mercoledì 24 luglio 2019

Giorno 7 Copper Center – Valdez

Salutiamo lo zio Nicolai con molto dispiacere, ci siamo trovati benissimo in questa grande casa, inoltre la prossima destinazione è Valdez, dove ci aspetta il primo alloggio prenotato con Airbnb. Questa casa è stata problematica fin dall’inizio perché la padrona non rispondeva mai alle domande che gli facevamo. Visto che non avevamo molte alternative si era deciso di prenotare comunque. Purtroppo anche dopo la prenotazione la padrona è rimasta latitante e avara di indicazioni, vedremo se stanotte riusciremo a dormire in casa, o in auto...
Per sicurezza le ho scritto che saremmo arrivati tra l'una e le due, ma non mi ha ancora dato il codice numerico per entrare in casa... Speriamo di trovare un wifi pubblico lungo la strada.
Durante il trasbordo, non breve anche se comunque rilassante, si finisce inevitabilmente a parlare di viaggi.
Tra Pier, che riesce a farne parecchi ogni anno, e Alessandro, che essendo un collezionista ora è impegnato nel collezionare viaggi, le esperienze si sprecano.
Pier ormai lo conosciamo, è il quarto viaggio che facciamo assieme e con lui ci troviamo bene, soprattutto perché quando abbiamo le ferie tira fuori dal cilindro un coniglio a cui non sappiamo resistere, e alla fine ci fa partire.
Alessandro invece lo conoscevo poco. In Giordania non avevamo avuto molte occasioni di parlare, però mi aveva ispirato subito simpatia nonostante in quel viaggio avesse suscitato giudizi contrastanti tra gli altri partecipanti.
Invece confermo le mie sensazioni positive: è una persona simpaticissima che ha avuto, ed ha ancora, una vita interessantissima.
Praticamente questi due sono sempre in viaggio, cosa che io e Cassandra sogniamo di fare sin da quando ci siamo conosciuti in Turchia.
Ma sarà davvero così bello? Non lo so e probabilmente non lo saprò mai, ma per consolarci mi viene da pensare che se fosse davvero possibile vivere così, probabilmente non ci godremmo tutti questi viaggi uno dopo l’altro, come per esempio ci stiamo gustando questo. Forse ripartire subito dopo essere tornati non ci darebbe il tempo di realizzare bene cosa abbiamo visto e cosa abbiamo provato.
Considerando solo il fatto che ad ogni rientro ci metto sempre di più a scrivere il diario di viaggio, temo che come minimo ci servirebbe un mese tra una partenza e l’altra. Facendo i conti sarebbero sei viaggi all’anno.
Ci possiamo stare.
Finito di sognare ad occhi aperti, mi cade l’occhio sull'ennesimo cartello stradale che avvisa gli automobilisti di una multa da mille dollari per qualunque pezzo di spazzatura abbandonato in giro, che sia carta o plutonio.
Difatti le strade e le città sono pulitissime. Peccato che non si possa dire altrettanto dell’esterno delle loro case.
Quasi ovunque ci sono case che spuntano qua e là ai bordi delle strade. Immerse nella foresta lasciano però intravedere sporcizia quasi ovunque e vecchie auto abbandonate sul prato accanto.
Capisco che sulle loro proprietà private possano fare quello che vogliono, ma in questo modo, pur essendo i cartelli sulle multe da 1000 dollari giustissimi, li rendono un filino ipocriti...
Lungo la strada, appena prima di un passo, ci imbattiamo nel ghiacciaio Worthington. Da lontano è, come quasi tutti, molto grande e bello, ma questo ha la particolarità che arriva quasi fino alla strada. Non ci si può non fermare per dare un'occhiata.
Mentre ripartiamo si notano lungo tutta la carreggiata delle curiose aste di metallo con l'estremità piegate verso l’interno. Sono alte circa quattro metri e sembra che servano per misurare il livello della neve in inverno.
Facciamo il valico e dell'altra parte ci aspetta una vista clamorosa di montagne innevate e ghiacciate con una valle che scende verso il mare. Altra sosta impossibile da evitare.
Giungiamo finalmente a Valdez poco dopo l’ora di pranzo e, grazie al wifi pubblico del supermercato Safeway, ricevo il messaggio della proprietaria di casa con codice di ingresso e password, così possiamo entrare. Per stavolta la nottata in macchina è stata scongiurata.
La casetta è carina, ma per quattro persone, inoltre non c'è la cucina ma solo un forno a microonde. Comunque è molto più grande e bella della camera del Denali.
Giusto il tempo di scaricare i bagagli e andiamo a prenotare la crociera che dovremo fare domani. 
Sfortunatamente il peschereccio che volevamo usare, la Lulu Belle, è in manutenzione. Ci tocca prenotare la concorrenza e così andiamo da Stan Stephens.
Valdez è piccola come cittadina, anche se rapportata a Copper Center è una metropoli. Oltre alla crociera si può andare alla Solomon Gulch dall'altra parte del fiordo, dove durante la stagione dei salmoni, quando risalgono la corrente, questa struttura per l'allevamento raccoglie quanti più salmoni riesce. Recuperando così le uova, le alleva finché i piccoli salmoni non saranno in grado di sopportare l'acqua salata, dopodiché li libererà in mare.
Parcheggiamo proprio davanti al Solomon Gulch, di fronte al cartello che avvisa di fare attenzione agli orsi.
Purtroppo non è ancora stagione di salmoni qui a Valdez, e quindi non ci sono neanche gli orsi, purtroppo o per fortuna.
Visitiamo la struttura che espone dei cartelloni interattivi quindi si torna a casa.
Questa sera per cena collaudiamo il risotto alla milanese cotto al microonde.
Mmmmmmmmmmm che bbbuono.

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