venerdì 17 ottobre 2014

Turkolento - nono giorno

Ci svegliamo nel convento, dopo il richiamo dell'imam alle 5:30, con un cielo blu e limpido. Dalla finestra si vede benissimo il vulcano Hasan che ieri aveva la cima coperta dalle nuvole.
Al contrario della sera precedente, che avevamo mangiato bene, la colazione è stata molto minimale, quasi monacale. Del resto eravamo in un monastero.


Saltiamo sul furgone e ci dirigiamo a Konya. Lungo la strada ci fermiamo in un caravan serraglio, un'antica fortezza in cui si fermavano le carovane che dall'Anatolia andavano in Iran. I caravanserragli erano costruiti a sessanta chilometri tra loro, distanza che una carovana poteva percorreva ogni giorno. La fortezza è ancora integra ben conservata. Entrando nel cortile si nota subito nel mezzo una struttura quadrata che veniva usata anche come moschea.


Sulla sinistra c'erano delle grandi stanze in cui i carovanieri dormivano d'inverno. In estate invece stavano sotto le ampie arcate sulla destra del cortile assieme alle loro merci. I cammelli stavano all'aperto nel cortile, mentre d'inverno venivano messi in una immensa struttura con alti soffitti ad archi, costellata da ampie colonne. Sembra di stare in una cattedrale.



Ripartiamo alla volta di Konya salutando definitivamente la Cappadocia. La città patria di Mevlana, il fondatore dei Dervisci, non è meta turistica, ma di pellegrinaggio. Qui turisti ce ne sono pochissimi e pare non siano visti benissimo, difatti è la città più conservatrice della Turchia che incontreremo. Gli sguardi alle donne non molto coperte non sono certo benevoli, ma oltre a questo non succede nulla di eclatante, anche quando ci dividiamo e il mio gruppo finisce al bazar, un semplice mercato all'aperto in cui non si vede un solo turista. Prima di questo avevamo visitato il museo di Mevlana, ma devo dire che è stato piuttosto deludente. La parte più bella della visita diventa una rilassante spremuta d'arancia bevuta all'ombra degli alberi del parco Alaaddin, sulla collina al centro della città. Rientriamo in hotel, non male anche questo 4 stelle, che forse risente di un cambio più favorevole rispetto alle stelle italiane: sfiora le tre.

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