Oggi salutiamo Seward e la
penisola del Kenai. Io e Cassandra speriamo di lasciarci alle spalle la
delusione della crociera di ieri, anche se sappiamo che molto probabilmente per
farlo ci costerà parecchio. Del resto il discorso è sempre quello, ma quando ci
torneremo in Alaska?
Comunque partiamo sotto un
cielo cupo e rifacciamo una parte di strada percorsa un paio di giorni fa, la
Seward Highway, che collega Seward con Anchorage. Poco dopo il Passo dell’alce,
svoltiamo per la Sterling Highway proprio in direzione Homer, la nostra
prossima tappa. Rimaniamo per un'oretta nell'entroterra per iniziare ad
affacciarci poi sul golfo atlantico da cui si vedono in lontananza le montagne
innevate. La prima che scorgiamo svettare non poteva essere altri che il
McKinley, o Denali, con i suoi 6190 metri di altezza, che nonostante un pochino
di foschia sembra proprio sgombero dalle nuvole.
Siamo fortunati a vederlo così,
rientriamo in quel 30% delle persone che lo hanno visto senza occlusioni
climatiche, come ci era capitato il primo giorno quando avevamo tentato
inutilmente di atterrare su uno dei suoi ghiacciai.
Dopo qualche foto ci
rimettiamo in auto e nel frattempo esce il sole. Sembra di essere in un altro
stato. Anche la temperatura è lievemente più alta, ma i panorami sono sempre
fantastici e, in questa zona, ricca di vulcani, in alcuni casi ancora attivi.
Giunti con calma ad Homer, nel
primissimo pomeriggio, troviamo subito il nostro alloggio: una cabin. L'abbiamo
trovato su Airbnb, come quello di Valdez, ma stavolta c'è veramente tutto
quello di cui avevamo bisogno.
Qui però c'è una bella cucina,
due camere, una grande sala con divano letto e un bagno. Fuori ci sarebbe pure
il barbecue ed un tavolo per mangiare all'aperto. Va bene che siamo in estate,
ma è sempre l'Alaska, per cui non li useremo mai.
Anche qui per entrare basta
inserire il codice d'ingresso che la padrona di casa ci aveva mandato ieri.
Molto comodo. Sistemati i bagagli andiamo a vedere la città.
Decisamente più grande di
Seward, è anche più turistica. Il cuore vero e proprio, per quanto riguarda i
viaggiatori come noi, è lo Spit: una lingua di terra artificiale che si stende
all'interno della baia e sul cui termine c'è il quartiere commerciale ed il
porticciolo.
Andiamo subito a vederlo e,
scansando i tanti ristoranti di pesce, ci perdiamo nei negozietti di souvenir,
almeno Alberto e Alessandro.
Impossibile non notare che tra
la gente che circola ci sono degli strani personaggi. Sono vestiti in modo
bizzarro: a metà strada tra un mormone, un quacchero e uno zingaro. C'è perfino
un tizio che sembra il direttore di un circo che cerca di fare strani giochi di
prestigio a dei bambini.
Ci sarà qualche comunità
mormonica? Possibile, anche se non avrei mai pensato di vederli in Alaska.
Quando poi mi imbatto in un
negozietto alternativo, stile hippy, dove campeggiano i cartelli: vestiti fatti
a mano dai nomadi locali, allora capisco. Non sono proprio zingari come
intendiamo noi, ma sono nomadi nord americani. Sicuramente un'altra cosa
rispetto a quelli che si possono trovare dalle nostre parti.
Io e Cassandra però non ci
facciamo distrarre troppo, siamo concentrati e decisi a cancellare il brutto
ricordo di ieri e, con l'aiuto di Pier, iniziamo chiedere informazioni per
andare a vedere gli orsi.
Le offerte sono tutte
carissime e molto simili. Se si vuole fare la versione breve il costo si aggira
sui 500 dollari, la versione lunga invece sui 700 o poco meno. Dopo aver
sentito qualche proposta ci rechiamo invece alla Bald Mountain, a cui Avventure
si affida spesso. Sono i più cari, circa 725 dollari a testa, ma oltre al volo
in idrovolante di un'ora, con loro l'escursione dovrebbe durare altre
cinque/sei ore, quindi si riprende l'aereo per un'altra ora di ritorno. Le
altre proposte prevedevano al massimo un appostamento di tre ore e la zona di
atterraggio non era la stessa, ovvero il Katmai national park. Inoltre non ci
hanno convinto sul successo della spedizione di vedere gli orsi.
Con Bald Mountain invece è
garantito, nel senso che non ci ridanno i soldi se non li vediamo, ma hanno
assicurato che dove atterreremo sarà praticamente impossibile non vedere degli
orsi.
Ci facciamo un altro giro per
i negozi e intanto che ci pensiamo Alberto si prenota per l'indomani una gita
in Kajak. Poteva essere divertente, ma magari un'altra volta. Effettivamente
questo tipo di escursione si potrebbe fare anche in altri viaggi.
Torniamo allora dalla signora
della Bald Mountain e troviamo una coppia asiatica che sta prenotando.
Li moltacci stlacci!
Non è che ci hanno fregato gli
ultimi due posti in aereo????
Attendiamo pazientemente
lanciando improperi e maledizioni di ogni sorta e alla fine pagano e se ne
vanno.
Un po' scoraggiati entriamo
anche noi per scoprire che gli ultimi due posti rimasti sono proprio i nostri.
Paghiamo 700 dollari, con un
piccolo sconto perché usiamo i contanti, e ce ne andiamo, felici di esserci
fatti alleggerire così tanto in un sol colpo.
Speriamo di esserlo anche
domani, altrimenti il rientro a casa sarà veramente quello di una coppia di
viaggiatori delusissimi.