Sono stato altre volte ad Ariccia, ma solo per andare a mangiare
alla Selvotta, difatti questo palazzo l’ho sempre visto chiuso. Questa volta
dunque il Covid ci ha dato l’occasione di poter vedere cosa nasconde al suo
interno e devo dire che di cose ce ne sono tante.
I Chigi acquistarono il palazzo dai Savelli e commissionarono al
Bernini il progetto per il palazzo come è oggi, progetto portato poi a termine
da Carlo Fontana.
Ben tre piani di opere, tra cui spiccano Il “Pindaro e Pan” di
Salvador Rosa e “Il Beato Giovanni Chigi” del Baciccio.
Al piano terra le opere sono esposte nelle cosiddette stanze del
Cardinale, poi c’è il piano nobile e all’ultimo piano c’è il museo del Barocco.
Il palazzo è uno spettacolo all’interno che da fuori non ci si
aspetterebbe, difatti qui ci hanno girato moltissimi film, tra cui mi viene da
citare Il Gattopardo. Citarli tutti è quasi impossibile, basta dire che dal
1950 al 2016 ne hanno girati moltissimi tra film e serie tv.
Un pochino storditi, ma molto più affamati, al termine della
visita tentiamo di andare alla Selvotta, ma la fila che troviamo è davvero anti
antiCovid, e comunque sarebbe stata scoraggiante anche per i tempi pre Covid.
Torniamo allora indietro e ci buttiamo nel girone dei dannati di coloro che
leggono i menu esterni delle fraschette e non sanno quale scegliere.
L’indecisione ci porta sotto il ponte di Ariccia, non quello
tristemente famoso perché punto favorito per i suicidi, bensì quello dall’altra
parte del palazzo. Qui ci sono dei tavoli all’aperto e spira un venticello che
in questi tempi di caldo umido ispira un gran bel refrigerio.
Ci sediamo negli unici due posti disponibili, allo stesso tavolo
di una coppia ma a distanza di sicurezza. Mangiamo tranquilli, anche troppo, e
beviamo, o almeno io bevo, ancora di più. Cassandra si astiene causa pessima
qualità del vino.
Per riprendere possesso delle mie facoltà ci tocca una bella
passeggiata postprandiale ed un caffè digestivo. Non sono più abituato a certe
mangiate… ne risentirò fino al giorno successivo.
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