mercoledì 15 luglio 2015

Lago Myvatn - Grjotagja - Hverfjall - Dimmuborgir - Hoefdhi - Skutustadhir – Namafjall - 7° giorno


La sveglia non è delle migliori, la nottata è stata tormentata per il letto scomodo e l'angusto container che ci ospita. Il tempo fuori è migliorato, ci sono nuvole ma non minaccia più pioggia, anzi il sole ogni tanto cerca di passare la barriera e si fa vedere.
La prima tappa nel giro del lago Myvatn è Grjotagja, ovvero una sorgente di acqua calda che fino all'ultima eruzione degli anni 60 era utilizzata per farci il bagno. Ora l'acqua è troppo calda e solo pochi temerari ci entrano. Le grotte sono rimaste molto belle da ammirare, verrebbe voglia di buttarcisi dentro, se non fosse per i suoi 46 gradi.

Riprendiamo il cammino attraverso la pianura ricca di roccia lavica nera e rossa. Sembrano dei castelli di sabbia fatto a mano, come quando da piccoli si prendeva la sabbia bagnata sulla spiaggia e la si faceva colare formando strane strutture fantasiose. Raccogliendo alcuni di questi sassolini rossi o neri si rimane sorpresi dalla loro leggerezza.
Il sentiero ci porta ai piedi del vulcano, ma gli arbusti che attraversiamo mi ricordano molto una scena della compagnia dell'anello, nel tratto tra Brea e Gran Burrone.
Dopo un'ora di cammino arriviamo ai piedi del vulcano e lentamente ci arrampichiamo fino in cima, dove ci appare la lucentezza del lago Myvatn. Quando siamo sul bordo del cratere finalmente vediamo la bocca del vulcano, che misura ben tre chilometri di diametro.


Lo giriamo tutto, ammirando il panorama che si stende sotto di esso, poi scendiamo. Affamati come Troll consumiamo il nostro pranzo preparato la sera prima: cereali e legumi con curcuma e zenzero. Buono, abbondante, ma si può fare di meglio, forse basta dargli un rinforzo di concentrato di pomodoro.
Dopo pranzo andiamo a Dimmuborgir, dove dovrebbero esserci castelli tenebrosi formati dalle eruzioni vulcaniche. L'unica cosa tenebrosa che trovo invece è il caffè, per la modica cifra di 550 corone, circa 3 € e 71. Una cosa indegna. Per sfregio lo verso sul tavolo e ne chiedo un altro. Fa schifo anche quello ma me lo bevo comunque. Mentre gli altri iniziano ad esplorare il labirinto di sentieri, attendo Cassandra che è impegnata: le scappava una profezia. Io l'attendo per circa venti minuti, ma poi mi viene il sospetto che sia uscita dal bagno delle profetesse senza che me ne sia accorto. Prendo allora il sentiero inverso a quello che hanno imboccato gli altri, sperando di ritrovarla almeno a metà strada. Solo inoltrandomi scopro che il labirinto di lava è molto grande ed intricato da diverse deviazioni. Se Cassandra avesse preso il più ampio, è bravissima nelle profezie ma in quanto a senso dell'orientamento lascia molto a desiderare, ci potrei mettere tutto il giorno a ritrovarla. Dopo altri venti minuti mi arriva una visione: Cassandra mi sta chiamando dall'inizio del sentiero. Torno indietro correndo e finalmente la ritrovo. Non essendogli bastata la fatica che mi ha fatto fare, la devo accompagnare in un breve giro dei castelli tenebrosi.
Ora però ci attende il giro del lago Myvatn.
Come Cassandra aveva profetizzato,
Un nugolo di moscerini calerà sugli sventurati che oseranno avvicinarsi incautamente alle acque del lago”
A tal proposito, ci siamo premuniti. Appena prima di scendere dal furgone estraiamo la retina anti moscerino e scendiamo dal pulmino. Gli sciami ci attaccano da subito, ma dietro la nostra protezione possiamo passeggiare tranquillamente senza incorrere nelle ire del dio moscerino. Per gli altri invece la sorte sarà più funesta: un tortura lenta e fastidiosa che li porterà inesorabilmente alla pazzia.

