Il primo giorno in cui abbiamo deciso di ricominciare a uscire di
casa per visitare qualche luogo pubblico è stato alla riapertura dell’Oasi di
Ninfa.
Essendo il primo giorno di riapertura dopo il lockdown c’era diversa gente e le distanze non sempre venivano rispettate, e considerando la quantità di persone che si trovavano in fila quando noi siamo usciti, devo dire che ci è andata ancora bene.
Eravamo già stati a Ninfa, ma come dice la guida, bisognerebbe
visitarla in ogni stagione per vedere il cambio della vegetazione di un
giardino così ricco e meraviglioso. Io non sono un botanico e non capisco molto
di piante e fiori.
Sono venuto qui principalmente perché è un posto magico,
bellissimo, ideale per provare la nuova macchina fotografica. In ogni caso non
si può non rimanere affascinati dai colori rigogliosi del giardino creato
attorno ai ruderi che spuntano un po’ ovunque.
Ninfa era un antico borgo ormai abbandonato da centinaia di anni
e, come tutte le rovine, esercita su di me un fascino irresistibile. Vorrei
fotografare ogni angolo, ogni muro, ogni scorcio di questo luogo, cercare di
portare via con me la magia che risiede in questi luoghi. Ovviamente sembra
impossibile, ma forse non lo è proprio del tutto, altrimenti non mi tornerebbe
la voglia di rientrarci subito ogni volta che ne usciamo.
Come
prima visita direi che non è andata male, anzi. Il problema sarà trovare
qualcosa di altrettanto bello e magari meno affollato. L’occhio vuole la sua
parte, ma se il pensiero di stare continuamente attenti alle distanze tra
persone ci distrae, alla fine l’occhio rischia di perdersi troppe “parti”...
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