mercoledì 13 giugno 2018

Giorno 4 – Betania – Mar Morto - Madaba


Oggi lasciamo Amman per dirigerci a sud, verso il cuore caldo della Giordania. A vederla, così semi arida e grigia, con quelle case non troppo alte e costruite tutte nello stesso modo, con colori tra il bianco e il grigio, non sembrerebbe proprio una capitale. Per il traffico invece sì. Zu ci spiega che il costo delle case qui è diventato impossibile da pochi anni. Sin da quando ricchi investitori iracheni e siriani hanno comprato e fatto costruire grattaceli a prezzi del tutto fuori mercato. In pratica una casa costa come in Italia, ma lo stipendio medio si aggira sui 450 dinari. Perfino l'affitto è altissimo, circa 300 dinari al mese. Ecco spiegato tutto questo traffico, la gente si è trasferita in campagna.
Salutiamo Amman proprio appena prima del ramadan, per cui non sappiamo cosa aspettarci per quanto riguarda il cibo. Per quello che abbiamo letto sulle guide, è meglio non mangiare in pubblico, per rispetto a coloro che seguono il digiuno religioso. Conoscendo questo fatto, io e Cassandra siamo partiti già equipaggiati con dei panini che mangeremo sul pullman, per cui possiamo stare tranquilli, anche perché il ramadan comporta una chiusura anticipata delle attività commerciali. Per legge in questo mese si può lavorare mezza giornata.
Il primo sito che visitiamo è Betania, ovvero il luogo dove Gesù fu battezzato da Giovanni battista.
Il luogo è sperduto nel deserto e proprio al confine con Israele. Prima di arrivarci però scendiamo di quota al livello del mar Morto con conseguente innalzamento delle temperature. Arriveremo a più di trecento metri sotto il livello del mare, dove il fiume Giordano scorre facendo da confine tra la Giordania e Israele. Dopo aver fatto i biglietti e un pitstop al bagno, risaliamo sul pullman e troviamo un ospite. Un bresciano si unisce a noi dicendo di essere un nuovo membro del gruppo. È così tranquillo e disinvolto che inizio a pensare che sia davvero un nuovo partecipante inviatoci da Avventure.
Invece è solo un turista a cui i bigliettai hanno detto che poteva prendere il nostro pullman per andare a visitare il sito.
Inizialmente Zu non è d'accordo, poi Pier risolve tutto facendogli dichiarare che ci solleva da qualsiasi responsabilità in caso di incidente e possiamo partire.
Scesi dal pullman camminiamo su un sentiero coperto da un telo, poca cosa ma comunque meglio di niente contro un sole e un caldo torrido. Poco prima del confine troviamo i resti delle chiese costruite una sopra l’altra nei secoli successivi e del muro su cui Gesù appoggiò il suo mantello appena prima di essere battezzato. Qui sgorga ancora la fonte in cui si dice che Giovanni abbia immerso Gesù.
Oggigiorno il fiume Giordano non è paragonabile a quello di un tempo, difatti arrivandoci vediamo che non sarà largo più di quindici o dieci metri.
Sulla riva giordana c’è una veranda e gradini in legno che scendono fino in acqua. Il territorio giordano, circa quattro o cinque metri, è delimitato in acqua da una corda di galleggianti, poi c’è uno spazio di acque internazionali e infine c’è lo spazio israeliano per i battesimi. La riva israeliana è molto più ricca e ci sono persone che arrivano continuamente a immergersi con la veste bianca.
Ci sono anche due ragazze immerse fino alle spalle. La più corpulenta è un po’ titubante, quasi spaventata. Stiamo circa dieci minuti e quando ce ne stiamo andando la ragazza finalmente rompe gli indugi e si immerge completamente. Quando esce si lascia andare e abbraccia l’amica, quindi scoppia a piangere. Si è battezzata? Effettivamente anche noi quando da piccoli ci battezzano spesso scoppiamo a piangere...
Riprendiamo il sentiero coperto fino al pullman, salutiamo il simpatico bresciano, e ci dirigiamo alla tappa successiva, le rive del mar Morto.
Vi accediamo passando da un lussuosissimo hotel, dove mangeremo anche.
Ci cambiamo e scendiamo in spiaggia. La strada sembra lunghissima, forse per il caldo, o forse perché negli ultimi 18 anni il mare si è ritirato tantissimo, non dico cento metri, però quasi.
Siamo sempre sotto il livello del mare e si sente. Il sole picchia come un martello pneumatico e così ci buttiamo in acqua.
Buttiamo è una parola grossa. Ogni volta che cerchiamo si immergerci riceviamo una spinta verso l’alto, come se qui il principio di Archimede valesse doppio. Difatti c’è il divieto di tuffarsi. Probabilmente se dovessi tuffarmi temo seriamente di essere ributtato fuori come per effetto di un tappetino elastico.
C’è così tanto sale che non si riesce nemmeno a stare dritti, si viene letteralmente sdraiati. Il vantaggio inaspettato è che non sono mai andato così veloce nuotando a cagnolino.
Usciamo e ci infanghiamo per bene con il bitume. Un po’ puzzolente, ma si dice che faccia benissimo alla pelle. Ci imbrattiamo alla perfezione e io che posso mi ricopro anche la capoccia. Rimaniamo al sole a sfrigolare finché il fango si secca, quindi nuovamente in acqua. Il tuffo è sempre impermeabile però almeno ci leva la maggior parte del fango nero. Preso confidenza con l’acqua respingente inizio a nuotare con disinvoltura, ma eccola là: un'invadente goccia d’acqua mi entra nell’occhio, così, senza neanche chiedere permesso. È stato un colpo talmente basso e inaspettato che, per il male non riesco a smettere di lacrimare.
Faccio anche le foto con un occhio così conciato che sembra che debba starnutire da un momento all’altro. Solo quando finalmente esco a fare la doccia accade il miracolo: ci vedo! Io ci vedo! Guarito mi ributto in acqua e ricomincio da capo. Stavolta mi infango meglio e non mi brucio gli occhi.
Andiamo a pranzo e mangiamo a buffet come nei villaggi turistici. Ci sono anche cose che possiamo mangiare noi vegetariani per cui faccio tre giri prima di iniziare a rotolare.
Il pomeriggio lo passiamo in piscina, con lo scivolo, mentre Cassandra, approfittando del mar Morto torna a farsi i fanghi sulla riva.
In serata arriviamo a Madaba, una piccola cittadina che confronto ad Amman sembra un paesino, ma per lo meno è molto più tranquilla e con poco traffico.
Usciamo per prendere qualche verdurina, ma troviamo poco e niente. Del resto stasera inizia il ramadan, tutti chiudono presto per aspettare che il sole tramonti.

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