Hofn è una laguna molto bella che si rivela dopo un percorso attraverso un boschetto ricco di specie ornitologiche e birdwatcher. Quando gli alberi si aprono rimaniamo a bocca aperta di fronte alle formazioni vulcaniche emergenti dallo specchio d'acqua limpida. Un caleidoscopio di colori che va dal verde del bosco e dell'acqua e passa all'azzurro del cielo, puntellato dalle eruzioni nere, rosse e marroni.
Placato l'assalto dei moscerini ai nostri compagni, fuggiti nei minivan, andiamo a vedere gli pseudo crateri, sempre muniti di retina ovviamente. A dire il vero gli pseudo crateri sono sparsi per chilometri in ogni direzione attorno al lago e oltre. Si chiamano così perché non sono veri e propri crateri da cui è scaturita lava, bensì sono crateri da impatto


Si crearono all'ultima eruzione del vulcano sulla cui bocca siamo saliti prima: esplodendo lanciò in aria massi più o meno grandi che cadendo a chilometri di distanza hanno fatto evaporare istantaneamente l'acqua, creando così i crateri che vediamo oggi. Con tutti questi buchi sembra di essere atterrati su una Luna, ma questa è verde e azzurra.


L'ultima tappa del giorno è il sito delle solfatare al di là della montagna del lago. Nonostante il fortissimo odore di zolfo, uova sode, misto a idrogeno e ammoniaca, i moscerini ci vanno a nozze. Evidentemente milioni di anni di evoluzione in questa zona li hanno resi immuni a questi gas fastidiosissimi, almeno per noi. Muniti della solita retina da apicultori, giriamo tra le coloratissime solfatare, pozze, bollitori e muschi colorati. Anche qui sembra di essere atterrati su di un altro pianeta. Ma siamo in una puntata di startrek?
Maledizione Scotty! Le avevo detto di teletrasportarci in Islanda, non su Tau Alfa Cety primo. Lo sa che mezzo equipaggio è allergico all'atmosfera di questo pianeta di zolfo.
Dopo aver fatto un giro esplorativo del planetoide, dove la razza dominante è il moscerino, torniamo al camping loculo. C'è da preparare la cena!
Stasera pasta al pomodoro e insalatona.

Meteo & Guest house & Fuga dalle Sterne
Il settimo giorno il tempo e' magnifico: sole quasi caldo, nel senso che c'è un po' di vento e solo di tanto in tanto delle nuvole ingombrano il cielo. Nel pomeriggio la luce è quasi accecante e in serata il sole rimane alto e caldo fino alle 10. Quando prepariamo la cena: pasta al pomodoro e insalata per tutti, lo faremo in un condizione decisamente anomala per il 66° parallelo. Fa caldo!
Dopo mangiato, io e Cassandra rimaniamo in cucina per preparare il pranzo di domani, poi raggiungiamo i ragazzi che sono andati in una birreria poco distante.
La birra in Islanda è uno scherzo: la gradazione massima di alcol non supera i 2,25. Anche bevendo tutta notte sarebbe difficile ubriacarsi. Inoltre il locale chiude alle undici di sera. Va bene solo come diversivo.
Per provare sensazioni più forti i ragazzi si sono inventati uno sport estremo: la fuga dalle sterne artiche.
Avvicinandoci alle sponde del lago, dove centinaia di specie aviarie nidificano, si rischia di essere aggrediti dalle sterne.
Questi uccelli molto aggressivi ci sono venuti in contro con urla di avvertimento e poi picchiate che hanno sfiorato nel nostre teste. Per fortuna non siamo rimasti a verificare cos'altro potessero fare oltre a questo. Scopriremo solo fra qualche giorno che sono molto pericolose: attaccano agli occhi ed è facile perdere la vista se non si fa attenzione.

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