domenica 21 luglio 2024

Terzo giorno Nikko

Questa mattina abbiamo appuntamento alle 8:30 nella hall.

Litighiamo un po’ con l’ascensore, anche perché le scale non si capisce dove siano e non lo scopriremo mai, che continua a salire e scendere saltando il nostro piano, arriviamo quasi puntuali. I tempi sono stretti perché da programma abbiamo pochi minuti per arrivare alla stazione. Difatti per evitare di correre qualcuno del gruppo è già sulla banchina del treno.

Con Claudio si arriva alla metro, noto che il gruppo di Veronica e Jessica non c’è, mi suona un campanello d’allarme. Perché la metro? Oggi non dovevamo iniziare a prendere il treno con il JR pass?

Nel frattempo Claudio richiama gli assenti che ritornano di corsa.

Per chiarire: a Ryogoku c’è sia la stazione della metropolitana sotterranea che del treno soprelevato della JR Line, le stazioni sono a qualche centinaio di metri l’una dall’altra.

Il dubbio diventa certezza quando ricontrollo sul programma stampato dall’app NaviTime: Jr pass a Ryogoku station, piattaforma 1.

"A Cla’, me sa che te sei sbajato."

Nel frattempo arrivano di corsa Veronica e gli altri, gli diciamo che dobbiamo tornare di corsa dove stavano prima... Non la prendono molto bene.

Va be’ dai, si corre, in questa vacanza si corre sempre, non come vorrei io eh, però ci si tiene in movimento. Ovviamente perdiamo il primo treno, niente paura, siamo in Giappone, ce ne è subito un altro. Alla fine riusciremo a farcela lo stesso prendendo il treno veloce programmato, il Nasuno, che non è lo Shinkansen ma è abbastanza veloce anch’esso.

In un’ora e mezza circa, dopo due treni JR e il Nasuno, arriviamo a Utsunomiya, praticamente Nikko. Incontriamo la guida, un signore giapponese che parla solo inglese a modo suo. Diciamo che la maggior parte di quello che dice si capisce.

Nikko, patrimonio dell’umanità, presenta templi buddisti e shintoisti da vedere.

Sono tutti molto belli e riccamente decorati. Nikko si trova tra le montagne lontano da Tokyo e qui non ci sono stati bombardamenti. Essendo in legno vale sempre il paradosso della nave di Teseo eh…

 

La bellezza ed il fascino di queste strutture dà loro ancora più importanza perché qui è stato sepolto il primo Shogun Ieyasu Tokugawa nel 1616, e se non ho capito male, anche il secondo e terzo Shogun.

In realtà i templi di Nikko furono fondati dal monaco Shodo Shonin, il primo tempio era il Rinno-ji nel 766, seguito dal Chuzen-ji nel 784. Gli altri templi vennero dopo assieme al villaggio che si sviluppo attorno agli edifici di culto.

Come in tutti i templi, quando si entra si devono togliere le scarpe e camminare scalzi sul legno, anche se non si è religiosi.

La guida racconta la storia di tutti i templi che vediamo. Tra i tantissimi turisti, il suo inglese un po' masticato male, non ricordo molto delle sue spiegazioni.

Posso però dire che tutti questi templi, uno accanto all’altro, uno più bello dell’altro, mi hanno ricordato in qualche modo la Cina. Difatti se non mi inganno lo shintoismo e il buddismo sono arrivati dalla Cina in Giappone.

Ogni tempio, o anche solo portale, è decorato con moltissime sculture di pregevolissima fattura, come teste di drago, bizzarri elefanti riconoscibili solo dalle zanne e proboscide, pavoni, personaggi colorati che dovrebbero rappresentare qualche simbolica scena che non conosciamo. Probabilmente sono un po' come i nostri quadri con i “soliti” temi religiosi o sculture più o meno riconoscibili. Per dirne una, San Sebastiano lo trovi ovunque.

I draghi poi ricordano proprio quelli della mitologia cinese.


Ci sono poi le tre scimmiette scolpite e colorate sulle pareti esterne della stalla del Sacro Cavallo in 8 scenette che dovrebbero rappresentare le fasi dell’esistenza umana. La scena più famosa è quella in cui una si copre la bocca, l’altra gli occhi e l’ultima le orecchie.

No, non sono simbolo di omertà.

Vogliono semplicemente insegnare ad evitare gli aspetti negativi della vita.

C’è poi la scultura del gatto addormentato, il Nemuri-neko.



