giovedì 16 ottobre 2014

Turkolento - ottavo giorno



Questa mattina abbiamo lasciato l'albergo, peccato perché abbiamo mangiato veramente bene. Partiamo alla volta delle città sotterranee. Un'esperienza fantastica che avevo visto solo in televisione e mai avrei pensato di vivere in prima persona.

Si entra con la torcia ben assestata sulla testa, in una serie di cunicoli e stanze scavate nella roccia. Queste città erano delle vere e proprie fortezze inespugnabili usate dai locali per nascondersi dai nemici negli ultimi 4000 anni.
Sembra che abbiano funzionato così che fino al 1967 non se ne conoscesse l'esistenza. Fu un semplice uomo che, abbattendo una delle pareti di casa sua, si trovò in un'altra stanza, la quale conduceva ad un labirinto di altre stanze.
Da allora ne vennero scoperte molte altre e sembra che siano centinaia quelle ancora inesplorate.
A Kaymacli, la prima città che visitiamo, i cunicoli scendono per otto piani sottoterra. Tutte le stanze sono state scavate attorno ad un profondissimo condotto d'areazione che i nemici, pensando fosse un pozzo d'acqua, tentavano di avvelenare. In realtà chi viveva qui ci stava tranquillamente finché i nemici non se ne erano andati. Pare che potessero viverci dai due ai sei mesi.

Poteva capitare che qualcuno trovasse l'entrata, ma in quel caso le difese erano invalicabili: i passaggi erano piccoli e bassi, sufficienti per una sola persona. In quel caso però si rendevano del tutto vulnerabili ai difensori che lo aspettavano numerosi alla prima stanza. Inoltre c'erano delle grosse ruote di pietra che venivano fatte muovere dall'interno rendendo i passaggi inaccessibili o addirittura delle trappole mortali. La più grande arma difensiva però era la complessità delle gallerie. Chilometri di cunicoli sconosciuti che potevano facilmente diventare la tomba di qualsiasi invasore.
Il giro a Kaymacli è molto bello e ogni tanto, lascio il percorso turistico per cercare un po' di avventura.


Con la mia pila in testa mi son divertito molto, specie quando ho trovato un passaggio dopo una ventina di metri al buio: in fondo era ostruito da una pietra messa a meta del corridoio. Avrei potuto scavalcarla togliendomi lo zaino, ma poi mi sarei allontanato troppo, correndo il rischio di perdermi e fare la fine degli invasori incauti. Mi son divertito ma ho anche preso un sacco di botte in testa a causa del soffitto bassissimo, a volte si doveva camminare quasi in ginocchio.
Fuori dalla città, visitiamo il mercato cittadino con i suoi coloratissimi ortaggi, spezie ed abiti.

(foto gentilmente concesse da Daniela)


Poi andiamo a Derenkuyu, una città sotterranea di otto piani che poteva ospitare anche 10000 persone. Il giro è molto bello, anche se trafficato da altri gruppi di turisti. Il meglio però arriva alla fine, quando, un pò delusi dalla convinzione che il giro sia terminato troppo brevemente, scopriamo nuovi passaggi da esplorare: un corridoio dopo l'altro ispezioniamo altre decine di camere e corridoi. Qui gli spazi sono molto più ampi ed anche i cunicoli sembra scendano più in profondità, difatti arriviamo a vedere perfino il fondo di un condotto di areazione.


Terminata la giornata di speleologia, partiamo per la valle di Ihlara, un canyon di qualche chilometro attraverso il quale si snoda un torrente. Nella valle sono disseminate un pò ovunque casette e chiese ortodosse scavate nella roccia delle pareti.
Alcune sono visitabili, anche se bisogna salire centinaia di gradini. Il percorso è molto rilassante ed al centro della valle troviamo un piccolo localino con della palafitte sul torrente. Sono state approntate per far accomodare i camminatori stanchi e bisognosi di ristoro. Ci fermiamo allora a prendere chi un caffè turco, chi un cay, chi un succo di melograno o un mix di melograno e arancio. Il melograno spremuto è una cosa eccezionale, da provare assolutamente. Dopo una pausa con chiacchierata di mezz'ora ripartiamo per Belisirma, dove ci attende l'autista.


Con il furgone in pochi minuti siamo a Guzelyurt, un paesino costruito dai greci ed abitato per la maggior parte da essi. La cosa curiosa è che nel 1925 i greci andarono a vivere in un paesino greco pieno di turchi ed i turchi che vivevano li vennero a Guzelyurt. Si scambiarono il paese.
L'hotel dove alloggeremo è un ex monastero greco e l'atmosfera è di tutta pace. Anche le camere sono molto carine ed accoglienti, peccato rimanerci una sola notte.
Proprio di fronte all'hotel c'e l'imponente vulcano hasan, alto più di 3800 metri, che milioni di anni fa, eruttando in contemporanea con un altro di 3900 metri, creò la Cappadocia con la loro cenere.
Posati i bagagli ci incamminiamo verso l'esplorazione del villaggio, ma è tardi e manca poco al tramonto. Ci sono molte case scavate nella roccia, e in alcune sembra esserci ancora qualcuno che ci vive. C'e anche l'indicazione per accedere ad un paio di città sotterranee ma senza guida e luce dobbiamo resistere all'impulso di inoltrarci nelle gallerie.
Visitata una moschea, una volta chiesa greca, saliamo sul panorama a goderci lo spettacolo del tramonto.


Tornati a cena ci guasteremo una cena buonissima, per me a base di melanzane, le migliori che abbia mai mangiato fin'ora.

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