Oggi inizia il nostro viaggio
itinerante che secondo le previsioni ci porterà a percorrere circa tremila
chilometri sulle strade, sterrate e non, dell’Alaska. Saliremo fino a Healy, poi
ridiscenderemo da una parte a Valdez nel punto più a est del nostro giro, per
poi recarci ad Homer in quello più a ovest.
Prima di partire però facciamo
tappa al museo della cultura dell’Alaska. Purtroppo sono le nove ed il museo
apre alle 10. Decidiamo di posticipare al nostro ritorno, l’ultimo giorno,
quando avremo molto più tempo a disposizione.
I preparativi sembrerebbero
ultimati, ma come richiamati da una sirena incantatrice veniamo attirati
nell’adescatore americano per eccellenza: Walmart. Inutile dire che qualcosa da comprare lo
troviamo sempre e così con un paio di galloni d’acqua a testa e del cibo fresco
non abbiamo più scuse per rimandare la partenza.
Prima tappa Eklutna, un
villaggio nativo dove l’unica cosa da vedere è un cimitero.
Subito fuori Anchorage, è carino
e caratteristico perché le tombe sono fatte a forma di casette, ma sempre di un
cimitero si tratta per cui non a tutti potrebbe interessare.
Personalmente non mi è dispiaciuta la visita, anche perché sconfiniamo in una proprietà privata proprio di fronte per fare delle foto ad un paio di furgoni ed uno scuolabus, forse perfino più pittoreschi delle tombe, abbandonati nell’erba alta, cosa che negli Stati Uniti rischia di far guadagnare una fucilata. La proprietà privata negli States è sacrosanta.
Personalmente non mi è dispiaciuta la visita, anche perché sconfiniamo in una proprietà privata proprio di fronte per fare delle foto ad un paio di furgoni ed uno scuolabus, forse perfino più pittoreschi delle tombe, abbandonati nell’erba alta, cosa che negli Stati Uniti rischia di far guadagnare una fucilata. La proprietà privata negli States è sacrosanta.
Dopo essere così sfuggiti al
primo salasso proseguiamo finalmente verso nord.
Lungo la strada la vegetazione
è rigogliosa e verdissima, le auto ed i camion grandissimi. Nei pressi di Anchorage
non c’è traffico, ma non siamo nemmeno soli. Man mano che ci allontaniamo
invece i veicoli diventano sempre meno e apparentemente più grandi.
La nostra prima vera tappa è
Talkeetna, dove potremmo prendere un piccolo aereo per sorvolare il McKinley,
6190 metri, ed atterrare sul ghiacciaio.
La giornata purtroppo non è
delle migliori, piove, a tratti abbondantemente, per cui potrebbe essere che il
volo non parta nemmeno.
Difatti quando arriviamo poco
prima di Talkeetna, troviamo
una simpatica signora che dal laghetto a fianco della strada fa partire il suo idrovolante
per sorvolare il McKinley, ma non ci atterra. Per un servizio del genere ci
indica una compagnia di suoi conoscenti.
Giunti all’aeroporto solo qualche chilometro più avanti, la troviamo e chiediamo
informazioni.
Ci spiegano che potremmo
partire anche subito, ma non c’è certezza che si possa atterrare a causa delle
condizioni climatiche. Se tornassimo l’indomani le probabilità che si possa
atterrare sarebbero molto più alte. Dato che il giorno dopo ci vorrebbero tre
ore di auto per tornare qui e poi tre per ritornare al Denali…
Decolliamo. A noi si aggiunge
anche Alberto.
L’aereo è piccolo, sette posti.
Speriamo non ci sia troppa turbolenza…
I colori e gli specchi d’acqua
sono molto simili.
Le nuvole sono basse e
dobbiamo girarci attorno, anche perché non siamo gli unici aeroplanini in cielo
che sono diretti al McKinley e sbucare da una nuvola potrebbe essere poco “salutare”.
Dopo qualche virata a destra e
sinistra finalmente compare la cima della grande montagna, ovviamente circondata
dalle nubi.
