Questa
mattina abbiamo lasciato l'albergo, peccato perché abbiamo mangiato
veramente bene. Partiamo alla volta delle città sotterranee.
Un'esperienza fantastica che avevo visto solo in televisione e mai
avrei pensato di vivere in prima persona.
Si
entra con la torcia ben assestata sulla testa, in una serie di
cunicoli e stanze scavate nella roccia. Queste città erano delle
vere e proprie fortezze inespugnabili usate dai locali per
nascondersi dai nemici negli ultimi 4000 anni.
Sembra
che abbiano funzionato così che fino al 1967 non se ne conoscesse
l'esistenza. Fu un semplice uomo che, abbattendo una delle pareti di
casa sua, si trovò in un'altra stanza, la quale conduceva ad un
labirinto di altre stanze.
Da
allora ne vennero scoperte molte altre e sembra che siano centinaia
quelle ancora inesplorate.
A
Kaymacli, la prima città che visitiamo, i cunicoli scendono per otto
piani sottoterra. Tutte le stanze sono state scavate attorno ad un
profondissimo condotto d'areazione che i nemici, pensando fosse un
pozzo d'acqua, tentavano di avvelenare. In realtà chi viveva qui ci
stava tranquillamente finché i nemici non se ne erano andati. Pare
che potessero viverci dai due ai sei mesi.
Poteva
capitare che qualcuno trovasse l'entrata, ma in quel caso le difese
erano invalicabili: i passaggi erano piccoli e bassi, sufficienti per
una sola persona. In quel caso però si rendevano del tutto
vulnerabili ai difensori che lo aspettavano numerosi alla prima
stanza. Inoltre c'erano delle grosse ruote di pietra che venivano
fatte muovere dall'interno rendendo i passaggi inaccessibili o
addirittura delle trappole mortali. La più grande arma difensiva
però era la complessità delle gallerie. Chilometri di cunicoli
sconosciuti che potevano facilmente diventare la tomba di qualsiasi
invasore.
Il
giro a Kaymacli è molto bello e ogni tanto, lascio il percorso
turistico per cercare un po' di avventura.
Con
la mia pila in testa mi son divertito molto, specie quando ho trovato
un passaggio dopo una ventina di metri al buio: in fondo era ostruito
da una pietra messa a meta del corridoio. Avrei potuto scavalcarla
togliendomi lo zaino, ma poi mi sarei allontanato troppo, correndo il
rischio di perdermi e fare la fine degli invasori incauti. Mi son
divertito ma ho anche preso un sacco di botte in testa a causa del
soffitto bassissimo, a volte si doveva camminare quasi in ginocchio.
Fuori
dalla città, visitiamo il mercato cittadino con i suoi coloratissimi
ortaggi, spezie ed abiti.
(foto
gentilmente concesse da Daniela)
Poi
andiamo a Derenkuyu, una città sotterranea di otto piani che poteva
ospitare anche 10000 persone. Il giro è molto bello, anche se
trafficato da altri gruppi di turisti. Il meglio però arriva alla
fine, quando, un pò delusi dalla convinzione che il giro sia
terminato troppo brevemente, scopriamo nuovi passaggi da esplorare:
un corridoio dopo l'altro ispezioniamo altre decine di camere e
corridoi. Qui gli spazi sono molto più ampi ed anche i cunicoli
sembra scendano più in profondità, difatti arriviamo a vedere
perfino il fondo di un condotto di areazione.
Terminata
la giornata di speleologia, partiamo per la valle di Ihlara, un
canyon di qualche chilometro attraverso il quale si snoda un
torrente. Nella valle sono disseminate un pò ovunque casette e
chiese ortodosse scavate nella roccia delle pareti.
Alcune
sono visitabili, anche se bisogna salire centinaia di gradini. Il
percorso è molto rilassante ed al centro della valle troviamo un
piccolo localino con della palafitte sul torrente. Sono state
approntate per far accomodare i camminatori stanchi e bisognosi di
ristoro. Ci fermiamo allora a prendere chi un caffè turco, chi un
cay, chi un succo di melograno o un mix di melograno e arancio. Il
melograno spremuto è una cosa eccezionale, da provare assolutamente.
Dopo
una pausa con chiacchierata di mezz'ora ripartiamo per Belisirma,
dove ci attende l'autista.
Con
il furgone in pochi minuti siamo a Guzelyurt, un paesino costruito
dai greci ed abitato per la maggior parte da essi. La cosa curiosa è
che nel 1925 i greci andarono a vivere in un paesino greco pieno di
turchi ed i turchi che vivevano li vennero a Guzelyurt. Si
scambiarono il paese.
L'hotel
dove alloggeremo è un ex monastero greco e l'atmosfera è di tutta
pace. Anche le camere sono molto carine ed accoglienti, peccato
rimanerci una sola notte.
Proprio
di fronte all'hotel c'e l'imponente vulcano hasan, alto più di 3800
metri, che milioni di anni fa, eruttando in contemporanea con un
altro di 3900 metri, creò la Cappadocia con la loro cenere.
Posati
i bagagli ci incamminiamo verso l'esplorazione del villaggio, ma è
tardi e manca poco al tramonto. Ci sono molte case scavate nella
roccia, e in alcune sembra esserci ancora qualcuno che ci vive. C'e
anche l'indicazione per accedere ad un paio di città sotterranee ma
senza guida e luce dobbiamo resistere all'impulso di inoltrarci nelle
gallerie.
Visitata
una moschea, una volta chiesa greca, saliamo sul panorama a goderci
lo spettacolo del tramonto.
Tornati
a cena ci guasteremo una cena buonissima, per me a base di melanzane,
le migliori che abbia mai mangiato fin'ora.
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