Oggi
da programma avremmo dovuto fare la scalata all'Askja, ma il costo è
davvero proibitivo: 230€ a testa.
Il
piano B prevede la cascata Adelyarfoss, nella zona di Goddafoss.
Saltiamo in auto e imbocchiamo una strada sterrata che dopo tre
quarti d'ora ci porta ad un bivio con un cartello che indica il
pericolo di guadi. Ci allarmiamo un pochino perché in Islanda non
esiste assicurazione contro i danni causati dall'acqua. Dopo una
piccola riunione in strada decidiamo di esplorare a piedi il
percorso. Anche provandoci non riusciamo a trovare il guado, quindi
non sappiamo se è pericoloso e adatto ai nostri minivan. Per fortuna
proprio in quel momento passa un'auto con una coppia di spagnoli:
dicono che la cascata è solo due chilometri più avanti. Decidiamo
di rischiare e saltiamo in auto cercando di arrivare fin dove si
potrà. Lo sterrato diventa sempre più brutto ed in salita, ma alla
fine arriviamo al parcheggio della cascata senza troppi problemi. I
guadi segnalati probabilmente sono più avanti.
Dopo
tante cascate uno si potrebbe anche abituare, ma non è così. Il
contrasto tra gli strati di roccia e le colonne di basalto che stanno
sotto, è molto più evidente che in altri posti. Inoltre, rispetto
alle altre cascate il punto di osservazione è proprio di fronte al
grande salto che ha scavato un anfiteatro nel basalto, quasi fosse
stato progettato per aumentare il fascino del posto.
Per
pranzo andiamo sulle rive di Goddafoss a mangiare quello che ci siamo
preparati la sera prima. Per errore scambio le pentoline e accecato
dalla fame finisco per mangiare Il pranzo di Cassandra. Lei però si
mangia il mio, che era più buono.
Nel
pomeriggio torniamo al camping loculo dove alcuni membri del gruppo
scendono per concedersi mezza giornata di riposo. Il resto di noi si
divide: un furgone torna a vedere Dettifoss per raggiungere la
cascata di Seltifoss, che non eravamo riusciti a vedere. L'altro
minivan, su cui saliamo io e Cassandra, torna sul Krafla per vedere
la parte delle bocche dell'inferno che l'altro giorno non abbiamo
visto a causa della nebbia.
Riattraversiamo
le strisce di ghiacciaio, stavolta scaldati da un bel sole estivo
islandese: temperatura mite attorno ai diciotto gradi, ma luce
accecante.
Il
campo lavico è prevalentemente nero carbone, a volte punteggiato da
fumarole tendenti al giallo, verde o rosso.
Bocche
di vulcano e spaccature fumose spuntano ad ogni angolo di questo
parco di divertimenti per geologi, non che io lo sia, ma mi diverto
molto ugualmente.
Terminiamo
il giro ripetendo lo stesso di due giorni fa, ma con il sole sembra
quasi di essere in un altro posto.
A
sera andiamo a far la spesa e poi via che si cucina: stasera zuppa di
verdure, patate bollite, insalata, e poi patate, pomodori, cipolle e
peperoni al forno. Un cenone!
Meteo
& Guest house & Fuga dalle Sterne 2
Questa
mattina il tempo è piuttosto cupo, quasi islandese oserei dire,
mentre il pomeriggio torna a splendere il sole. L'estate è ormai una
realtà anche al 66° parallelo.
Per
festeggiare la partenza dal camping loculo torniamo a bere al Gamli,
l'unica birreria del lago Myvatn. Essendo sabato questa sera chiudono
mezz'ora più tardi: alle undici e mezza, praticamente quando va a
dormire la mia splendida nipotina di tre anni, Giorgia.
Per
continuare la festa torniamo a rischiare la vista disturbando le
sterne artiche. Questi simpatici animaletti apprezzeranno la visita,
a modo loro.
Nessun commento:
Posta un commento