domenica 21 luglio 2019

Giorno 4 - Triple Lake Trail - Magic bus


Stamattina ci aspetta un trail decisamente più impegnativo, il Triple Lake. Quando il giorno prima abbiamo chiesto informazioni al visitor center, la vecchia guida, che somigliava un po’ a Babbo Natale, ha drizzato la schiena, ci ha guardato negli occhi col suo azzurro sguardo ammonitore e ci ha detto:

-Triple Lake trail? It is nine, point, five miles! 9,5 miles! 

Noi abbiamo risposto con un sorriso incosciente e lui ha replicato con un’alzata di spalle come a dire “mo so cacchi vostri”.

Dato che 9,5 miglia sono 15 km, ovviamente non in piano, fare andata e ritorno, quindi 30 chilometri, potrebbe essere davvero troppo anche per noi.

Anche considerando che non siamo tutti veloci in egual modo, decidiamo di andare con l’auto nel punto più vicino ai tre laghi, ovvero un campeggio sul fiume Nenana. Il Pier ha già deciso che vedrà i tre laghi e poi tornerà a prendere la macchina.

La giornata promette bene come clima, poche nuvole e un sole gentile. Mentre ammiriamo il paesaggio lungo il tragitto, passiamo accanto ad un laghetto in cui stanno facendo il bagno due alci. Non possiamo non fermarci a fare qualche foto.

Giocano e si rincorrono tranquille come se fossero nella piscina gonfiabile in giardino, tenendo sempre un occhio sui curiosi come noi, che però sono abbondantemente a distanza di sicurezza.

Portiamo l'auto al punto di partenza e imbocchiamo il sentiero che attraversa i binari del treno e sale verso il primo lago che ci appare dopo una ventina di minuti, molto bello. 
A testimoniare la nostra ammirazione c’è anche un alce che pascola sulla riva e ogni tanto si abbevera. Sulla riva accanto a noi c’è anche un nutrito gruppo di escursionisti che stanno seguendo una guida del posto. Tutti sono in religioso silenzio e passandovi accanto ci azzittiamo anche noi per non disturbare la pace del luogo.


Il secondo lago è ancora meglio, addirittura meraviglioso. Una cartolina, da film, da documentario.
Ci affacciamo scendendo a riva proprio nel mezzo. Un paradiso di tranquillità baciato da un sole per niente fastidioso. La temperatura è primaverile e con una lieve brezza. Non si vedono animali, ma si ha la sensazione che possa spuntare qualunque cosa da un momento all'altro. Probabilmente non succede solo perché questi ci hanno sentito e aspettano solo che ce ne andiamo.

Qui salutiamo Pier che decide di tornare indietro, così risaliamo sul sentiero per raggiungere Alessandro che con la scusa della lentezza era andato avanti.

Ripreso il sentiero abbiamo la prova che è passato da lì e ci ha preceduto.

Da qui scendiamo verso il terzo lago, bello ma meno degli altri.

Ora ci aspetta solo la lunga camminata verso il visitor center, dieci chilometri più a valle. O così pensavamo. Infatti invece che scendere iniziamo a salire. Come se non bastasse, per terra compaiono delle tracce di alce, piuttosto grandi.

Poteva andare peggio, poteva piovere. 

È andata peggio. Inizia a piovere.

Forse sarà stata l’acqua, ma l’enorme impronta di alce si fa sempre più visibile e grande. Non è che giriamo l’angolo e ci troviamo davanti una famiglia di alci con il padre che ci punta le corna? 

Per evitare di allarmare inutilmente Cassandra non le dico niente, magari ne usciamo indenni anche questa volta, inutile metterla in apprensione per delle mie paranoie.

Tenendo orecchie e occhi aperti, saliamo fino alla cima della montagna, dove gli alberi si aprono quasi in una radura e diventano più bassi e radi. 

Per lo meno è finita la salita e anche la pioggia ha quasi smesso di cadere.

Dopo circa un’ora di cammino ritroviamo anche Alessandro. Alla faccia del passo lento.

Facciamo un po’ di strada assieme e poi il percorso inizia a digradare verso il basso. Cassandra passa allora in prima posizione e con il suo passetto trucc trucc trucc viaggia spedita, trucc trucc trucc e seminiamo Alessandro, trucc trucc trucc e quasi semina anche a me.

Saranno i chilometri di oggi e il fatto che sono ancora un po’ arrugginito, ma faccio un po’ fatica a starle dietro. Quando poi la discesa si fa più ripida è Cassandra che deve tirare il freno a mano e allora non devo più correre.

Il trail di oggi è davvero lungo, circa 15 chilometri, ma almeno gli ultimi tre sono tranquilli, prima nella foresta e poi lungo il fiume Nenana. A neanche un chilometro dalla destinazione attraversiamo il ponte sospeso sul fiume, quindi eccoci arrivati. Siamo soddisfatti, ma un anche po’ sfatti dalla stanchezza, per questa bella “passeggiata”. Nine, point, five, miles.

Dopo pranzo ci dedichiamo allo shopping e andiamo a vedere il famoso Magic bus parcheggiato alla birreria 49 di Healy.

Nel giardino di questa birreria infatti c’è la replica del famoso Magic bus usata per le riprese del film "Into the Wild", dove si racconta la storia di Christopher McCandles, alias Alex. In questo bus ha trascorso gli ultimi 113 giorni della sua vita. Non sto qui a raccontare tutto, basta vedere il film che qualche anno fa ha fatto molto successo e parlare di sé. Come dicevo, il bus non è l’originale, il quale sta ancora là, ad 80 chilometri da Healy, nel cuore selvaggio del Denali. 

Dopo un po’ di foto al bus entriamo a bere una birra. Alessandro tra un assaggio e l’altro, oltre ad una pinta tenta di farsi dare anche il numero di telefono della barista.

Io mi accontento di una buonissima pinta di Prospector. Mentre inizio a sorseggiarla una signora del posto sulla sessantina cerca di attaccare bottone. Gli americani sono molto socievoli. Scambiamo due chiacchiere e gli dico che siamo in vacanza e vengo da Roma, lei annuisce, poi dice che ci è stata, ma alle Cinque Terre. Io annuisco e cerco di dirle che non è proprio a Roma, quindi lei si gira dall'altra parte.

Gli americani sono molto socievoli, ma perdono facilmente interesse nella conversazione.

Healy comunque è tutta qui: c'è la birreria, un benzinaio, un supermercato e due o tre case. Ed è pure segnata sulle mappe.

Prima di tornarcene a casa ci affacciamo sull'inizio di Stampede road, la strada verso cui lo sfortunato Christofer ha camminato fino a raggiungere il Magic bus.
Noi invece facciamo inversione e torniamo alla nostra piccola stanza, dove per fare i bagagli sembrerà di giocare a Twister. Ma va bene così, domani salperemo per nuovi lidi. Speriamo però che siano più spaziosi della classica isoletta monoposto con palma incorporata per fare ombra.

Nessun commento:

Posta un commento