giovedì 25 luglio 2024

Settimo giorno - Hiroshima - Miyajima - Kyoto

Lasciamo Hiroshima, non prima di aver visitato il museo.

Non dirò nulla sul museo, se non che è quello che mi aspettavo e bisogna vederlo di persona. Ironia della sorte, sull’aereo per venire in Giappone ho visto il film Oppenheimer… e ho detto tutto!

Dopo il museo andiamo a vedere la famosa cupola, sempre sotto la pioggia. Torniamo in stazione con il tram per andare in treno all’isola di Miyajima.

Non ci metteremo molto ad arrivare all’imbarcadero dove lasciamo gli zaini pesanti nei locker. In appena dieci minuti siamo sull’isola. Tutti si sono messi sul lato destro del traghetto perché da quel lato si potrà vedere il grande Torii rosso che spunta dall’acqua. Già da qui sembra molto bello.

Appena scesi a terra veniamo accolti dagli abitanti dell’isola: i cervi.

Sono così tranquilli e senza paura dell’uomo che vengono a farsi toccare per raccogliere qualche boccone, cosa che in tutti i cartelli è specificato di non fare.

Ma l’uomo non è un animale intelligente, lo si capisce da come guarda la gente.

E allora non sono poche le persone che gli danno pezzi di pane e perfino involucri dove era contenuto il cibo. I cervi sono cervi, sentono l’odore del cibo e si mangiano l’involucro con gratitudine tra le risate degli stupidi che pensano gli animali siano stupidi. Gli animali non sono stupidi, quelli che gli danno da mangiare carta e plastica sì.


Prima che inizio a prendere a pizze una decina di turisti stupidi, ci incamminiamo in direzione della spiaggia di fronte alla quale c’è il Torii nell’acqua.

Nella baia c’è poca acqua, chissà se la marea si sta alzando o abbassando? Lo scopriremo più tardi.

Nel frattempo entriamo nel tempio sull’acqua, ora rimasto all’asciutto.

Proprio mentre sono intento a scattare decine di foto alla grande struttura di legno arancione, con le sue statue e pontili, mi rendo conto che l’acqua si sta veramente ritirando! Si potrebbe perfino camminare quasi fino al Torii.

Prendo Cleopatra e andiamo in spiaggia.

Il terreno è pieno di piccole conchiglie e buchi da cui escono degli esseri filamentosi, qua e là ci sono delle alghe verdi e altri esserini.

Arriviamo al Torii che ormai l’acqua è quasi sparita, aspettiamo giusto qualche minuto, il tempo di alcune foto e vado a toccare per primo il Torii.

Ora possiamo tornare ad esplorare i templi dell’isola.

Giusto sopra al tempio sull’acqua ce ne è un altro grandissimo e molto vecchio, a guardia del quale una bellissima pagoda. Saliamo temendo di avere pochi minuti e visitiamo il tempio velocemente. Molto bello, ci sono diversi dipinti posizionati in alto, praticamente sui soffitti.

 

Tutto il piano terra è aperto a parte la zona degli altari centrali. Sedendosi sui bordi all’aperto si può godere di una vista meravigliosa del piccolo golfo sul tempio sottostante. Chissà com’è di sera con l’acqua e le luci…

Un controllo all’orologio e scappiamo giù da colle temendo di avere pochi minuti per arrivare all’appuntamento. Mentre stiamo praticamente correndo Cassandra mi fa notare che in realtà abbiamo ancora un’ora prima del ritrovo con gli altri.

Ma che davero davero?

Con calma torniamo indietro e riscendiamo in spiaggia. Ora si può proprio camminare sotto il grande Torii e uscire dall’altra parte dove prima c’era il mare. Andiamo verso una pagoda in restauro sopra la montagna, forse c’è qualche sentiero che porta ad altri templi nascosti nella foresta. In realtà l’isola non è tutta qua, ci vorrebbe almeno una giornata intera per vedere tutto quello che nasconde, per cui cerchiamo di aumentare il passo e vedere quanto possiamo.

La pagoda è praticamente invisibile a causa delle impalcature, ma un sentiero lo troviamo. Ce ne sarebbero diversi altri che vanno in più direzioni, noi prendiamo quello che va in direzione traghetto, giusto per avvicinarci e non dover fare un’altra corsa come poco fa…


Pochi minuti e finiamo in un santuario bellissimo.

In mezzo alla foresta che sale sulla montagna ci sono moltissime strutture e giardini che ci divertiamo ad esplorare prima che il tempo a nostra disposizione finisca ancora.

In un tempio vediamo una cerimonia, troviamo la buia sala delle lanterne, molto scenografica e spirituale allo stesso tempo.

Moltissime sono le statue che adornano il giardino e gli scorci dei tetti dei templi che spuntano dalla foresta sono qualcosa di poetico che non pensavo di poter sperimentare dal vivo.

C’è perfino un piccolo giardino costellato di piccoli Gizu, le statue buddiste con il cappellino e il bavaglino rosso. Il giardino è immerso in una nebbia eterea che rende il passaggio piuttosto mistico.


Entriamo in ogni struttura, tempio o giardino. Dobbiamo riprendere la strada del ritorno.

Mentre sbuchiamo dalla foresta incrociamo Matteo, Amelia e Laura che escono da un altro sentiero e assieme ci dirigiamo verso il battello.

Recuperato il bagaglio ai locker risaliamo sul treno in direzione Kyoto, dove ci aspettano il check-in e i bagagli.

Prima dobbiamo trovare lo Skygarden, da dove si vede una magnifica vista della città e della stazione.

Il suggerimento arriva da Claudio, a cercarlo siamo io e Veronica con google maps. Sarà la pioggia consistente, alla fine lo Skygarden non lo troviamo e prima di perderci ulteriormente andiamo in hotel.

Anche qui il check-in è un parto podalico. Quasi un’ora. Per lo meno non c’è la sorpresa della camera fumatori. L’orario è tardo, Cassandra nonostante la pioggia ha notato un grande centro commerciale e sentito le sirene dello shopping che la chiamavano.

Usciamo quindi a fare la spesa al supermercato, dove troviamo qualche verdura fresca, oltre che la mia birra serale e la colazione per i prossimi giorni.

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