Da qui il paesaggio sotto di
noi inizia a cambiare: le pendici del ghiacciaio fatto di ondate grigie quasi
fossero pietrificate ora sono ben visibili. In realtà i ghiacciai verso cui
siamo diretti sono due e scendono dalla cima ognuno in una vallata diversa.
Quando il ghiaccio si sbianca completamente ecco uno spiraglio di sole che riappare
per illuminarlo. Forse riusciamo ad atterrarci sopra!
Dal pilota però arriva solo
silenzio.
In quel momento non ci
facciamo caso perché abbagliati dallo spettacolo che si stende sotto di
noi.
Quando però gira l’aereo e si
infila tra una montagna e l’altra, prima ammiriamo da vicino le pareti
vulcaniche di un paio di bocche frastagliate, poi vediamo il ghiacciaio
allontanarsi e capiamo che per l’atterraggio non c’è niente da fare.
Il pilota cerca di distrarci
con qualche cascata e poi dicendo che potremmo vedere degli animali, ma nemmeno
lui è troppo convinto e così il volo del rientro è molto meno emozionante e condito
da un pochino di delusione. Molto bella la parte del McKinley, davvero
spettacolare volarvi sopra ed in mezzo alle cime che su un aereo così piccolo
dà la sensazione di poterle toccare, ma come dicevo, se fossimo stati alla fine
della vacanza non credo che avremmo volato.
Appena atterrati scopriamo che
Alessandro ha già iniziato a cedere al suo demone dello shopping
compulsivo. Cassandra allora mi prende sottobraccio e incoraggiata dall’avere
un competitor nello shopping ci trascina a Talkeetna.
Prima però pranziamo vicino al
fiume che scorre impetuoso. È proprio quello che porta l’acqua sciolta dei
ghiacciai che abbiamo appena sorvolato. Dall’alto sembrava tanto tranquillo, ed
invece ora che lo vedo da vicino mi ricorda molto la scena di “Into the wild”
quando il protagonista non riesce a guadare il fiume per tornare alla civiltà.
Dopo la passeggiata
postprandiale è tempo di vedere un po’ di negozi di souvenir. Alessandro
ovviamente la fa da padrone compra ancora qualcosa. Io e Cassandra facciamo
conoscenza con i prezzi locali, così non troviamo ancora nulla che valga la
pena. Dai, siamo
solo all’inizio del viaggio.
Ci rimettiamo in auto, ci
aspettano ancora tre ore di macchina,
destinazione Denali National Park.
Arriviamo in serata e proprio
sulla strada vediamo una macchina ferma all’entrata del parco. Qui c’è
qualcosa… Ecco infatti spuntare dal nulla un’alce.
Ma non è sola, è con un cucciolo e ci attraversa la strada senza problemi,
come facessimo parte dell’arredamento forestale. Chissà quanti ne ha visti di
turisti.
Dopo la sua sfilata ce ne
stiamo per andare quando spunta un’altra alce femmina
con addirittura tre cuccioli! Siamo capitati nei pressi dell’asilo nido delle
alci?
Dopo questa breve sfilata, ci
dirigiamo verso l’alloggio che abbiamo prenotato con booking. Anche qui
abbiamo una camera per quattro persone.
Purtroppo stavolta ci è andata male, lo
spazio è pochissimo e Pier inizia a gonfiarsi il materassino che si era portato
proprio per questa funesta evenienza.
Saranno tre notti intense.
Del resto l’Alaska è così:
poche strutture prenotabili ed a prezzi elevati, soprattutto al Denali. Per
fortuna noi siamo solo in 5 e siamo a giugno, anche prenotando con solo una
settimana di anticipo dalla partenza abbiamo trovato quasi tutto ed a prezzi
ottimi per la media, ma se si vuole andare a luglio o agosto bisogna
muoversi almeno
un paio di mesi prima, e
comunque i prezzi saranno molto più alti.
Alce avvisato…
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