martedì 21 ottobre 2014

Turkolento - trediscesimo giorno

Ultimo giorno pieno a Marmaris. Questa mattina abbiamo un pochino più di tempo perché la nave del pirata su cui abbiamo prenotato il nostro posto parte alle 10,30.
Nonostante non abbia dormito molto a causa delle discoteche, mi sono alzato alle sette e sono uscito a correre. Il lungo mare è quasi sgombro e si viaggia tranquilli anche senza troppa fretta. Arriverò fino in fondo a Marmaris poi, dopo un po' di saliscendi all'ombra degli alberi, torno indietro. Alla fine correrò solo otto chilometri, ma rimango abbastanza soddisfatto, del resto sono in vacanza.
Dopo doccia e colazione saliamo a bordo della nostra bagnarola e mi accomodo al secondo piano, sulla coda. Accanto a me c'è un bizzarro personaggio di una certa età, ricco di tatuaggi e con una bandana rossa in testa. Un altro pirata! È lui a rompere il ghiaccio indicando la mia maglietta che ha scritto sopra Copenhaagen.
"Copenhaagen? I'm from Copenhaagen!"
È danese! Un pirata Danese? E’ un vichingo!
Sopreso gli rispondo:
"Really? I'm from Italy"
E già qui l'entusiasmo del pirata scema un po'.
Mi chiede se sono stato a Copenhaagen e nel frattempo si unisce alla conversazione anche la figlia/nipote.
Gli racconto che io non ci sono mai stato ma che ci vorrei andare. Il livello d'attenzione dei danesi cala vistosamente, alche' provo a raccontare che mia sorella Loriana col marito Sabino e la meravigliosa nipotina Giorgia, ci sono stati la settimana scorsa e che l'hanno trovata belliss...
Beeeeeeeeeeeeeeep
Segnale piatto.
Carica a 300!
Libera!
Per fortuna interviene il capitan pirata che con la sua sola ingombrante presenza li rianima.
Un pirata buono.
Stiamo navigando nella baia quando ci rendiamo conto che ci stiamo muovendo molto lentamente. Inoltre non c'è la musica molesta che infesta tutte le altre barche, barchette e barconi che ci superano. Il pirata buono e corpulento tenta di rianimare le casse, ma stavolta non gli è riuscito il secondo miracolo.
È perfetto così.
Si naviga lentamente senza altro rumore che il vento e il borbottio della caffettiera nascosta nel motore.
Con molta calma arriviamo alla prima caletta e ci buttiamo in acqua, anche oggi abbastanza calda. Stavolta abbiamo il tempo di arrivare fino a riva e Davide si porta anche la maschera. Difatti l'acqua è limpida e usandola si vede tutto benissimo, perfino due calamari che nuotano tranquilli sotto di noi.
Ripartiamo spostandoci in un'altra caletta, altro bagno e poi via.


Nel frattempo è arrivata l’ora di pranzo. Ci spostiamo tutti al primo ponte e, seduti ai tavoli, sembra di essere in una vecchia taverna con vista mare. Il piatto è identico a quello di ieri: fusilli al pomodoro, stavolta caldi, insalata e cotoletta. Io e Alba ovviamente chiediamo il vegetarian plate, uguale ma senza cotoletta.
Forse un pochino più buono oggi, per lo meno la pasta. La location invece è di gran lunga migliore: praticamente mangiamo affacciati sul mare.
Dopo pranzo veniamo scaricati a green sea, una minuscola località sul mare dove c'è tutto: l’acqua è limpida e magnifica, ma soprattutto non c'è caos, non ci sono discoteche. Perfino russi e inglesi sembrano ammaestrati.
Gironzoliamo per negozi e poi una passeggiata sul bagnasciuga, tanto per rilassarci e farci venire in mente che se fossimo venuti qui in hotel ce la saremmo goduta un po' di più...
Risaliti a bordo, notiamo che in porto stanno attraccando le altre navi, molto rumorose. Scappiamo per l'ultima spiaggia con il vento in poppa.
Anche questa fermata è in un posto paradisiaco in cui c’è solo una barca con due simpatici olandesi che se la stanno godendo al sole. Ci salutano anche sorpresi di avere compagnia. Noi li circumnavighiamo nuotando fino alla riva. Ci rimarremo per un po’ a giocare sulla spiaggia, poi come un’onda anomala iniziamo a sentire una musica lontana che si avvicina: sono le altre navi di turisti. In poco tempo siamo circondati.
Rientriamo a bordo e lasciamo i simpatici olandesi in balia dei discotecari naviganti.
Il rientro è lento e tranquillo e qualcuno già inizia a pensare a cosa lo aspetta a casa, per fortuna il discorso è ancora prematuro e non dura troppo, la mente dei viaggiatori è ancora libera, per ora.
Sbarcati a Marmaris, le donne più Davide e lo scoordinatore, che non si può lasciar sfuggire un hammam a soli due euro, vengono inscatolati in un pulmino che li porterà al trattamento. Invece i reduci, ovvero Io, Andrea, Pietro e Belin, ci buttiamo in cerca di un posticino tranquillo per trascorrere l'ultima serata al mare.
Dopo una doccia rinfrescante ci dirigiamo verso il porto per individuare la via d'accesso al castello che ne domina la vista.


Scovato un pertugio dietro i ristoranti sul lungo mare, ci ritroviamo in un mondo completamente differente dalla Marmaris caotica, glamour e discotecara. Sembra di essere in un isoletta greca, fatta di casette bianche, sovrapposte una all'altra e separate solo da viottoli tortuosi ma pittoreschi, con le buganville che colorano assieme a qualche finestrella a volte gialla a volte azzurra.
Seguendo le indicazioni dei cartelli saliamo verso l'alto e troviamo un posticino fantastico che domina tutta la baia. Qui si intravede come poteva essere questo posto qualche anno fa.

Ci sediamo a gustarci un'ottima birra assaporando il tramonto alle nostre spalle. Non contenti ne prendiamo un'altra e poi, un pò barcollanti, scendiamo per andare in hotel.
Sul lungo mare troveremo le donne che sono tornate dall'Hammam e ne hanno un paio da raccontare niente male.
In pratica è stato molto veloce e turistico, simile a quello fatto a Goreme, solo che per qualche donna del gruppo c'è stato un tentativo di adescaggio da parte dei massaggiatori... turismo si, ma di un altro tipo...
E ho detto tutto!
Ci doveva essere un motivo se un hammam costava solo due euro...
Dopo cena ci facciamo accompagnare dalle donne al posticino segreto e tutti assieme prendiamo una gigantesca spremuta d'arancia a testa.


Al ritorno avremo l'infelice idea di inoltrarci troppo nelle vie delle discoteche, come dire via della perdizioni.
La musica è assordante, che ci starebbe anche in una discoteca, ma qui la cosa è diffusa praticamente in tutto il quartiere, tristemente trasformato in una tecno gomorra unza unza time.
E' turismo anche questo, per carità, ma non è il mio genere...

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