Oggi
è l'ultimo giorno di viaggio, ma sarà una lunghissima giornata. Per
avere l'illusione che il viaggio non finisca, non andremo a dormire
finché non saremo in Italia.
Salutiamo
la calda Aqaba ed il mar Rosso per dirigerci di nuovo sull'altro
mare, il mar Morto. Con il solito pullman torniamo verso l'interno
della Giordania, attraversando il deserto fino alla sosta nei pressi
del mar Morto, proprio per poter fare acquisti di prodotti per la
pelle, di cui Cassandra va pazza. Da come riempie il carrello inizio
a pensare che sia venuta in questa nazione più per questo negozio
che per Petra.
Riecco
il mar Morto, con i suoi 380 metri sotto il livello del mare e tanto
sale da fulminare un iperteso solo guardandone la superficie.
Oggi
però niente fanghi e bagni salati, ci aspetta la gola del Wadi Mujib
da fare a piedi, ma stavolta immersi nell’acqua. Zu ci spiega che
la parola Wadi significa proprio „fiume che scorre in mezzo“.
Il
canyoning è una cosa che ho sempre voluto fare, ma che fino ad ora
non avevo mai avuto la possibilità di provare. Finalmente possiamo
mettere la croce su un'altra casellina rimasta per troppo tempo
vuota.
Quella
di oggi era un'escursione prevista a metà viaggio, ma in quel
momento c’era troppa acqua e così Zu ha pensato bene di rimandarlo
all’ultimo giorno, anche per chiudere in bellezza con questa
ciliegina bagnata.
Il
gruppo che si butta è quasi al completo, è presente perfino
Cassandra, che di solito cerca di evitare gli sport estremi.
L’inizio
è incoraggiante: niente sole accecante e iniziamo a camminare nel
letto di un torrente. Facile, facile, se non si contano i sassolini
che si infilano ovunque sotto i piedi.
Procediamo
spediti in una gola bellissima, molto simile al Siq che porta a
Petra, solo che qui sul fondo c’è l’acqua che scorre
controcorrente.
Poco
a poco il torrente si fa più tortuoso e profondo. Avanziamo con
sempre maggiore difficoltà, finché compaiono le corde e bisogna
arrampicarsi sulle rocce. Il gruppo inizia a sentire la difficoltà e
si sfilaccia un pochino fino a quando Zu decide di fermarsi. Siamo
troppi per lui. Io, Carlo, Giuseppe, Alessandro e Cassandra però
proseguiamo.
Facciamo
l’ultimo ostacolo impegnativo e poi ci troviamo di fronte una
cascata verticale di circa quattro metri da scalare. Causa un gran
traffico ci dobbiamo fermare e solo Alessandro, a 72 anni suonati,
riesce ad arrampicarsi e scomparire dall’altra parte. Noi che
assistiamo alla scena e vediamo le difficoltà della gente più
fisicata e giovane di noi, ci guardiamo un po’ perplessi e
decidiamo che senza una guida ad aiutarci forse non è il caso di
rischiare.
A
conferma di ciò, mentre torniamo passando sull’ultimo ostacolo che
io e Cassandra abbiamo già fatto, Giuseppe scivola e finisce in un
mulinello. Coperto da un enorme roccia non mi rendo conto che fosse
proprio lui, vedo solo una sagoma scomparire nell’acqua. Per
fortuna lì vicino c’era la guida di un altro gruppo che lo trae in
salvo. Probabilmente ce l’avrebbe fatta anche da solo grazie al
giubbotto di salvataggio, ma non si sa mai.
Da
lì in poi il ritorno è tutto gratis, nel senso che ci lasciamo
galleggiare e trascinare lentamente dalla corrente.
Io
e Cassandra ci divertiamo come pazzi a rincorrerci e scontrarci,
cercando sempre l’acqua più profonda, anche se qualche volta
sbattiamo le terga su dei sassi invadenti.
Giunti
alla fine del torrente usciamo controvoglia, ormai si sta avvicinando
la fine del viaggio.
Ripartiamo
verso Madaba, dove salutiamo l'autista e soprattutto Zu. La nostra è
stata una bellissima vacanza anche grazie alla sua guida. Credo sia
stato il miglior corrispondente di Avventure con cui abbiamo avuto a
che fare, davvero bravo.
In
hotel ci facciamo la doccia e aspettiamo il canto del muezzin, quindi
torniamo a cena sulla terrazza di una settimana fa.
Ceniamo
e fumiamo il narghilè, quindi usciamo a passeggiare per le strade
piene di gente. Tutti sono in giro in auto a festeggiare: oggi in
Giordania è festa nazionale. Oltre alla fine del digiuno per il
ramadan sono tutti su di giri e sfilano con le loro automobili
strombazzanti che, a passo d'uomo, sfoggiano le loro carrozzerie
utilitarie.
Verso
le 23:30 arriva il taxi che divide il gruppo, i viaggiatori romani
come noi se ne vanno salutando gli altri. Viaggio
bellissimo, in un paese fantastico e accogliente come non avrei mai
pensato... Mi mancheranno i miei compagni sognatori e questi posti da
sogno, ma so che rimarranno per sempre con me.
In
ogni caso non si sa mai, che ci si possa incontrare ancora. Basta
sognarlo.
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