Finalmente sono qui. Non so quante volte ho sognato di visitare questa antica città.
Come previsto il biglietto si fa solo on line. Per evitare di imprecare davanti ai cancelli, lo facciamo la sera prima scegliendo come orario d'ingresso le 9 di mattina.
Essendo il B&B a duecento metri dai cancelli, ci presentiamo un po’ in anticipo. Non ci fanno entrare. Non c’è nessuno, ma non possiamo entrare. E se fossimo arrivati in ritardo? Lo stesso non ci avrebbero fatto entrare... 16 euro di biglietto valido un solo giorno...Chi ben comincia…
Nell’attesa veniamo avvicinati da una giovane guida che, mostrandoci il solito distintivo della regione (rigorosamente senza foto né dati personali) come se fosse il simbolo dello shogunato, ci propone il suo giro. Ovviamente applica gli stessi prezzi fissi come ad Herculaneum. Nemmeno un trust/cartello americano avrebbe fatto meglio!
Come l’altro giorno potremmo essere interessati alla visita guidata, ma non da soli. Restiamo d’accordo che quando trova altre persone ci richiama, e noi torneremo indietro per la visita assieme al gruppo.
Nel frattempo entriamo. Prima di arrivare all’anfiteatro veniamo nuovamente abbordati, stavolta da una guida abusiva che butta lì un prezzo decisamente migliore (tipo venti euro a testa). È sempre più dell’intero biglietto d’ingresso, meno della guida “ufficiale”. Noi però ci siamo messi d’accordo con la ragazza “ufficiale” che difatti sembra aver subodorato qualcosa e viene in nostro soccorso salutando il noto abusivo:
- Buongiorno Anto’!
Il tizio si dilegua.
Ingenuamente pensiamo allora che la ragazza abbia racimolato il gruppo. Ancora non ci è riuscita, voleva solo "salvarci" da Antò.
Speranzosi andiamo allora a vedere l’Anfiteatro che purtroppo è visitabile solo nell'arena dove si battevano i gladiatori. Né gli spalti né altre zone come i criptoportici sono accessibili. Se i Pink Floyd lo potessero vedere...Tornerebbero a suonare qui Careful with that axe, Eugene a tutto volume!
Tra l'altro, proprio sotto gli spalti sbarrati, si intravedono degli espositori della mostra fotografica (anche questa non accessibile) della visita dei Pink Floyd al sito, quando negli anni settanta vennero qui e suonarono Live at Pompeii.
Passiamo quindi al portico della Palestra Grande dove troviamo un’esposizione temporanea sui gioielli e intere pareti di affreschi strappati. Gioielli mozzafiato per Cassandra. Io mi accontento di alcuni affreschi incredibili che sembrano essere stati fatti nel Rinascimento.
Fuori di lì iniziamo a chiederci se la guida non si sia scordata di noi...
Va be’, non c'è problema. Ci scordiamo anche noi di lei e andiamo avanti con l’audio guida gratuita scaricata la sera prima. Non è la stessa cosa ovviamente, ma almeno non dobbiamo aspettarla all'infinito...
Non si farà più sentire per tutto il giorno.
Credo che la tattica di farci richiamare quando trova un gruppo non funzioni molto bene…
Finalmente entriamo nella prima domus: la Praedia di Giulia Felice. Vediamo cose notevoli, anche se il percorso non permette di esplorare tutti gli ambienti della casa.
Notiamo infatti che c’è un itinerario obbligato da seguire causa Covid e va in una sola direzione.
Per fortuna non c'è quasi nessuno. Quindi se mi fermo a fare foto non rischiamo di incrociare qualcuno o fare assembramenti.
Circolare, circolare, che le domus sono tante e voglio vederle tutte. E quando dico tutte, intendo tutte!!
Essendo Pompeii molto grande, ma la mia fame di archeologia ancora più grande, abbiamo prenotato ben due giorni il B&B, così oggi vedremo il grosso, domani finiremo con calma quello che manca. In ogni caso dovranno buttarmi fuori a calci all’orario di chiusura sia oggi che domani.
