sabato 11 luglio 2015

Bordaeri - Vidimyri - Holar - Hofsos – Siglurfjordur - 3° giorno


Nottata tranquilla anche questa, non so se sia la stanchezza oppure in Islanda si dorma bene, ma continuo a svegliarmi riposato.

Alle 8:30 partiamo per Vidimyri, dove ci attende una antica chiesetta di legno e torba. Da fuori è molto caratteristica e carina, ma dire che è piccola è riduttivo. Per visitare l'interno si dovrebbero pagare 700 corone. Sette metri, quasi sette passi di visita, praticamente 100 corone al metro. Un po' troppo caro per tutti. Riprendiamo la strada per il museo delle case di torba.






Il sito è molto carino, immerso in una grande vallata verde ci sono delle casette di torba in cui è stato creato un museo. È molto piccolo ma particolare. Complice la splendida giornata ne approfittiamo per fare un pic nic all'aperto.

La tappa successiva è Holar dove c'è la più antica chiesa in pietra dell'isola. Il contesto paesaggistico in cui è inserita è molto bello, ma la chiesa, ristrutturata qualche decennio fa, non è niente di che. Al suo interno ci sono diverse opere provenienti da tutto il mondo, ma un po' troppo fuori contesto.

Un po' delusi ci consoliamo con la vista di montagne splendide, si potrebbe quasi dire affrescate ad arte.



Un po' delusi ci dirigiamo a Hofsos, dove c'è una scogliera di lava basaltica che scende ad immergersi nel mare con i suoi alti pilastri esagonali. Anche in Irlanda c'è una scogliera simile, detta la spiaggia dei giganti. Secondo la trasmissione Voyager poteva essere l'indizio della presenza di Atlantide, ma in realtà queste formazioni geometriche sono molto comuni in natura, soprattutto qui al 66° parallelo.

Tentiamo una visita anche in paese, ma non c'è proprio niente e nessuno da vedere, se non un sole insolitamente caldo.

L'ultima tappa del giorno sarebbe Siglufjordur, ma prima di arrivarci dobbiamo attraversare una galleria che sembra scavata nella roccia dai nani di Moria. È stretta, ci passa un solo veicolo per volta, ma è a doppio senso. Per fortuna ci sono diversi slarghi per chi viene nella direzione opposta. Va tutto bene finché non incontriamo un Tir, alche' siamo noi a dover accostare.

Usciti dal tunnel dei figli di Durin, ci ritroviamo in un bel fiordo dove c'è Siglufjordur, una piccola cittadina, meglio dire un paesino, anche se per i canoni islandesi forse è un centro piuttosto rilevante.

La casa in cui alloggiamo è molto bella, la più bella del viaggio.

Dopo cena usciamo a fare un giro per il porto. Ci sono un paio di locali e perfino un campo di beach volley dove due rotonde coppie di allegri islandesi, alla luce delle undici di sera, si stanno sfidando.

Siglufjordur era la capitale della pesca della sardina, ora sembra si stia lentamente trasformando in un luogo di villeggiatura. Il processo è ancora in corso per cui non troviamo molto da visitare.



Meteo & Guest house



Il terzo giorno il tempo e' coperto. Fa più freddo rispetto a ieri e c'è una pioggerellina che ogni tanto si intromette nella vacanza. Per fortuna ci vuole ben altro per rovinare questo viaggio.

La casa invece e' molto bella. Tutti hanno camere doppie, Alessio una singola e io e Cassandra, dopo la rinuncia della sera precedente veniamo premiati con una matrimoniale.

La cucina invece, nonostante sembrasse bellissima, ci da non pochi problemi: i fuochi fanno fatica a far bollire per l'acqua del risotto. Solo dopo un ora di tentativi riusciamo a capire che con il coperchio sulla pentola l'acqua non bolle. Possibile che al 66° parallelo le leggi della termodinamica sono diverse?

Per tamponare la fame il capocuoco Arianna, 80 anni suonati ma ancora in gambissima, aveva preparato una mega insalatona che diventa un ottimo antipasto.

Per me e Alba che non mangiamo il risotto, ho cucinato un sughetto per la pasta. Una cosa semplice con pomodoro, curcuma, zenzero e peperoncino.

Purtroppo in Islanda non sanno cosa sia uno scola pasta e così alla fine il sugo rimane un po' annacquato...

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