Spazio, ultima frontiera. Star
Trek iniziava così e oggi ci stiamo imbarcando anche noi per l'ultima frontiera,
ma non sull'Enterprise.
Ci aspetta un viaggio lungo,
lunghissimo, ma alla fine fa sempre parte della vacanza.
A Fiumicino facciamo
conoscenza con l'unico partecipante "sconosciuto" del gruppo:
Alberto, direttamente da Cagliari, come l'immancabile ragazzo con lo zaino al
concertone del primo maggio.
Partiamo per Monaco dove quasi
subito incontriamo Alessandro il
grande, in tutti i sensi, con cui avevamo avuto il piacere di condividere la
Giordania l'anno scorso.
Ultimo, ma non ultimo, il
Pier, che ci attende all'imbarco per Denver.
Saliamo tutti a bordo e per
circa dodici ore tra film e sonnellini, arriviamo a destinazione un po'
intontiti, dove ci attende il tanto temuto
controllo immigrazione e bagagli americano. Sull'aereo infatti ci hanno fatto
compilare il solito foglietto chiedendoci se avevamo con noi cibo e di che
genere.
Dato che prima di partire ci
eravamo già messi d'accordo per portarci i viveri da cucinare, abbiamo flaggato
"si" a tutte le domande. Non si sa mai.
Recuperiamo i bagagli ma non
ci controllano nulla. La faccia da vegetariani paga sempre. Alberto invece viene
subito fermato. Forse i cani avevano odorato qualcosa? Sarà, ma la salsiccia
che si era portato viene subito individuata e finisce dritta nella spazzatura.
Il formaggio stagionato ed il Cannonau invece si salvano miracolosamente.
Quando ci imbarchiamo per
l'ultimo volo, quello diretto ad Anchorage, per noi che siamo ancora impostati
sul fuso italiano è circa mezzanotte, ma quando atterriamo in Alaska, dieci ore
indietro rispetto a casa nostra, è ancora mezzanotte. Praticamente un
viaggio nel tempo.
Recuperata l'auto, grande e
spaziosa visto che è per sette persone, ci dirigiamo in hotel, a un paio di chilometri di distanza.
Dato che la stanza prenotata è
per quattro persone invece che cinque, c’era solo quella, per fare il check in
andiamo solo io ed il Pier, mentre gli altri iniziano a smontare i bagagli
dall’auto. Sbrigate le formalità rientriamo tutti separatamente per confondere
le persone alla reception, che però si fidano e ci salutano pure.
La stanza per fortuna è grande
e di posti letto ce n’è per tutti, per cui possiamo finalmente schiacciare un
pisolino di cinque ore.
Domani ci aspetta una bella
colazione ed il viaggio verso il cuore dell'Alaska: il Denali National Park.
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