sabato 16 ottobre 2021

Necropoli etrusca di Norchia

La prima tappa di questo fantastico viaggio, è un sito archeologico che sognavo di esplorare da tanto tempo: la Necropoli Etrusca di Norchia.
Sin da quando ne ho sentito parlare e visto qualche foto, subito mi ha rapito.

 
Sperduta in una campagna del viterbese, si può arrivare facilmente in auto fino ad un piccolissimo parcheggio. Oggi è lunedì, per cui non ci sono problemi di sosta, non c'è nessuno.
Lasciata la macchina, dopo solo cinque minuti di cammino, ci affacciamo alle scale che portano nel sito ed alle prime tombe visitabili.
Come tutte le necropoli, nelle tombe non c’è nulla se non qualche giaciglio in pietra, a volte colonne, però è sempre affascinante entrare ad esplorare quelle che sono accessibili.
 

Scesi fino al torrente ci sono altre tombe monumentali a dado di cui non è rimasto molto se non la forma e un accenno di falsa porta, la porta di accesso al mondo degli inferi.
In genere più la tomba stava in alto, più il proprietario era ricco e la tomba grande e bella, a volte perfino monumentale. Scendendo verso il torrente invece, stavano quelle più povere.
 

Attraversiamo il ponticello e saliamo sulla collina di fronte dove ci sono i resti dell’abitato medievale, ovvero il Castello e la Chiesa di San Pietro.
Del castello rimane molto poco, parte delle mura e qualche camera in basso che si intravede essere piena di detriti. Della chiesa c'è qualcosa di più. Perfino senza il tetto, è decisamente più affascinante.

Inizia anche a piovere ma troviamo un angolino riparato dalle piante, proprio davanti alla chiesa, così pranziamo e ci incamminiamo verso il basso per andare alla ricerca della famosa Tomba Lattanzi.
 
La discesa nella cava buia è un pochino impegnativa. A facilitarla qualcuno ha messo delle corde ed una scala in alluminio. Giunti in prossimità del torrente tocca cercare un punto dove poter guadare. La zona dove porta il sentiero non sembra il massimo, così proseguiamo e troviamo un altro passaggio. Togliamo scarponi e calze e mettiamo i piedi a bagno. Non è fredda, anzi, si sta bene e attraversiamo senza problemi, quindi rimettiamo i calzari e proseguiamo. Forse siamo andati troppo avanti, abbiamo perso la traccia del sentiero, oppure il sottobosco se lo è rimangiato dall'ultima volta che qualcuno è passato di qui, la vegetazione è un po’ troppo alta.
 

Con qualche difficoltà in più del previsto arriviamo alla famosa tomba monumentale.
Vista da sotto non pare avere molto di diverso dalle altre sebbene sia più grande e più in alto, ma so che per vedere qualcosa di particolare bisogna salirci sopra.

Facendo molta attenzione mi ci arrampico, Cassandra desiste. Arrivato in alto trovo due tronconi di colonne molto grandi. Vedendole così si capisce appena che sono basi di colonne, ma girando attorno al secondo troncone di colonna, si riescono ancora a vedere benissimo le scanalature.

Chissà che monumento meraviglioso doveva essere quando era ancora integro. Dal disegno sul cartello esplicativo doveva avere un grande portico sorretto proprio da queste enormi colonne.
 
Per il ritorno dall'altra parte del torrente cerchiamo un'altra strada. L’erba è così alta che si fa fatica a camminare, torniamo allora sui nostri passi. Stavolta troviamo un altro guado più semplice, non dobbiamo nemmeno toglierci le scarpe.
Giriamo attorno alla rupe della chiesa, ritorniamo al ponticello e risaliamo la collina alla ricerca dei colombari, che troviamo quasi subito. Ridiscendiamo al ponticello.
Tutto qui?!? Mi sento un poco deluso perché ricordavo le tombe monumentali dovevano essere molte di più. Forse quando siamo scesi nella necropoli ci siamo persi qualcosa, così riprendiamo la strada dell'ingresso/uscita ed effettivamente troviamo un bivio in cui non eravamo andati.

Basta poco e siamo al cospetto di altre tombe molto belle, purtroppo ormai molto rovinate.
Non ancora sazi, proseguiamo nell'esplorazione e ne troviamo altre, poi una piccola tagliata che spero ci porti al pezzo forte della necropoli: le Tombe Doriche. Purtroppo l'antica via porta solo all'uscita della necropoli.
 
Convinto di aver guardato in ogni angolo della necropoli, mi dirigo sconsolato verso l'auto. A Cassandra viene in mente che ci potrebbe essere un sentiero che non abbiamo percorso. Accanto al ponticello infatti, aveva visto un cartello con l'indicazione di una freccia, cancellata, che segnalava le Tombe Doriche. Non l'avevo vista.. Speranzosi torniamo giù.
È estate, non c'è pericolo di rimanere al buio. Troviamo l'indicazione che ci manda in un altro campo di erba altissima. Stavolta non ci facciamo problemi e vi entriamo fino al collo. Speriamo di non portare a casa qualche zecca...
 

In qualche minuto siamo all'ennesimo guado, ma qualche samaritano ha lasciato dei tronchi per poter attraversare. Quindi ci ributtiamo nell'erba alta dove sbagliamo strada un paio di volte finché non ritroviamo il sentiero che sale un po’ e si dirige verso una parete. Proprio in fondo in fondo finalmente scopriamo le famose Tombe Doriche.

Purtroppo sono molto rovinate a causa del tempo e soprattutto dell'acqua che poco alla volta scioglie questi monumenti. Nonostante tutto, sono le prime che vedo con la parte superiore a forma di timpano ancora contenente delle figure distinguibili, pur se rovinate.

La decorazione più chiara è una faccia tonda con un sorriso malizioso in cui i denti sono ancora ben visibili. Dopo oltre duemila anni devo fare i complimenti al suo dentista.
Beh, come primo giorno direi che possiamo ritenerci soddisfatti di queste antiche etruscherie.

Nessun commento:

Posta un commento