quello che ci aspetta.
Finalmente
si comincia a fare sul serio.
Pochi
chilometri e siamo al cancello Okaukuejo, oltre il quale inizia il
vero parco Etosha. Come dicevo si tratta un parco grandissimo dove
gli animali vivono liberi, la sua estensione è pari a quella del
Piemonte. Noi non riusciremo a vederlo tutto, ci vorrebbero tre
giorni, dobbiamo accontentarci di vederne una buona parte.
Bastano
poche centinaia di metri e, ad un passo molto blando, ecco comparire
gazzelle, antilopi, orici e zebre.
Soprattutto
zebre, di due tipi diversi e poi un mare di antilopi e gazzelle.
Andiamo
piano sperando di scorgere qualcos'altro, ma abbiamo poche speranze:
fa troppo caldo e
i
predatori a quest'ora dormono.
Vedremo
però l'uccello segretario che avanza con la sua strana andatura, poi
il Kori bustard, detto anche cacciatore di serpenti, e altri
coloratissimi volatili tra cui alcuni che sembravano uccelli del
paradiso.
Per
il resto del tragitto fino al camping gli avvistamenti sono scarsi e
molto vaghi. Riesco a scorgere da lontano un'antilope rossa e forse
un klipspringher o un dik dik, non si capisce bene cosa si nascondeva
nell'erba alta.
Verso
le quattro e mezza varchiamo la soglia del camping e subito ci
mettiamo a montare le tende. Incredibilmente i chiodi entrano nel
terreno senza problemi e finisco per primo. Un po’ a disagio per
questo strano evento aspetto che gli altri concludano e poi tutti si
va a vedere la pozza d'acqua per cui Halali è famosa.
È
già il tramonto quando arriviamo e tutto è immerso in un cielo
rosso. Abbarbicati sulle rocce di una rupe ci sono tante persone che
come noi, osservano strabiliati un rinoceronte nero che si sta
abbeverando nella pozza d'acqua a pochi metri, circa cinquanta.
Il
silenzio cerimoniale in cui si svolge l'osservazione ha un che di
religioso.
Scatto
qualche foto poi il rinoceronte si allontana trottando pesantemente
sul terreno. E' impressionante anche solo sentire il suono del suo
passo come un grande tamburo che riecheggia nella savana.
Ancora
senza parole rimaniamo ad osservare la luce del tramonto svanire, in
attesa che inizi il prossimo spettacolo.
Molta
della gente però se ne va. Quando dopo venti minuti non è cambiato
ancora nulla, ce ne andiamo anche noi a preparare la cena. Torneremo
dopo mangiato, magari saremo ancora più fortunati.
Consumata
la cena, mentre ci prepariamo per tornare alla buca, gli ululati
delle iene riempiono l'aria. Alcuni sembrano molto vicini.
Effettivamente abbiamo posizionato le tende proprio in fondo al
camping, al limite con il parco esterno. Speriamo che stanotte non
vengano a farci visita, non per altro, ma non avrei nulla di adatto
da mettermi.
Cobus
ci dice che le iene si stanno chiamando perché sentono e seguono gli
spostamenti dei leoni. Sono interessati ai cuccioli.
I
leoni invece comunicano tra loro per mezzo di ultrasuoni emessi dallo
stomaco. Sono in grado di raggiungere altri leoni lontani fino
a cinque chilometri. Tanto per rimanere in tema di telecomunicazioni,
scopriamo che anche gli elefanti possono fare qualcosa di simile, ma
arrivando a coprire una distanza di ben dieci chilometri. Marconi non
si è inventato niente.
L'autista
ci avvisa che dobbiamo affrettarci perché potremmo vedere il
leopardo con i due cuccioli che va ad abbeverarsi. L'evento avviene
puntualmente tutti i giorni, anche se ovviamente non si sa a che ora.
Speranzosi
ci precipitiamo alla pozza, ma vediamo molta gente che se ne sta
tornando. Le rocce sono piene e ben presto si svuotano.
Passa
mezz’ora e non si vede nulla. Inizio a temere che lo spettacolo sia
già avvenuto.
Uno
alla volta se ne vanno tutti tranne me, Cassandra, Daniele e un paio
di cinesi, uno dei quali con una brutta tosse.
Immersi
nel silenzio e nella luce arancione puntata sulla pozza, chiudo gli
occhi. Non so quanto tempo è passato quando mi sveglia Cassandra con
una gomitata. Sto per protestare, lei invece mi indica qualcosa: uno
sciacallo
sta per abbeverarsi. Si guarda in giro sospettoso. Forse ha sentito
un rumore perché se ne va subito.
Straaddormentati
io e Cassandra lasciamo il cambusiere Daniele a guardia del forte e
ce ne torniamo in tenda.
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