giovedì 15 ottobre 2020

Porto di Claudio e Traiano

 


Poco fuori Roma, vicinissimo a Ostia, c’è il porto di Claudio e Traiano. Ci si arriva facilmente e, per quanto un tempo fosse un porto immenso, ora del mare non se ne vede la traccia perché in duemila anni il Tevere ha allungato la costa di alcuni chilometri.

La visita al parco inizia partendo dai magazzini del porto, dove le merci che venivano scaricate dalle navi venivano stipate in attesa di essere rispedite verso Roma lungo il Tevere.

Il porto di Claudio nacque proprio come nacque Ostia antica, ovvero quando il porto di Roma, tra l’isola tiberina e Testaccio era diventato insufficiente a gestire il commercio e il traffico che era aumentato esponenzialmente. Così quando il porto di Ostia divenne anch’esso insufficiente, nacque il porto di Claudio che si affacciava direttamente sul mediterraneo. L’imperatore infatti creò una grande struttura protettiva, un bacino all’interno del quale potevano entrare molte più navi rispetto al porto di Ostia. Nel punto più esterno di tale struttura c’era un grande faro, che doveva essere simile a quello di Alessandria.

Mentre camminiamo a fianco dei magazzini, arriviamo ad un punto dove c’è un grande spiazzo senza strutture, c’è solo un grande prato circondato dal sentiero di visita. Mentre lo percorriamo troviamo proprio a fianco del percorso un cartello con scritto “Mare”. Il prato infatti rappresenta quello che doveva essere il grande bacino che accoglieva il mare. Della torre del faro ovviamente non se ne vede traccia, anche perché secondo alcune recenti indagini pare che i resti si trovino molto più a ovest, sotto qualche edificio dell’odierna Fiumicino.

Mentre il porto cresceva, iniziò a nascere anche la città di chi doveva lavorare e mandare avanti questa grande macchina del commercio, ovvero Portus. Ci dirigiamo allora verso l’antica città di Porto, che ad oggi giace ancora quasi interamente sotto la pineta che sorge accanto all’area dei magazzini. Le uniche strutture scavate e visibili sono un paio di porzioni di Domus e una basilica, trasformata più volte nei secoli e poi abbandonata in seguito ad un terremoto come tutta la città.

Il percorso prosegue verso est dove ancora oggi sarebbe visibile il bacino artificiale costruito dall’imperatore Traiano. Proprio come in precedenza, il porto di Claudio era diventato insufficiente e così Traiano creò questo grande bacino esagonale, sui cui lati erano stati costruiti grandi edifici per immagazzinare le merci, ma anche per le riparazioni e le costruzioni delle navi. Arriviamo alle spalle di alcuni magazzini che si affacciano proprio sul porto di Traiano, ma causa Covid non possiamo accedervi e affacciarci alle terrazze da cui si può ancora vedere il lago esagonale.


Ad oggi l’unico modo per vederlo sarebbe tramite le terme di Roma, che si affacciano proprio sullo specchio d’acqua, oppure quando si prende un aereo da Fiumicino, in fase di decollo è molto facile vederlo.

Ci sarebbero da vedere ancora le strutture delle terme e del palazzo imperiale, dei moli interni e altre domus, ma il Covid ne blocca l’accesso. Non capisco questi divieti, non ci sono luoghi chiusi e non si rischiano sovraffollamenti in un posto così grande. Un po’ delusi siamo costretti a terminare qui la visita, ma torneremo, è una minaccia.

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