Dietro di esso ci sono due passeri in volo.

Il tutto dovrebbe simboleggiare finché il gatto dorme, i due uccellini non saranno mangiati.

La scultura venne fatta in un momento storico in cui si prospettava un lungo periodo di pace.


La concentrazione di templi qui è davvero elevata e neanche a metà del giro dobbiamo andare a mangiare, anche perché sono già le 14.

Dopo pranzo la guida ci porta a vedere altri templi, solo da fuori. Sembra impaziente, difatti ci pone di fronte ad una scelta: per il tempio più lontano, il più bello, afferma ci vuole un’ora per raggiungerlo. In realtà lui sapeva che la maggior parte del gruppo voleva vedere l’abisso, un’area sacra fuori dalla zona dei templi e quindi ha forzato un po' la mano...


La scelta di Claudio e Matteo ricade sul tempio, tutto il resto del gruppo si dirige all’abisso con la guida furbacchiona.

Mentre ci incamminiamo mi rendo conto che abbiamo saltato la visita anche di un altro tempio. Inizio a pensare seriamente che la guida ci stia tirando un bidone. Nel senso che stia cercando di liberarsi di noi.

Comunque l’abisso non era male. Si tratta di un sentiero lungo il fiume controllato a vista da cento statue che si chiamano Gizu. Ora ne sono rimaste una settantina a causa delle inondazioni che ogni tanto se ne portano via qualcuna. Sono ancora belle da vedere con il loro cappellino ed il bavaglino rosso. Gli è stato messo dai devoti in occasione di un nuovo nato, in modo da chiedere vita lunga e sana per il nascituro.

Una mezz’ora di passeggiata tranquilla nella natura si stanno per concludere quando Matteo e Claudio ci raggiungono dopo aver visto il famoso tempio per il quale ci voleva un’ora solo per raggiungerlo e una per tornare… L’inganno della guida è smascherato.

Che dire, potevamo vedere di più, ma non ci sentiamo ancora di arrabbiarci con qualcuno, siamo solo all’inizio della vacanza, ci sarà tempo per vedere altro.

Tornando col treno patiamo un po’ di caldo. Secondo me hanno acceso il riscaldamento.

È stata una giornata abbastanza impegnativa. Arriviamo nei pressi di Tokyo dobbiamo cambiare e prendere un treno della Jr che fa da metropolitana Express.

Sfortunatamente non siamo ancora così rodati sui mezzi giapponesi come pensavamo… In realtà non so come abbiamo fatto a sbagliare, finiamo per prendere un treno che va nella direzione opposta. Prima di accorgercene ci siamo allontanati dalla meta di Shinjuku, e quindi Shibuya dove io e Cassandra volevamo andare.

Scendiamo dal treno, anche questo col riscaldamento acceso, e andiamo verso la metro.

Sono un po’ provato e incavolato perché anche stasera mangeremo tardissimo, poi il telefono non funziona benissimo e quando si riprende mi dice che c’è un treno in partenza da quella stazione che va direttamente a Shibuya. Dato che il gruppo sta andando a mangiare a Shinjuku, ci stacchiamo e prendiamo questo treno della Yamanote Line.

Riscaldamento acceso, ovviamente.

Ci metteremo mezz’ora. Arrivati sembra che tutta Tokyo si sia data appuntamento qui per il famoso incrocio.

Giusto perché sta qui anche la statua di Hatchiko, la visitiamo per prima. Poi andiamo ad attraversare l’incrocio sotto le luci dei giganteschi monitor pubblicitari.

Lo facciamo un paio di volte col telefono acceso per filmare, così come moltissimi turisti che incrociamo da ogni direzione.

Incredibile vedere quanta gente si metta ad aspettare sui marciapiedi solo per poter attraversare questo incrocio. Quando scatta il verde e ci troviamo tutti in mezzo, circondati da giganteschi schermi cinematografici… Allora comprendo il fascino di questo crocevia: siamo in mezzo ad un mondo proiettato sui grattacieli, dove tutte le luci sono puntate su di te rendendoti il protagonista. Hai tutta l’attenzione delle decine di mega schermi, un caleidoscopio di luci e suoni che dura giusto il tempo di attraversare la strada, come una meteora quando cade. Come se la meteora fossi tu.

Va bene dai, è stato divertente, ora che siamo sazi di luci, rumori e filmati da inviare a casa possiamo anche andare a mangiare.

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