sabato 18 ottobre 2014

Turkolento - decimo giorno

Anche oggi si parte presto, direzione Hierapolis e Pamukkale. Il viaggio è piuttosto lungo e cosi facciamo colazione alle 7 mentre alle 8 siamo già partiti. Arriviamo a Pamukkale intorno all'una e mezza. Subito iniziamo l'esplorazione degli scavi di Hierapolis, questa grande città romana che ,ancora quasi interamente sepolta, lascia intravvedere uno splendore ed una grandezza davvero notevoli. Sotto il sole a picco, non proprio l'orario migliore, anzi, arriviamo in cima alla collinetta del teatro. Uno spettacolo davvero fantastico.


Il teatro e' quasi del tutto completo e rende l'idea delle spettacolari esibizioni a cui potevano assistere le ben 12000 persone di capienza. Da lì risaliamo un altro crinale per arrivare al tempio di San Giacinto ed ai resti della più grande chiesa bizantina cristiana della città. Scendiamo poi per la strada romana appena liberata ed arriviamo al Nympheum, la piscina delle terme. Dietro di esso c'è anche il tempio di apollo e il Plutonium. L'ingresso a questo è stato murato perché, ancora oggi ci sono dei gas letali sin dai tempi dei romani. Al di fuori dei sacerdoti del tempio che sapevano quando trattenere il fiato. E' capitato infatti che, non essendoci più i sacerdoti, dei turisti ci abbiano lasciato le penne.
Sono le tre e mezza passate, c'è chi ha fame, chi no. Io ho voglia di piscina termale.


Per la modica cifra di trenta due lire turche, circa dieci euro, ci buttiamo nell'antica piscina termale dove si può nuotare in un'acqua sulfurea che sgorga direttamente dalla sorgente a trentasei gradi. Inoltre, la cosa più bella e unica è il fatto che si nuota tra colonne e capitelli sommersi, parti di muri scolpiti, insomma si nuota nella storia. Un'occasione irripetibile ed entusiasmante. Purtroppo mi son lasciato prendere troppo da questo entusiasmo ed ho collezionato una serie di botte storiche su ginocchia, piedi, stinchi e gomiti. Malino eh, ma quando mi ricapita?
Dopo poco più di mezzora, dobbiamo uscire per dirigerci verso le vasche di calcare.


Uno spettacolo naturale da lasciare senza parole: una montagna intera ricoperta di candido calcare, travertino, che sembra neve.
Per scendere dobbiamo toglierci le ciabatte e farlo a piedi nudi. Il travertino, oltre che bianco come la neve è anche bagnato e scivoloso, in alcuni punti troppo appuntito e doloroso per i miei candidi piedini...
Procediamo lentamente evitando con cura le prime vasche molto affollate. Scendiamo verso la metà della montagna, dove ne troviamo una con solo tre persone a mollo. Ci immergiamo in una tiepida acqua bianca come il latte e rimaniamo lì per un pò a goderci il momento. Sul fondo c'è una fanghiglia bianchiccia che rende soffice camminarci sopra, ma se si prova a portarla in superficie l'odore è pessimo.


L'ammollo dura per una buona mezz'ora poi ci raggiunge il resto del gruppo e continuiamo le abluzioni fin quasi al tramonto.


Nella discesa, tra una decina di foto e l'altra decina, prendo troppa confidenza e scivolo a terra, salvando incredibilmente la fotocamera e la pelle: il salto sarebbe stato forse troppo alto per chiunque.
Ci fermiamo a goderci lo spettacolo del tramonto con il disco rosso del sole che scompare veloce dietro le montagne all'orizzonte.
Tornati in hotel la cena non è il massimo, però è abbastanza per toglierci la fame.
Per finire in bellezza la giornata andiamo a fare un giro in paese dove c'è un mercatino all'aperto molto carino. Troverò una maglietta molto bella a sole 15 lire e un succo di melograno al prezzo stracciato di una lira e mezza.
Passeggiando tra le bancarelle di spezie, frutta, verdura, vestiti orientali e occidentali tarocchi chiacchiero molto con Belin, Alba e Andrea, poi, al momento di rientrare ritroviamo il resto del gruppo.

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