Litighiamo un po’ con
l’ascensore, anche perché le scale non si capisce dove siano e non lo
scopriremo mai, che continua a salire e scendere saltando il nostro piano, arriviamo
quasi puntuali. I tempi sono stretti perché da programma abbiamo pochi minuti
per arrivare alla stazione. Difatti per evitare di correre qualcuno del gruppo
è già sulla banchina del treno.
Con Claudio si arriva
alla metro, noto che il gruppo di Veronica e Jessica non c’è, mi suona un
campanello d’allarme. Perché la metro? Oggi non dovevamo iniziare a prendere il
treno con il JR pass?
Nel frattempo Claudio
richiama gli assenti che ritornano di corsa.
Per chiarire: a Ryogoku
c’è sia la stazione della metropolitana sotterranea che del treno soprelevato
della JR Line, le stazioni sono a qualche centinaio di metri l’una dall’altra.
Il dubbio diventa
certezza quando ricontrollo sul programma stampato dall’app NaviTime: Jr pass a
Ryogoku station, piattaforma 1.
"A Cla’, me sa che te
sei sbajato."
Nel frattempo arrivano
di corsa Veronica e gli altri, gli diciamo che dobbiamo tornare di corsa dove stavano
prima... Non la prendono molto bene.
Va be’ dai, si corre,
in questa vacanza si corre sempre, non come vorrei io eh, però ci si tiene in
movimento. Ovviamente perdiamo il primo treno, niente paura, siamo in Giappone,
ce ne è subito un altro. Alla fine riusciremo a farcela lo stesso prendendo il
treno veloce programmato, il Nasuno, che non è lo Shinkansen ma è abbastanza
veloce anch’esso.
In un’ora e mezza
circa, dopo due treni JR e il Nasuno, arriviamo a Utsunomiya, praticamente
Nikko. Incontriamo la guida, un signore giapponese che parla solo inglese a
modo suo. Diciamo che la maggior parte di quello che dice si capisce.
Sono tutti molto belli
e riccamente decorati. Nikko si trova tra le montagne lontano da Tokyo e qui
non ci sono stati bombardamenti. Essendo in legno vale sempre il paradosso
della nave di Teseo eh…
La bellezza ed il fascino di queste strutture dà loro ancora più importanza perché qui è stato sepolto il primo Shogun Ieyasu Tokugawa nel 1616, e se non ho capito male, anche il secondo e terzo Shogun.
In realtà i templi di Nikko furono fondati dal monaco Shodo Shonin, il primo tempio era il Rinno-ji nel 766, seguito dal Chuzen-ji nel 784. Gli altri templi vennero dopo assieme al villaggio che si sviluppo attorno agli edifici di culto.
La guida racconta la
storia di tutti i templi che vediamo. Tra i tantissimi turisti, il suo inglese
un po' masticato male, non ricordo molto delle sue spiegazioni.
Posso però dire che
tutti questi templi, uno accanto all’altro, uno più bello dell’altro, mi hanno
ricordato in qualche modo la Cina. Difatti se non mi inganno lo shintoismo e il
buddismo sono arrivati dalla Cina in Giappone.
I draghi poi ricordano
proprio quelli della mitologia cinese.
No, non sono simbolo di
omertà.
Vogliono semplicemente
insegnare ad evitare gli aspetti negativi della vita.
C’è poi la scultura del
gatto addormentato, il Nemuri-neko.
Il tutto dovrebbe
simboleggiare finché il gatto dorme, i due uccellini non saranno mangiati.
La scultura venne fatta
in un momento storico in cui si prospettava un lungo periodo di pace.
Dopo pranzo la guida ci
porta a vedere altri templi, solo da fuori. Sembra impaziente, difatti ci pone
di fronte ad una scelta: per il tempio più lontano, il più bello, afferma ci
vuole un’ora per raggiungerlo. In realtà lui sapeva che la maggior parte del
gruppo voleva vedere l’abisso, un’area sacra fuori dalla zona dei templi e
quindi ha forzato un po' la mano...
Mentre ci incamminiamo mi rendo conto che abbiamo saltato la visita anche di un altro tempio. Inizio a pensare seriamente che la guida ci stia tirando un bidone. Nel senso che stia cercando di liberarsi di noi.
Che dire, potevamo
vedere di più, ma non ci sentiamo ancora di arrabbiarci con qualcuno, siamo
solo all’inizio della vacanza, ci sarà tempo per vedere altro.
Tornando col treno
patiamo un po’ di caldo. Secondo me hanno acceso il riscaldamento.
È stata una giornata
abbastanza impegnativa. Arriviamo nei pressi di Tokyo dobbiamo cambiare e
prendere un treno della Jr che fa da metropolitana Express.
Sfortunatamente non
siamo ancora così rodati sui mezzi giapponesi come pensavamo… In realtà non so
come abbiamo fatto a sbagliare, finiamo per prendere un treno che va nella
direzione opposta. Prima di accorgercene ci siamo allontanati dalla meta di
Shinjuku, e quindi Shibuya dove io e Cassandra volevamo andare.
Scendiamo dal treno,
anche questo col riscaldamento acceso, e andiamo verso la metro.
Sono un po’ provato e
incavolato perché anche stasera mangeremo tardissimo, poi il telefono non
funziona benissimo e quando si riprende mi dice che c’è un treno in partenza da
quella stazione che va direttamente a Shibuya. Dato che il gruppo sta andando a
mangiare a Shinjuku, ci stacchiamo e prendiamo questo treno della Yamanote
Line.
Riscaldamento acceso,
ovviamente.
Ci metteremo mezz’ora. Arrivati
sembra che tutta Tokyo si sia data appuntamento qui per il famoso incrocio.
Giusto perché sta qui anche
la statua di Hatchiko, la visitiamo per prima. Poi andiamo ad attraversare
l’incrocio sotto le luci dei giganteschi monitor pubblicitari.
Lo facciamo un paio di
volte col telefono acceso per filmare, così come moltissimi turisti che
incrociamo da ogni direzione.
Incredibile vedere quanta gente si
metta ad aspettare sui marciapiedi solo per poter attraversare questo incrocio.
Quando scatta il verde e ci troviamo tutti in mezzo, circondati da giganteschi
schermi cinematografici… Allora comprendo il fascino di questo crocevia: siamo
in mezzo ad un mondo proiettato sui grattacieli, dove tutte le luci sono
puntate su di te rendendoti il protagonista. Hai tutta l’attenzione delle
decine di mega schermi, un caleidoscopio di luci e suoni che dura giusto il
tempo di attraversare la strada, come una meteora quando cade. Come se la
meteora fossi tu.
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