La visita al parco inizia partendo dai magazzini del porto, dove
le merci che venivano scaricate dalle navi venivano stipate in attesa di essere
rispedite verso Roma lungo il Tevere.
Il porto di Claudio nacque proprio come nacque Ostia antica,
ovvero quando il porto di Roma, tra l’isola tiberina e Testaccio era diventato
insufficiente a gestire il commercio e il traffico che era aumentato
esponenzialmente. Così quando il porto di Ostia divenne anch’esso
insufficiente, nacque il porto di Claudio che si affacciava direttamente sul
mediterraneo. L’imperatore infatti creò una grande struttura protettiva, un
bacino all’interno del quale potevano entrare molte più navi rispetto al porto
di Ostia. Nel punto più esterno di tale struttura c’era un grande faro, che
doveva essere simile a quello di Alessandria.
Mentre camminiamo a fianco dei magazzini, arriviamo ad un punto
dove c’è un grande spiazzo senza strutture, c’è solo un grande prato circondato
dal sentiero di visita. Mentre lo percorriamo troviamo proprio a fianco del
percorso un cartello con scritto “Mare”. Il prato
infatti rappresenta quello che doveva essere
il grande bacino che accoglieva il mare. Della torre del faro ovviamente non se
ne vede traccia, anche perché secondo alcune recenti indagini pare che i resti
si trovino molto più a ovest, sotto qualche edificio dell’odierna Fiumicino.
Mentre il porto cresceva, iniziò a nascere anche la città di chi
doveva lavorare e mandare avanti questa grande macchina del commercio, ovvero
Portus. Ci dirigiamo allora verso l’antica città di Porto, che ad oggi giace
ancora quasi interamente sotto la pineta che sorge accanto all’area dei
magazzini. Le uniche strutture scavate e visibili sono un paio di porzioni di
Domus e una basilica, trasformata più volte nei secoli e poi abbandonata in
seguito ad un terremoto come tutta la città.
Il percorso prosegue verso est dove ancora oggi sarebbe visibile
il bacino artificiale costruito dall’imperatore Traiano. Proprio come in
precedenza, il porto di Claudio era diventato insufficiente e così Traiano creò
questo grande bacino esagonale, sui cui lati erano stati costruiti grandi
edifici per immagazzinare le merci, ma anche per le riparazioni e le costruzioni
delle navi. Arriviamo alle spalle di alcuni magazzini che si affacciano proprio
sul porto di Traiano, ma causa Covid non possiamo accedervi e affacciarci alle
terrazze da cui si può ancora vedere il lago esagonale.
Ci sarebbero da vedere ancora le strutture delle terme e del
palazzo imperiale, dei moli interni e altre domus, ma il Covid ne blocca
l’accesso. Non capisco questi divieti, non ci sono luoghi chiusi e non si
rischiano sovraffollamenti in un posto così grande. Un po’ delusi siamo
costretti a terminare qui la visita, ma torneremo, è una minaccia.
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