Nottata
tranquilla anche questa, non so se sia la stanchezza oppure in
Islanda si dorma bene, ma continuo a svegliarmi riposato.
Alle
8:30 partiamo per Vidimyri, dove ci attende una antica chiesetta di
legno e torba. Da fuori è molto caratteristica e carina, ma dire che
è piccola è riduttivo. Per visitare l'interno si dovrebbero pagare
700 corone. Sette metri, quasi sette passi di visita, praticamente
100 corone al metro. Un po' troppo caro per tutti. Riprendiamo la
strada per il museo delle case di torba.
Il
sito è molto carino, immerso in una grande vallata verde ci sono
delle casette di torba in cui è stato creato un museo. È molto
piccolo ma particolare. Complice la splendida giornata ne
approfittiamo per fare un pic nic all'aperto.
La
tappa successiva è Holar dove c'è la più antica chiesa in pietra
dell'isola. Il contesto paesaggistico in cui è inserita è molto
bello, ma la chiesa, ristrutturata qualche decennio fa, non è niente
di che. Al suo interno ci sono diverse opere provenienti da tutto il
mondo, ma un po' troppo fuori contesto.
Un
po' delusi ci consoliamo con la vista di montagne splendide, si
potrebbe quasi dire affrescate ad arte.
Un
po' delusi ci dirigiamo a Hofsos, dove c'è una scogliera di lava
basaltica che scende ad immergersi nel mare con i suoi alti pilastri
esagonali. Anche in Irlanda c'è una scogliera simile, detta la
spiaggia dei giganti. Secondo la trasmissione Voyager poteva essere
l'indizio della presenza di Atlantide, ma in realtà queste
formazioni geometriche sono molto comuni in natura, soprattutto qui
al 66° parallelo.
Tentiamo
una visita anche in paese, ma non c'è proprio niente e nessuno da
vedere, se non un sole insolitamente caldo.
L'ultima
tappa del giorno sarebbe Siglufjordur, ma prima di arrivarci dobbiamo
attraversare una galleria che sembra scavata nella roccia dai nani di
Moria. È stretta, ci passa un solo veicolo per volta, ma è a doppio
senso. Per fortuna ci sono diversi slarghi per chi viene nella
direzione opposta. Va tutto bene finché non incontriamo un Tir,
alche' siamo noi a dover accostare.
Usciti
dal tunnel dei figli di Durin, ci ritroviamo in un bel fiordo dove
c'è Siglufjordur, una piccola cittadina, meglio dire un paesino,
anche se per i canoni islandesi forse è un centro piuttosto
rilevante.
La
casa in cui alloggiamo è molto bella, la più bella del viaggio.
Dopo
cena usciamo a fare un giro per il porto. Ci sono un paio di locali e
perfino un campo di beach volley dove due rotonde coppie di allegri
islandesi, alla luce delle undici di sera, si stanno sfidando.
Siglufjordur
era la capitale della pesca della sardina, ora sembra si stia
lentamente trasformando in un luogo di villeggiatura. Il processo è
ancora in corso per cui non troviamo molto da visitare.
Meteo
& Guest house
Il
terzo giorno il tempo e' coperto. Fa più freddo rispetto a ieri e
c'è una pioggerellina che ogni tanto si intromette nella vacanza.
Per fortuna ci vuole ben altro per rovinare questo viaggio.
La
casa invece e' molto bella. Tutti hanno camere doppie, Alessio una
singola e io e Cassandra, dopo la rinuncia della sera precedente
veniamo premiati con una matrimoniale.
La
cucina invece, nonostante sembrasse bellissima, ci da non pochi
problemi: i fuochi fanno fatica a far bollire per l'acqua del
risotto. Solo dopo un ora di tentativi riusciamo a capire che con il
coperchio sulla pentola l'acqua non bolle. Possibile che al 66°
parallelo le leggi della termodinamica sono diverse?
Per
tamponare la fame il capocuoco Arianna, 80 anni suonati ma ancora in
gambissima, aveva preparato una mega insalatona che diventa un ottimo
antipasto.
Per
me e Alba che non mangiamo il risotto, ho cucinato un sughetto per la
pasta. Una cosa semplice con pomodoro, curcuma, zenzero e
peperoncino.
Purtroppo
in Islanda non sanno cosa sia uno scola pasta e così alla fine il
sugo rimane un po' annacquato...
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