domenica 11 ottobre 2020

Assergi - San Pietro della Jenca



L’estate è arrivata, a Roma fa caldo. Anche se non è ancora quel caldo insopportabile che per tutto il resto dell’anno temo più delle sette piaghe d’Egitto. Per continuare a mantenere le distanze quest’oggi ho cercato di evadere, oltre che dalla folla anche dal caos. Per farlo ci siamo diretti ad Assergi, ai piedi del Gran Sasso, dove vorremmo provare a fare la prima passeggiata della stagione. La nostra meta non è molto lontana, San Pietro della Jenca. Una sgambata tranquilla per riattivare gli attrezzi da trekking e stare al fresco della montagna.

Assergi è a circa 900 metri sul livello del mare. Quando arriviamo la temperatura non è così bassa, anzi. Camminiamo su un sentiero prevalentemente scoperto e subito cerchiamo riparo all’ombra dei rari alberelli che costeggiano la strada. Per fortuna non c’è nessuno, così non si rischia l’affollamento, però fa un po’ troppo caldo.

Saliamo di circa cento metri ed arriviamo prima ad una fontana, quindi saliamo ancora fino all’antica chiesa di San Clemente, del 1200. Affacciata sulla valle, è chiusa per questione  Covid, così possiamo solo tentare sbirciare dalle finestrelle all’interno.


In teoria avremmo dovuto incontrare anche la Grotta a Male e l’Eremo di Santa Maria della Croce, ma ci renderemo conto solo più tardi che c’era un’altra strada per arrivarci e che partiva da San Pietro o da Assergi. La faremo la prossima volta, per lo meno abbiamo un motivo per tornarci.

Finalmente il clima inizia a rinfrescarsi sensibilmente, ma per raggiungere livelli accettabili dobbiamo salire ancora, fino a San Pietro della Jenca, dove a quanto pare si sono portati avanti scalzando San Pietro dalla chiesetta esistente per intitolarla a San Giovanni Paolo II. A giudicare dai sentieri a lui intitolati pare che fosse solito camminare per questa valle, anche se in realtà sembra ci venne pochissime volte.

Il piccolo borgo, riunito da stradine quasi tutte sterrate, è un agglomerato di vecchie case, alcune ristrutturate, altre ancora in attesa di benefattore. Probabilmente è un luogo che torna in vita nei fine settimana ed effettivamente oggi qualcuno c’è.


Pranziamo all’ombra del santuario, quindi riprendiamo il sentiero per fare ritorno alla macchina. Proviamo a seguire le indicazioni che avevo trovato su internet per fare una strada alternativa, ma si rivelano poco praticabili: era la strada provinciale che porta da San Pietro ad Assergi, asfaltata e trafficata di auto e moto.

Riprendiamo la vecchia strada e in un’ora e mezza siamo a destinazione.

Come primo allenamento può andare, magari la prossima volta è meglio venirci senza portarsi il caldo da casa...

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