giovedì 22 ottobre 2020

Campo imperatore - Monte Aquila - Rifugio Duca d’Abruzzi

 

Dopo la sudata di ieri oggi abbiamo deciso di rinfrescarci un po’ tornando sul Gran Sasso. Sfortunatamente non siamo stati gli unici che hanno avuto questa idea.

Non riusciamo ad arrivare nemmeno a Campo imperatore che ci bloccano: il parcheggio più in alto è completo e, secondo gli omini del traffico, per arrivarci dovremmo prendere la seggiovia. Caparbi parcheggiamo lungo la strada e saliamo, a piedi, sotto la seggiovia. La distanza non è molta, in venti minuti siamo a Campo Imperatore. Il caos. Un’orda di gente ha preso d’assalto le bancarelle e gli street food presenti sul piazzale.

Senza fermarci mettiamo la mascherina e facciamo uno slalom gigante che neanche Tomba, quindi iniziamo a salire verso il Gran Sasso.

C’è molta gente, non pensavo che ci fossero tutti questi appassionati di montagna. Ci metto poco però a capire che di “appassionati” ce ne sono pochi, “esperti” ancora meno. Sono molte infatti le persone che salgono il sentiero verso il rifugio con scarpe inadatte.

Immaginando l’affollamento che vi troveremmo, deviamo verso il Gran Sasso. Il sentiero non è proprio semplicissimo, anche se fattibilissimo. Il problema sono sempre le persone che qui non ci sono mai state. Mentre saliamo incontriamo intere famiglie che con scarpette da passeggio, anche infradito, cercando di stare in piedi mentre scendono. Il problema però non è se scivolano e cascano sul sedere, ma i sassi che continuano a far cadere. Basterebbe poco perché finisca su chi sta camminando pochi metri sotto di loro.

Cerco di cucirmi la bocca sotto la mascherina per non litigare con ogni sprovveduto che incontro, stringo i denti e tiro avanti.

Immaginando le stesse scene anche sulla salita del Gran Sasso, con esiti ben più drammatici ed imprevedibili, deviamo verso la cima del Monte Aquila. Il sentiero è quasi completamente sgombro e anche se saliamo fino a 2500 metri, ce lo godiamo mettendo l’antivento. Certo la vista non è la stessa del Gran Sasso, che troneggia sopra di noi seminascosto dalle nuvole, ma qui in cima ci siamo quasi solo noi.

In discesa troviamo anche un angolino al riparo dalle grandi folate di vento e ci mangiamo con calma il panino, quindi riprendiamo il cammino verso il rifugio, ho bisogno di un caffè.

Senza rifare il percorso dell’andata, tagliamo in orizzontale la montagna. Il sentiero non è semplicissimo, ma sempre fattibile. Si arriva al rifugio in trenta minuti circa. Per fortuna il grosso dell’assalto turistico è andato e in soli dieci minuti di fila riesco a bermi il caffè che volevo.

Arrivato il momento di tornare scendiamo il sentiero, dove incontriamo ancora tantissima gente che sale. Si capisce subito che non sono abitué della montagna. L’abbigliamento è quello di chi è salito in funivia per farsi un aperitivo, e poi le scarpe… finché salgono va bene, ma quando dovranno scendere? Eccone degli altri! Per evitarli ci tocca uscire dal sentiero, che nonostante sia sconsigliato, è più sicuro che stare loro accanto, o sotto…

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