Ci
svegliamo salutati dal sole che inizia a salire presto. Difatti Zu
cambia all'ultimo l'orario di partenza anticipandolo di un'ora.
Purtroppo Cassandra aveva spento la modalità profetica, anche perché
nel deserto non c’è campo, e non avendolo previsto si è trovata a
dover fare le sue cose nella metà del tempo che spreca di solito,
perdendo anche le sue preziose forbici dell’ordine delle trite
comandine. La profetessa superiora non ne sarà contenta, ma lo aveva
già previsto, ovviamente.
Dopo
averla attesa per dieci minuti sulle jeep, ripartiamo e andiamo a
vedere un arco naturale, prima da sotto e poi salendoci sopra.
Fatte
le foto di rito ci dirigiamo da un’altra parte e veniamo scaricati
all’inizio di una gola. Saliamo lentamente sulla sabbia, ammirando
il paesaggio e le strane forme delle rocce che, un po' come le
nuvole, a ognuno di noi ricordano qualcosa di diverso.
Arriviamo
in cima e scendiamo tra le rocce che si stringono quasi non volessero
lasciarci andare. Giriamo lentamente attorno alla montagna dove ci
aspettano le jeep che stavolta ci portano a vedere degli antichi
geroglifici.
Il
posto è una strettissima gola dove ci passano al massimo una persona
e mezza. Siamo appena arrivati quando un gruppo di cinesi ci piomba
addosso con tutta la propria maleducazione e chiasso.
Senza
darci troppo tempo per ammirare i geroglifici, si intromettono
invadendo le nostre foto. Per sentire meglio la spiegazione di Zu
decidiamo di uscire dalla gola. Purtroppo fanno così casino che non
riusciamo a sentire bene quello che la guida ci dice nemmeno da
fuori. Nonostante i continui richiami questi se ne fregano e
continuano imperterriti.
Li
moltacci lolo!
Ripresa
la corsa sulla sabbia, le jeep stavolta ci portano all’uscita in
un’oretta, dove ci aspetta il nostro vecchio pullman che ormai è
stato riparato.
Non
ci rimane altro da fare che salire a bordo e dirigerci verso Aqaba,
che si affaccia sul mar Rosso.
Sapevamo
che avrebbe fatto caldo, ma un paio d'ore più tardi, la situazione
che troviamo al nostro arrivo non era preventivata. Ci sono ben 43
gradi. Un vento caldo e umido soffia via quasi tutta l'acqua del
nostro corpo in pochi istanti. Ci rinchiudiamo in hotel con l’aria
condizionata fino a sera, sperando che la temperatura si attenui un
po’. Solo a Dubai avevo sperimentato qualcosa di simile, anche se
li erano solo le 8 del mattino.
Usciamo
verso le 7 per andare ad un supermercato, lo troviamo a dieci minuti
di sudatissima strada dall’hotel, quindi ci rintaniamo fino a dopo
cena, quando effettivamente si può finalmente uscire senza dare i
numeri.
Ritroviamo
gli altri e Zu che per stasera ci accompagna facendoci vedere il
mercato. Qualcuno compra delle spezie, altri il Kohl, una specie di
Kajal beduino, e dolcetti vari. Insomma siamo alla fine del viaggio e
chi se lo può permettere cerca di sparare tutti i jod che gli sono
rimasti.
Anche
qui la tranquillità con cui si può girare nel mercato serale è la
norma, non me ne sorprendo quasi più, anche se continua a piacermi
moltissimo.
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