Questa è un’altra di quelle cose che ho provato a fare sin da
quando sono a Roma, ma che per un motivo o per l’altro non mi era mai riuscito
di fare. Effettivamente la prenotazione deve essere fatta con largo anticipo e
i posti non sono molti, ma stavolta ce l’abbiamo fatta, anzi, ho prenotato per
due sere di seguito.
La prima sera, un venerdì, abbiamo prenotato per l’osservazione
guidata del cielo di luglio. Neanche farlo apposta, in questo periodo in cielo
ci sarebbe la cometa Neowise da osservare, anche se per la data che abbiamo prenotato le possibilità di
vederla ad occhio nudo sono ridotte al “lumicino”.
In questi giorni di gran caldo, forse una serata al fresco dei
Castelli ci farà bene anche dal punto di vista fisico. Ci dirigiamo
all’osservatorio di Rocca di Papa, ma seguendo le indicazioni che il navigatore
ci dà, non arriveremo proprio lì, anzi. Spuntiamo infatti sui pratoni del
Vivaro, dove la tradizione vuole che i romani vengano a festeggiare il primo
maggio mangiando fave e pecorino. Io non ho ancora avuto il piacere di
sperimentare questo tipo di festeggiamenti, ma ora che so dove stanno i pratoni
del Vivaro…
Arriviamo all’osservatorio con un pochino di anticipo e già
notiamo che i lampioni attorno alla struttura sono stati spenti.
In attesa del nostro turno veniamo accolti da una lucciola,
l’insetto eh, che cos’avevate capito?
Ci fanno accomodare in una sala dove spiegano che tutta la zona è
all’interno della caldera del super vulcano dei Colli Albani, quindi anticipano
cosa vedremo in cielo e come, e dopo alcuni brevi filmati di presentazione ci
riportano fuori. In attesa di entrare nel piccolo planetario, spiegano ancora
qualcosa, soprattutto tengono a spiegarci i danni dell’inquinamento luminoso.
Loro sono appassionati di astronomia, li capisco, senza l’inquinamento luminoso
il loro lavoro sarebbe molto più facile, ma a noi che siamo semplici
appassionati di astronomia? Che problemi dà?
Raccontano che l’inquinamento luminoso provoca abbagliamento,
alterazione dei ritmi circadiani, possibili danni ai tessuti degli occhi,
miopia e possibili alterazioni di alcuni importanti ormoni quali ad esempio la
melatonina ed il cortisolo, e sono solo alcuni degli effetti constatati. Io non
me ne sono mai reso conto, ma forse il problema è proprio questo, non ce ne
rendiamo conto. Purtroppo, come la maggior parte dei problemi ambientali,
personalmente posso contribuire poco alla risoluzione del problema, ma è sempre
meglio di niente.
Oltre a questo ci mostrano le costellazioni visibili in
quell’angolo di cielo, quindi entriamo finalmente nel planetario. La struttura
è un planetario gonfiabile e trasportabile che viene utilizzato per andare
nelle scuole a fare divulgazione.
Certo non è come quello di Milano dove sono stato più volte, ma
per lo meno permette di divulgare a domicilio.
La spiegazione si ripete un pochino sull’inquinamento visivo e
sulle costellazioni visibili in cielo. Varia un po’ quando si introduce
l’argomento delle tredici costellazioni dello zodiaco. Esatto, perché oltre ai
classici 12 segni zodiacali, ce ne è un tredicesimo: l’Ofiuco. Mai sentito?
Allora ho uno scoop: se siete nati tra il 29 novembre e il 18 dicembre e vi
dicono che siete degli Ofiuchi, non prendetela come un insulto perché la
costellazione dello zodiaco presente in cielo in quel periodo è proprio questa,
con buona pace di tutti gli astrologi sapientoni.
Ma perché solo dodici, o meglio, tredici costellazioni fanno parte
dello zodiaco se in cielo ci sono molte altre costellazioni? In realtà i segni
zodiacali sono solo quelli presenti sull’eclittica, ovvero il cammino annuale
del Sole lungo la volta celeste.
Allora perché l’Ofiuco non viene mai nominato? Sarà un problema di
Damnatio memoriae? Stava antipatico alle altre costellazioni? Sarà che la sua
comparsa causerebbe la perdita del lavoro a centinaia di maghi e astrologi?
Oppure sarà che gli astronomi se ne fregano dell’astrologia perché impegnati a
studiare ben altri problemi più importanti?
Conclusa la lezione scolastica nel planetario, usciamo nel
giardino dall’altra parte dell’osservatorio, dove è pronto un gigantesco
telescopio puntato verso un ammasso stellare. Purtroppo in cielo sono comparse
diverse nuvole, per cui dovremo aspettare che se ne vadano. L'astronomo
volontario incaricato racconta ancora tutto da capo il discorso
sull’inquinamento luminoso, costellazioni, stelle e poi ci indica Giove e
Saturno visibili a occhio nudo. Sfortunatamente le nuvole si muovono molto
lentamente e il poveruomo non sa più cosa raccontarci. Quando finalmente
l’ammasso stellare sarebbe visibile, uno alla volta ci avviciniamo al
telescopio, ma quello che si vede è solo una sfocatissima pallina punteggiata.
Manco fosse uno di quei test oculistici in cui devi scovare dei numeri.
La prossima tappa è un telescopio vero, di quelli tenuti nelle
cupole. Purtroppo saremo gli ultimi ad entrare, e fuori fa freschino. Tocca
finalmente a noi, ma ecco un’altra piccola delusione: non si può guardare nel
telescopio perché impegnato in un lavoro automatico: sta tracciando un
asteroide che viaggia nel sistema solare. Non è diretto verso la Terra, per cui
non preoccupatevi.
Il suo lavoro però è interessante: sta calcolando la sua forma per
mezzo dei riflessi che vengono generati dalla luce solare. Il tecnico presente
ci mostra infatti su un monitor ed un oscilloscopio i dati che arrivano dal
telescopio e l’immagine tridimensionale che ruota sullo schermo. C’è anche una
stampante 3D e difatti lì accanto campeggia in bella mostra di sé il modellino
dell’asteroide stampato a forma quasi di pera. Una pera piuttosto grossa, di
qualche chilometro. Un perone.
Torniamo giù in giardino dove qualcuno insiste nel cercare di
unire i punti dell’ammasso stellare, ma noi abbiamo preso abbastanza freddo e
torniamo verso la macchina, non prima di aver visto Giove e Saturno. Nel piccolo parcheggio infatti erano
stati approntati altri due telescopi, più piccoli, ma a quanto pare più
precisi. I due pianeti risultano molto piccoli e non si vedono come nelle
immagini che conosciamo dai documentari, ma si vedono abbastanza bene, tanto
che sono ben visibili dei puntini che gli brillano attorno. I maggiori
satelliti sia di Giove che Saturno! Sono proprio loro! Non pensavo proprio che
questi si potessero vedere attraverso un telescopio del genere. Molto bello.
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