venerdì 22 giugno 2018

Giorno 13 - Wadi Mujib – Madaba

Oggi è l'ultimo giorno di viaggio, ma sarà una lunghissima giornata. Per avere l'illusione che il viaggio non finisca, non andremo a dormire finché non saremo in Italia.
Salutiamo la calda Aqaba ed il mar Rosso per dirigerci di nuovo sull'altro mare, il mar Morto. Con il solito pullman torniamo verso l'interno della Giordania, attraversando il deserto fino alla sosta nei pressi del mar Morto, proprio per poter fare acquisti di prodotti per la pelle, di cui Cassandra va pazza. Da come riempie il carrello inizio a pensare che sia venuta in questa nazione più per questo negozio che per Petra.
Riecco il mar Morto, con i suoi 380 metri sotto il livello del mare e tanto sale da fulminare un iperteso solo guardandone la superficie.
Oggi però niente fanghi e bagni salati, ci aspetta la gola del Wadi Mujib da fare a piedi, ma stavolta immersi nell’acqua. Zu ci spiega che la parola Wadi significa proprio „fiume che scorre in mezzo“.
Il canyoning è una cosa che ho sempre voluto fare, ma che fino ad ora non avevo mai avuto la possibilità di provare. Finalmente possiamo mettere la croce su un'altra casellina rimasta per troppo tempo vuota.
Quella di oggi era un'escursione prevista a metà viaggio, ma in quel momento c’era troppa acqua e così Zu ha pensato bene di rimandarlo all’ultimo giorno, anche per chiudere in bellezza con questa ciliegina bagnata.
Il gruppo che si butta è quasi al completo, è presente perfino Cassandra, che di solito cerca di evitare gli sport estremi.
L’inizio è incoraggiante: niente sole accecante e iniziamo a camminare nel letto di un torrente. Facile, facile, se non si contano i sassolini che si infilano ovunque sotto i piedi.
Procediamo spediti in una gola bellissima, molto simile al Siq che porta a Petra, solo che qui sul fondo c’è l’acqua che scorre controcorrente.

Poco a poco il torrente si fa più tortuoso e profondo. Avanziamo con sempre maggiore difficoltà, finché compaiono le corde e bisogna arrampicarsi sulle rocce. Il gruppo inizia a sentire la difficoltà e si sfilaccia un pochino fino a quando Zu decide di fermarsi. Siamo troppi per lui. Io, Carlo, Giuseppe, Alessandro e Cassandra però proseguiamo.
Facciamo l’ultimo ostacolo impegnativo e poi ci troviamo di fronte una cascata verticale di circa quattro metri da scalare. Causa un gran traffico ci dobbiamo fermare e solo Alessandro, a 72 anni suonati, riesce ad arrampicarsi e scomparire dall’altra parte. Noi che assistiamo alla scena e vediamo le difficoltà della gente più fisicata e giovane di noi, ci guardiamo un po’ perplessi e decidiamo che senza una guida ad aiutarci forse non è il caso di rischiare.
A conferma di ciò, mentre torniamo passando sull’ultimo ostacolo che io e Cassandra abbiamo già fatto, Giuseppe scivola e finisce in un mulinello. Coperto da un enorme roccia non mi rendo conto che fosse proprio lui, vedo solo una sagoma scomparire nell’acqua. Per fortuna lì vicino c’era la guida di un altro gruppo che lo trae in salvo. Probabilmente ce l’avrebbe fatta anche da solo grazie al giubbotto di salvataggio, ma non si sa mai.
Da lì in poi il ritorno è tutto gratis, nel senso che ci lasciamo galleggiare e trascinare lentamente dalla corrente.
Io e Cassandra ci divertiamo come pazzi a rincorrerci e scontrarci, cercando sempre l’acqua più profonda, anche se qualche volta sbattiamo le terga su dei sassi invadenti.
Giunti alla fine del torrente usciamo controvoglia, ormai si sta avvicinando la fine del viaggio.
Ripartiamo verso Madaba, dove salutiamo l'autista e soprattutto Zu. La nostra è stata una bellissima vacanza anche grazie alla sua guida. Credo sia stato il miglior corrispondente di Avventure con cui abbiamo avuto a che fare, davvero bravo.
In hotel ci facciamo la doccia e aspettiamo il canto del muezzin, quindi torniamo a cena sulla terrazza di una settimana fa.
Ceniamo e fumiamo il narghilè, quindi usciamo a passeggiare per le strade piene di gente. Tutti sono in giro in auto a festeggiare: oggi in Giordania è festa nazionale. Oltre alla fine del digiuno per il ramadan sono tutti su di giri e sfilano con le loro automobili strombazzanti che, a passo d'uomo, sfoggiano le loro carrozzerie utilitarie.
Verso le 23:30 arriva il taxi che divide il gruppo, i viaggiatori romani come noi se ne vanno salutando gli altri. Viaggio bellissimo, in un paese fantastico e accogliente come non avrei mai pensato... Mi mancheranno i miei compagni sognatori e questi posti da sogno, ma so che rimarranno per sempre con me.
In ogni caso non si sa mai, che ci si possa incontrare ancora. Basta sognarlo.

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