domenica 19 luglio 2015

Staffafel - SkaftafellJokul - Laguna iceberg - Staffafel - 11° giorno


Oggi partiamo presto, ci aspetta una giornata piena piena: alle otto siamo già in auto diretti allo Skaftafelljokul per fare la ramponata sul ghiacciaio. Il viaggio è molto lungo e durante il tragitto mi addormento qualche volta, la stanchezza dei chilometri accumulati comincia a farsi sentire.
Arriviamo in orario al ghiacciaio e quasi subito ci danno i ramponi e la picozza. Questa si rivelerà utile solo per trasportare i ramponi.


Ci portano con un pulmino ai piedi del ghiacciaio dove ci fanno vedere come indossare e allacciare i ramponi, poi in marcia. Il ghiacciaio è subito dietro l'angolo, ma non lo vediamo finché non sentiamo il tipico rumore del ghiaccio tritato sotto i piedi.
Anche a guardarlo pero continuo a non vederlo: il ghiaccio è ricoperto di sassi, sassolini ed una fanghiglia nera. Le guide ci spiegano che è così a causa dell'ultima eruzione del vulcano nel '96 che ha ricoperto il ghiacciaio di cenere nera.
Oggi vediamo il nero solo alla fine del ghiacciaio, ma più in alto è una continua striatura di grigio e bianco. Subito dopo l'eruzione però era completamente nero.
Iniziamo una piccola salita e il terreno si schiarisce poco alla volta passando dal grigio scuro al chiaro, finché arriviamo dove c'è una spaccatura di pochi centimetri ed una montagnola di ghiaccio e fango nero. Le guide ci dicono che quel ghiaccio proviene dal fondo del ghiacciaio ed è stato spinto in superficie dall'attrito di due grandi lastre che, scontrandosi tra loro, hanno fatto emergere il ghiaccio in superficie.
La guida poi ci fa vedere il blu ice, ovvero il ghiaccio puro: con la mano nuda, che freddo, pulisce a terra rivelando del ghiaccio blu. Dopo averlo pulito al meglio delle sue possibilità ci indica qualcosa che è intrappolato in esso: sembrano delle venature di cristallo. In realtà sono bolle d'aria che, nei giorni di sole, fanno dilatare il ghiaccio provocando dei sinistri, ma innocui, rumori di rottura, molto caratteristici.

Saliamo ancora un pochino e vediamo altre spaccature, anche se troppo piccole per caderci dentro, raggiungono la profondità anche di venti metri. La guida ci avverte di fare attenzione perché più in alto arrivano anche a sessanta metri.
Salendo ancora un po' troviamo una piccola gola con una scaletta abbozzata nel ghiaccio. Qui ci fanno scendere fino all'ultimo gradino per guardare nel mulinello d'acqua che porta a decine di metri di profondità, attraverso il ghiaccio finalmente blu.
La ragazza racconta che l'acqua che scorre qui è la più pura che potremmo mai bere, essendo ghiaccio sciolto che si era formato chissà quante centinaia di anni prima. Dice anche che al massimo potremmo trovarci dentro della cenere di vulcano, che però ci renderebbe più forti.
Si, brava, dillo anche ai miei calcoli renali che non ti hanno sentito bene.
Mentre ritorniamo indietro ci dicono che il ghiacciaio una volta era molto più esteso: si ritira di circa uno o due metri l'anno. Raccontano anche la storia dei contadini del luogo che dovevano portare le pecore a pascolare dall'altra parte del ghiacciaio, cercando di attraversarlo. Purtroppo le pecore non hanno i ramponi e cosi qualcuna scivolava nei crepacci. Per ovviare a questo problema gli islandesi prendevano una picozza, la attorcigliavano alla lana della pecora e cosi la sollevavano di peso, che male, per trasportarla dall'altra parte.
Anche se oggi non c'è il sole, il ghiacciaio è molto bello e merita di essere visto. Magari 67€ sono troppi, ma merita. Tra l'altro qui ci hanno girato Batman begins, Game of thrones e Interstellar. Lo dicevo io che l'Islanda era un altro mondo.
Giusto il tempo di mangiare i nostri filetti di muscolo di grano, circondati dai molti curiosi del gruppo attirati dalla strana bistecca vegetale, e andiamo alla laguna degli iceberg.


La laguna è davvero un posto magico. Trasmette sensazioni incredibili, brividi, oltre che di freddo, di emozione vibrante. Che meraviglia.
La laguna è stracolma di iceberg che, staccatisi dal ghiacciaio che termina proprio in acqua, cercano la via per l'oceano. Sembra quasi che stiano facendo la coda al casello. In realtà, essendo troppo grandi per uscire, ne emerge solo il venti per cento, sono in attesa di rimpicciolirsi rompendosi in parti più transitabili.
Il blu del ghiaccio qui è definibile solo in gradi di purezza, più è blu e più è puro. Un azzurro cosi profondo che riflette il cielo in modo magico.
A volte si sentono in lontananza dei tonfi lontani: è un iceberg che si rompe e si rigira su se stesso per ritrovare l'equilibrio.


Saliamo sul camion che dopo nemmeno duecento metri si immerge in acqua trasformandosi in un battello. Ognuno con i suoi giubbotti arancioni di salvataggio, ascoltiamo Veronica, una bellissima islandese dagli occhi verdi che, tenendo a mani nude un piccolo iceberg tra le mani ci chiede quanti anni potrebbe avere secondo noi. Io mi butto e rispondo:
1000 anni!
Veronica sorpresa mi dice che è giusto e se per caso lo avevo visto prima su google.
Valle a spiegare che Cassandra è una profetessa e a volte mi contagia con il suo potere.


Comunque Veronica ci racconta, sempre tenendo in mano il ghiacciolo gigante, che si capisce che è un pezzo formato cosi tanti anni fa perché ha una densità molto alta.
La laguna d'acqua in cui navighiamo invece si è creata solo ottant'anni fa. Prima di allora c'era il ghiacciaio che ancora oggi si sta ritirando molto velocemente, un po' per il riscaldamenti globale, un pò per l'acqua di mare che una volta penetrata con il suo alto grado di sapidità fa sciogliere il ghiaccio.
In questo modo nella laguna è penetrata molta acqua salata e con essa sono arrivate diverse specie di pesci marini. Conseguentemente sono arrivate anche le foche, a cui questa laguna sembra piacere molto.


Meteo & Guest house
Tempo cupo, scende una pioggerella fine ma densa che si appiccica ovunque e ci appesantisce, ma ci tiene anche compagnia ricordandoci che comunque per l'Islanda è bel tempo. Sul ghiacciaio, nonostante tutto non soffriamo il freddo, ma nella laguna si gela. Un vento polare soffia su di noi portandosi via quasi tutto il nostro calore.
Nel pomeriggio le nubi si diradano un pochino facendoci intravedere quel tanto che basta di sole per farci tornare un pochino di buon umore.
Cena preparata a tempo di record per lasciare la possibilità anche ad una famiglia spagnola di prepararsi qualcosa.

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