A meno di un’ora di macchina da casa siamo arrivati nel piccolo
centro, dove il museo archeologico, sugli etruschi e la storia del borgo, si
può visitare gratuitamente. Il museo è piccolo, ma già da tutte le necropoli
descritte e che attorniano la città si capisce che il luogo era all’interno del
territorio etrusco. Prima di partire alla ricerca delle loro tracce sul
territorio, visitiamo la rocca dei Borgia. Siamo solo quattro persone, perfetto
per il distanziamento. La rocca è ridotta ai minimi termini, però la torre è
visitabile e la vista dalla sua cima è notevole, ci mostra tutta la città e ci
indica le prossime mete che avevamo in programma di visitare: la cascata, che è
vicinissima alla rocca, l'acquedotto e poi il monte Soratte, dove ci aspetta la
visita guidata del bunker nel pomeriggio.
Ritorniamo controvoglia sui nostri passi, giusto il tempo di dare
un’occhiata all'acquedotto e poi ripartiamo alla volta della vicina necropoli
di Cavo di Zucchi di cui ci ha parlato la guida del castello.
Pur essendo a pochi chilometri da Nepi sbagliamo strada al primo tentativo finendo in un canile il cui proprietario non ha mai sentito parlare della necropoli. La troveremo solo al secondo tentativo. Parcheggiamo su una strada sterrata e in dieci minuti a piedi siamo all'ombra delle frasche, in una via che non è proprio una tagliata come quelle che abbiamo visto in mattinata, sembra quasi una strada romana.
Situato nella montagna accanto al paese di Sant’Oreste, il bunker
era stato inizialmente scavato da Mussolini all’interno del monte Soratte e poi
trasformato dall’esercito tedesco nel loro quartier generale. Pare infatti che il Duce si fosse vantato
della costruzione di una città fortificata e inespugnabile nel cuore di una
montagna. I tedeschi allora, incuriositi e sospettosi, mandarono subito un
aereo in segreto per verificare che la cosa non fosse solo una panzana. I dieci
ispettori ne rimasero colpiti e tornarono con l’idea di prenderne possesso e
trasformarlo nel loro quartier generale.
Così fu, almeno fino all’arrivo dell’esercito alleato che bombardò
il bunker, senza però distruggerlo. Il bunker infatti penetra nel cuore della
montagna con una quantità di gallerie per alcuni chilometri e nel punto più
profondo arriva a circa trecento metri dalla superficie.
Camminiamo al fresco, nonostante fuori faccia un gran caldo, anzi
devo anche mettere la felpetta col cappuccio.
Raccontano diverse leggende su questo bunker. Una riguarda uno
strano personaggio che sembrava un mendicante, mentre poi si è rivelato essere
un soldato alleato che ha avvertito gli abitanti del vicino paese di stare
lontani dal bunker in un determinato giorno, quando avvenne il gigantesco
bombardamento.
Visitiamo la parte tedesca e ci addentriamo ancora più in
profondità nella montagna, dove negli anni settanta lo stato italiano aveva
iniziato i lavori per trasformare la struttura in un bunker antiatomico con la
centrale di controllo. Da questa sala il capo dello stato poteva avere
informazioni in tempo reale, cosa che oggi sarebbe normale, ma a quei tempi era
il massimo della tecnologia.
Tanto per sperimentare l’ebrezza del comando, mi siedo sulla sedia
del presidente, alla scrivania del presidente, con il telefono del presidente.
Praticamente mi sento come al Norad del film War Games. Non del tutto
soddisfatto, decido entrare nella parte: alzo la cornetta e attacco l’Oceania con tre carrarmatini:
“Portiamo la situazione a Defcon 2!”.
Poi ordino una margherita con doppia mozzarella di bufala.
Il bunker antiatomico in realtà non è mai stato completato. Ci fu
solo un collaudo e poi venne abbandonato, non si sa perché. Azzardo un’ipotesi:
al giorno d’oggi le attuali capacità offensive nucleari possono distruggere un
bunker di questo tipo se non è settecento sotto metri la superficie. Qui siamo
solo a metà.
Attraversiamo alcune sale arredate con materiali dismessi da
vecchie caserme e disposte così per farci capire come si pensa che sarebbe
stato utilizzato, con i dormitori, gli uffici, e tutto il resto. C’era anche
l’ufficio privato del presidente.
Ci sarebbero molte altre cose da dire, forse è meglio lasciarle
scoprire a chi vorrà visitare questo sito interessante. Inoltre fra un paio di
mesi dovrebbero aprire al pubblico altri due chilometri e mezzo di bunker,
visitabili tramite un trenino e, virus permettendo, credo che ci tornerò per
completare il giro.
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