venerdì 10 luglio 2015

Reykjavik - Thingvellir - Gullfoss - Geyser – Hveravellir - 2° giorno


Una dormita clamorosa. Erano anni che non facevo una dormita cosi. Durante la notte Alessio, il più giovane del gruppo, ha tentato di impedire il giusto riposo di tutta la stanza: è davvero un russatore da primato, mai visto un fenomeno così, nemmeno sul cammino di Santiago dove ho conosciuto un paio di campioni europei di barrito. Alessio batte tutti.

Per mia fortuna ero talmente stanco che sentendo il letto muoversi per le vibrazioni ho temuto un terremoto. Quando mi sono accorto che tutti volgevano lo sguardo nell'angolo lontano della stanza dove riposava tranquillo il giovane campione, mi sono girato dall'altra parte, ho abbracciato Cassandra, e mi sono riaddormentato in sasso.

E' la prima mattina, da oggi iniziamo la vita da traveller, dopo aver fatto colazione ovviamente: Briosche vegane che Cassandra ha portato per me, una tisana, frutta secca e lo zenzero candito.

Come preventivato consegno la mia patente per poter essere arruolato tra i piloti che ci guideranno sulle strade semi deserte dell'Islanda. Per un disguido vengo escluso dalla lista dei piloti, quindi invece di sei saranno solo cinque gli autisti. Peccato, un pochino mi sarebbe piaciuto guidare in mezzo ai paesaggi lunari, vorrà dire che mi concentrerò sulla cucina.

Quando arrivano i due minivan, li carichiamo con i nostri bagagli e ci dirigiamo sulle strade di quella che sarà una lunghissima giornata.

La prima tappa è il parco nazionale di Thingvellir. Il traffico della capitale è talmente blando e irrisorio rispetto a ciò che si può sperimentare in una qualsiasi piccola cittadina italiana, che non mi sento proprio di chiamarlo traffico.

E' quasi incredibile pensare che i cittadini della capitale, stressati dai ritmi di vita frenetici ed elevati a cui sono sottoposti (ma per favore), appena possono fuggono per un weekend di relax nei cottage situati nelle valli vicine.

Thingvellir è a soli 40 minuti da Reykjavik, un luogo di pace e serenità in cui fu istituito il primo parlamento Europeo intorno all'anno mille, ma soprattutto è il punto in cui la deriva dei continenti ha generato una frattura che allontana le placche di Nord America ed Eurasia, alla velocità di ben due centimetri l'anno.

Questo è il luogo dove il Nuovo Mondo saluta il Vecchio Mondo.



Anche se geologicamente parlando è una velocità pazzesca, vedere queste due placche, una di fronte all'altra, mi fa venire in mente due vecchi amanti che, nonostante l'amore tra loro sia finito da tempo, non riuscendo a dare un taglio netto alla storia, si allontanano così lentamente che per anni si guarderanno ancora negli occhi.



Ripreso il cammino arriviamo alle cascate di Gullfoss, una doppia cascata racchiusa da alte mura di basalto che si getta nel vuoto spruzzando acqua ovunque. Sono alte trentadue metri, ma hanno una portata eccezionale: 109 metri cubi al secondo, ma nei periodi di piena arrivano anche a 2000 metri cubi al secondo. Da vedere da vicino, soprattutto dopo aver attraversato l'onda di spruzzi.



Pare che queste cascate l'abbiano scampata bella. All'inizio del ventesimo secolo degli investitori stranieri volevano trasformare la cascata in una centrale idroelettrica. Una donna, Sigridur Tomasdottir, che era nata in quei luoghi, andò a protestare diverse volte a Reykjavik, sempre a piedi.

Quando tutto sembrava ormai perduto minacciò di buttarsi nella cascata e alla fine tutto fu annullato.

Grazie Sigridur.

Essendo giunti al punto più lontano della nostra giornata, dobbiamo riprendere il viaggio per tornare sulla costa ma nel frattempo facciamo una sosta doverosa al sito dei Geyser.





Il nome geyser infatti deriva proprio da questo luogo in cui ci sono diversi geyser. Al momento solo uno fa ancora le spettacolari esibizioni della sublimazione dell'acqua in vapore, lo Strokkur. Il piccolo Geyser non è altro che un bollitore perenne in cui l'acqua borbotta come una suocera. Il grande geyser invece non erutta più. Pare che sia stato bloccato dai continui lanci di sassi nella sua bocca. Gli hanno causato una indigestione di sassi.

Un vero peccato perché pare fosse molto più spettacolare dello Strokkur ,che già di suo è bellissimo.

E' tardi, il tragitto che ci separa dall'alloggio di questa sera è molto lungo. Purtroppo la strada interna che ci avrebbe fatto tagliare un centinaio di chilometri è ancora chiusa per neve. Per fortuna guidare in Islanda è piacevole, per niente stressante, se non per certi rettilinei infiniti.

In mezzo a questi paesaggi da cartolina non manca mai l'acqua. Sulle cime delle vicine montagne, montagnole e colline, il bianco della neve le ricopre e nei canaloni resiste quasi fino a valle. Cascatelle e ruscelli formano corsi d'acqua in quantità incredibile. Si ha quasi la sensazione che tutta l'acqua del mondo nasca da questa piccola terra.





Finalmente, alle nove e mezza di sera arriviamo a destinazione. Bordaery è un villaggio di pochissime case e soli quattordici abitanti. Con il nostro arrivo l'esplosione demografica ha più che raddoppiato la popolazione. Potremmo tranquillamente prendere il potere, se volessimo.

In pochi minuti la nostra macchina organizzativa si mette in moto e dopo avere preso possesso delle camere, mi metto a cucinare. Nostro malgrado il risultato non è il massimo, non avendo confidenza con le buste pronte, sbagliamo le misure e mangiamo tutti poco e male. Il menù prevedeva pasta e fagioli, alla fine abbiamo mangiato pasta e breccole, i fagioli sembravano sassolini. Per non sentire i morsi della fame durante la notte, gli altri hanno mangiato qualche cubetto di grana con del pane. Io e Alba abbiamo intaccato un pochino le nostre scorte vegetariane.

A mezzanotte il sole sta tramontando, a nord, dietro un lontano promontorio. Uno spettacolo di luci mozzafiato. Sembra che si stia immergendo in acqua per il bagno serale. Sparirà verso mezzanotte e mezza, ma non diventerà mai buio, alle 2 passate risorgerà sempre a nord.



Meteo & Guest house



Il secondo giorno il tempo e' sempre molto bello, il sole ogni tanto si nasconde dietro le nuvole ma fa meno freddo.

La guest house è una casa molto carina, a due piani con stanze di varie misure. Io e Cassandra, per lasciare la singola ad Alessio, campione del mondo di barrito, andiamo a dormire in stanza con altre quattro donne, divideremo un letto in due ma sarà comunque una notte molto comoda e tranquilla.

La cucina, non molto grande, è funzionale e ci permette di preparare la cena e la colazione il giorno dopo.

Nessun commento:

Posta un commento