venerdì 16 ottobre 2020

Osservatorio di Rocca di Papa - Giove e Saturno

 

Questa è un’altra di quelle cose che ho provato a fare sin da quando sono a Roma, ma che per un motivo o per l’altro non mi era mai riuscito di fare. Effettivamente la prenotazione deve essere fatta con largo anticipo e i posti non sono molti, ma stavolta ce l’abbiamo fatta, anzi, ho prenotato per due sere di seguito.

La prima sera, un venerdì, abbiamo prenotato per l’osservazione guidata del cielo di luglio. Neanche farlo apposta, in questo periodo in cielo ci sarebbe la cometa Neowise da osservare, anche se per la data che abbiamo prenotato le possibilità di vederla ad occhio nudo sono ridotte al “lumicino”.

In questi giorni di gran caldo, forse una serata al fresco dei Castelli ci farà bene anche dal punto di vista fisico. Ci dirigiamo all’osservatorio di Rocca di Papa, ma seguendo le indicazioni che il navigatore ci dà, non arriveremo proprio lì, anzi. Spuntiamo infatti sui pratoni del Vivaro, dove la tradizione vuole che i romani vengano a festeggiare il primo maggio mangiando fave e pecorino. Io non ho ancora avuto il piacere di sperimentare questo tipo di festeggiamenti, ma ora che so dove stanno i pratoni del Vivaro…

Arriviamo all’osservatorio con un pochino di anticipo e già notiamo che i lampioni attorno alla struttura sono stati spenti.

In attesa del nostro turno veniamo accolti da una lucciola, l’insetto eh, che cos’avevate capito?

Ci fanno accomodare in una sala dove spiegano che tutta la zona è all’interno della caldera del super vulcano dei Colli Albani, quindi anticipano cosa vedremo in cielo e come, e dopo alcuni brevi filmati di presentazione ci riportano fuori. In attesa di entrare nel piccolo planetario, spiegano ancora qualcosa, soprattutto tengono a spiegarci i danni dell’inquinamento luminoso. Loro sono appassionati di astronomia, li capisco, senza l’inquinamento luminoso il loro lavoro sarebbe molto più facile, ma a noi che siamo semplici appassionati di astronomia? Che problemi dà?

Raccontano che l’inquinamento luminoso provoca abbagliamento, alterazione dei ritmi circadiani, possibili danni ai tessuti degli occhi, miopia e possibili alterazioni di alcuni importanti ormoni quali ad esempio la melatonina ed il cortisolo, e sono solo alcuni degli effetti constatati. Io non me ne sono mai reso conto, ma forse il problema è proprio questo, non ce ne rendiamo conto. Purtroppo, come la maggior parte dei problemi ambientali, personalmente posso contribuire poco alla risoluzione del problema, ma è sempre meglio di niente.

Oltre a questo ci mostrano le costellazioni visibili in quell’angolo di cielo, quindi entriamo finalmente nel planetario. La struttura è un planetario gonfiabile e trasportabile che viene utilizzato per andare nelle scuole a fare divulgazione.

Certo non è come quello di Milano dove sono stato più volte, ma per lo meno permette di divulgare a domicilio.

La spiegazione si ripete un pochino sull’inquinamento visivo e sulle costellazioni visibili in cielo. Varia un po’ quando si introduce l’argomento delle tredici costellazioni dello zodiaco.  Esatto, perché oltre ai classici 12 segni zodiacali, ce ne è un tredicesimo: l’Ofiuco. Mai sentito? Allora ho uno scoop: se siete nati tra il 29 novembre e il 18 dicembre e vi dicono che siete degli Ofiuchi, non prendetela come un insulto perché la costellazione dello zodiaco presente in cielo in quel periodo è proprio questa, con buona pace di tutti gli astrologi sapientoni.

Ma perché solo dodici, o meglio, tredici costellazioni fanno parte dello zodiaco se in cielo ci sono molte altre costellazioni? In realtà i segni zodiacali sono solo quelli presenti sull’eclittica, ovvero il cammino annuale del Sole lungo la volta celeste.

Allora perché l’Ofiuco non viene mai nominato? Sarà un problema di Damnatio memoriae? Stava antipatico alle altre costellazioni? Sarà che la sua comparsa causerebbe la perdita del lavoro a centinaia di maghi e astrologi? Oppure sarà che gli astronomi se ne fregano dell’astrologia perché impegnati a studiare ben altri problemi più importanti?

Conclusa la lezione scolastica nel planetario, usciamo nel giardino dall’altra parte dell’osservatorio, dove è pronto un gigantesco telescopio puntato verso un ammasso stellare. Purtroppo in cielo sono comparse diverse nuvole, per cui dovremo aspettare che se ne vadano. L'astronomo volontario incaricato racconta ancora tutto da capo il discorso sull’inquinamento luminoso, costellazioni, stelle e poi ci indica Giove e Saturno visibili a occhio nudo. Sfortunatamente le nuvole si muovono molto lentamente e il poveruomo non sa più cosa raccontarci. Quando finalmente l’ammasso stellare sarebbe visibile, uno alla volta ci avviciniamo al telescopio, ma quello che si vede è solo una sfocatissima pallina punteggiata. Manco fosse uno di quei test oculistici in cui devi scovare dei numeri.

La prossima tappa è un telescopio vero, di quelli tenuti nelle cupole. Purtroppo saremo gli ultimi ad entrare, e fuori fa freschino. Tocca finalmente a noi, ma ecco un’altra piccola delusione: non si può guardare nel telescopio perché impegnato in un lavoro automatico: sta tracciando un asteroide che viaggia nel sistema solare. Non è diretto verso la Terra, per cui non preoccupatevi.

Il suo lavoro però è interessante: sta calcolando la sua forma per mezzo dei riflessi che vengono generati dalla luce solare. Il tecnico presente ci mostra infatti su un monitor ed un oscilloscopio i dati che arrivano dal telescopio e l’immagine tridimensionale che ruota sullo schermo. C’è anche una stampante 3D e difatti lì accanto campeggia in bella mostra di sé il modellino dell’asteroide stampato a forma quasi di pera. Una pera piuttosto grossa, di qualche chilometro. Un perone.

Torniamo giù in giardino dove qualcuno insiste nel cercare di unire i punti dell’ammasso stellare, ma noi abbiamo preso abbastanza freddo e torniamo verso la macchina, non prima di aver visto Giove e Saturno. Nel piccolo parcheggio infatti erano stati approntati altri due telescopi, più piccoli, ma a quanto pare più precisi. I due pianeti risultano molto piccoli e non si vedono come nelle immagini che conosciamo dai documentari, ma si vedono abbastanza bene, tanto che sono ben visibili dei puntini che gli brillano attorno. I maggiori satelliti sia di Giove che Saturno! Sono proprio loro! Non pensavo proprio che questi si potessero vedere attraverso un telescopio del genere. Molto bello.

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