mercoledì 20 giugno 2018

Giorno 11 – Il deserto Wadi Rum - Aqaba

Ci svegliamo salutati dal sole che inizia a salire presto. Difatti Zu cambia all'ultimo l'orario di partenza anticipandolo di un'ora. Purtroppo Cassandra aveva spento la modalità profetica, anche perché nel deserto non c’è campo, e non avendolo previsto si è trovata a dover fare le sue cose nella metà del tempo che spreca di solito, perdendo anche le sue preziose forbici dell’ordine delle trite comandine. La profetessa superiora non ne sarà contenta, ma lo aveva già previsto, ovviamente.
Dopo averla attesa per dieci minuti sulle jeep, ripartiamo e andiamo a vedere un arco naturale, prima da sotto e poi salendoci sopra.
Fatte le foto di rito ci dirigiamo da un’altra parte e veniamo scaricati all’inizio di una gola. Saliamo lentamente sulla sabbia, ammirando il paesaggio e le strane forme delle rocce che, un po' come le nuvole, a ognuno di noi ricordano qualcosa di diverso.
Arriviamo in cima e scendiamo tra le rocce che si stringono quasi non volessero lasciarci andare. Giriamo lentamente attorno alla montagna dove ci aspettano le jeep che stavolta ci portano a vedere degli antichi geroglifici.
Il posto è una strettissima gola dove ci passano al massimo una persona e mezza. Siamo appena arrivati quando un gruppo di cinesi ci piomba addosso con tutta la propria maleducazione e chiasso.
Senza darci troppo tempo per ammirare i geroglifici, si intromettono invadendo le nostre foto. Per sentire meglio la spiegazione di Zu decidiamo di uscire dalla gola. Purtroppo fanno così casino che non riusciamo a sentire bene quello che la guida ci dice nemmeno da fuori. Nonostante i continui richiami questi se ne fregano e continuano imperterriti.
Li moltacci lolo!
Ripresa la corsa sulla sabbia, le jeep stavolta ci portano all’uscita in un’oretta, dove ci aspetta il nostro vecchio pullman che ormai è stato riparato.
Non ci rimane altro da fare che salire a bordo e dirigerci verso Aqaba, che si affaccia sul mar Rosso.
Sapevamo che avrebbe fatto caldo, ma un paio d'ore più tardi, la situazione che troviamo al nostro arrivo non era preventivata. Ci sono ben 43 gradi. Un vento caldo e umido soffia via quasi tutta l'acqua del nostro corpo in pochi istanti. Ci rinchiudiamo in hotel con l’aria condizionata fino a sera, sperando che la temperatura si attenui un po’. Solo a Dubai avevo sperimentato qualcosa di simile, anche se li erano solo le 8 del mattino.
Usciamo verso le 7 per andare ad un supermercato, lo troviamo a dieci minuti di sudatissima strada dall’hotel, quindi ci rintaniamo fino a dopo cena, quando effettivamente si può finalmente uscire senza dare i numeri.
Ritroviamo gli altri e Zu che per stasera ci accompagna facendoci vedere il mercato. Qualcuno compra delle spezie, altri il Kohl, una specie di Kajal beduino, e dolcetti vari. Insomma siamo alla fine del viaggio e chi se lo può permettere cerca di sparare tutti i jod che gli sono rimasti.
Anche qui la tranquillità con cui si può girare nel mercato serale è la norma, non me ne sorprendo quasi più, anche se continua a piacermi moltissimo.

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