Mi piacciono i viaggi dove c'è qualcosa di emozionante da fare, scoprire siti archeologici, fare trekking in luoghi fantastici oppure dormire nel deserto in tenda.
Forse però ammirare la
natura incontaminata, l'artista che tutti i pittori e gli scultori vorrebbero
emulare, è ciò che mi lascia più appagato. Perfino quando questa si riappropria
lentamente di quello che un tempo era una metropoli modernissima, mostra
un'attrattiva irresistibile.
Ci sono i viaggi in cui
si esplorano le città, i musei, i luoghi di culto.
Il Giappone ti permette
di sperimentare tutto (o quasi). Un po' per la sua posizione geografica, un po'
per scelta, è rimasto isolato per secoli resistendo ai vari tentativi di
globalizzazione radicale. Nonostante tutto quello che ha vissuto, ancora
conserva una cultura tra le più affascinanti e contraddittorie, in senso
positivo. Un esempio stupido: pur essendo la patria di tecnologia
all'avanguardia esportata in tutto il mondo, qui sono ancora utilizzate le
video cassette VHS e per pagare si usano quasi esclusivamente i contanti.
Hanno ritmi lavorativi
frenetici e massacranti, ma conservano tradizioni indimenticate e trasmesse a
partire da rituali meditativi in cui il minimo gesto deve seguire un suo corso
ed essere fatto col dovuto rispetto e lentezza.
Il Giappone ha un
fascino tutto suo che ha vinto molti conquistatori, un po' come quando i romani
inglobavano etruschi, greci, egiziani e ne venivano a loro volta ammaliati
dalla cultura e religione al punto che le facevano loro.
Oggi penso al Giappone
e la prima cosa che mi viene in mente sono i manga di cui sono un vorace
divoratore, così come gli Anime. Ma dietro questa industria inarrestabile c'è
una macchina che diffonde in un modo mai visto la cultura, la storia e il modo
di pensare e vivere di un popolo.
Essendo degli anni 70,
per me il Giappone è entrato nelle nostre case con le serie animate a partire
dal 1976: i primi furono i Barbapapà, seguiti da Vicky il vichingo, Kimba il
leone bianco (Osamu Tesuka), Heidi (Miyazaki e Takahashi) e poi
Goldrake (Go Nagai). Con l’inizio della campagna di invasione da parte
dei vegani, la conquista del Giappone sulla mia mente di bambino era ormai irrimediabilmente
completa… Sarà per questo che sono diventato vegetariano???
Il Giappone per un
bambino di 6 anni era anche quello colorito delle barzellette sui nomi giapponesi.
Quando ero piccolo ne sapevo
tantissime, facevo a gara con i miei amici delle elementari a chi ne sapeva di
più.
Allora per me i giapponesi vivevano
in un mondo strano fatto di doppi sensi.
E se fossero davvero così?!?
Appena usciti dall'aeroporto un tizio
scende da una moto fumante e si presenta con un inchino:
-Tofuso Lamoto
Un passante vedendolo inciampa e cade
addosso a un altro.
-Sessoki Maspinto
Questo lo spintona che finisce contro
un terzo uomo.
-Maki Katse?
Allora il secondo passante alza le
mani per scusarsi.
-Sohito Ntronato
Nel frattempo il motociclista vede un
amico e per fermarlo gli strappa la camicia.
-Nakamisa Nakasaka - esclama questo
con i brandelli in mano.
-Sumi Sura – uno dei passanti gli
porge il biglietto da visita.
Infine arriva un altro scocciatore
che tutti riconoscono esclamando in coro:
-Kakami Okatsu!
E se ne vanno tutti per non avere a
che fare con lui.
Nessun commento:
Posta un commento