Passeggiamo quasi da soli per le vie lastricate, sembra di essere in una puntata di Quark.
In giro pochissimi turisti. Non è difficile affacciarci su lunghissime strade senza vedere nessuno all'orizzonte.
Quando usciamo da una domus troviamo spesso delle vie sbarrate da transenne. Seguiamo i punti principali segnati sulla mappa dell’applicazione, almeno per oggi. Abbiamo tantissimo da vedere e siamo solo all’inizio:
la Casa di Octavius Quartio, la Casa del Menandro con il suo portico, la Casa della nave Europa, la Casa degli Amanti, la Casa del Criptoportico dove scendiamo al livello sotterraneo e poi saliamo a quello superiore (unica domus visitabile per intero, tutte le altre lo saranno solo parzialmente).
Quando arriviamo al Teatro Piccolo e al Teatro Grande però li troviamo entrambi chiusi.
Anche durante il tragitto fatto per arrivare fin lì abbiamo incrociato diverse strade sbarrate e domus chiuse. Alcune lo erano per restauri, altre non si potevano vedere a causa di transenne che bloccavano l’accesso alla loro via.
Tutte queste deviazioni e sbarramenti a questo punto avrebbero dovuto farmi suonare un campanello d’allarme, ma infatuato dall’idea di moltissimi punti ancora da vedere, rimango sordo all'avviso.
Il Foro Triangolare, il Tempio Dorico, la Casa dei Cornelii e l’Orto Botanico. Li attraversiamo praticamente in solitaria perché i turisti presenti non sembra si siano addentrati fino a qui.
Iniziamo a sentire fame... Sono le due e mezza!
Andiamo a cercare un posto tranquillo dove mangiare il nostro pranzo tipico di questa settimana: bufala, pomodori e pane.
Troviamo quello che doveva essere un bar, chiuso ovviamente. Almeno ci sono posti a sedere e bagni.
Mangiamo comodamente e con calma, tanto è presto. Fino alle diciannove potremo vedere tutto, soprattutto considerando che non ci sono file per entrare nelle domus.
Mentre mangiamo incrocio un tizio che lavora chiaramente nel sito e gli chiedo un paio di indicazioni su dove andare prima. Lui mi guarda un pochino sorpreso e mi dice: “Le domus. Quelle che sono aperte, rimangono visitabili fino alle 16:20. Vi si può accedere solo fino alle 16.”
Guardo l’orologio. Sono le 15!
Non ho neanche il tempo di bestemmiare perché non voglio perdere tempo. Partiamo a razzo verso tutte le domus che riusciamo a vedere, Antiquarium compreso, in un'ora.
Il Tempio di Apollo, la Casa di Championnet, la Casa dei Mosaici Geometrici, le Terme Stabiane.
Fatte di corsa ma viste, poi ci perdiamo un po’ cercando il Lupanare. Lo troviamo ma è chiuso nonostante fosse indicato come aperto fino alle 16. Qui un’imprecazione sana a Giove mi parte.
Per fortuna c’è l’obiettivo finale della Villa dei Misteri verso cui ci dirigiamo.
Non riusciamo nemmeno ad arrivarci perché hanno chiuso l’intera Regio da cui si passa per accedervi.
Ora non mi trattengo più. Inizio a sbraitare una sfilza di improperi che potrebbero essere paragonati alle dodici fatiche di Ercole, talmente sono gli dèi chiamati in causa.
Ma come si fa a tenere chiuse le principali attrazioni di Pompeii???
Capisco il Covid, capisco qualche domus chiusa e il percorso obbligato per evitare assembramenti, ma questo no! Altro che Quark! Così mi sembra di essere finito nel cartone animato di Asterix, quando gli chiedono di procurarsi il lascia passare A38.
Tanto per non finire il tempo utile a imprecare, scappiamo a vedere le ultime domus aperte prima che chiudano. Inutile dire che, dovendo fare le cose di corsa, perdo quasi tutto l’entusiasmo che mi aveva animato. L'idea di tornare domani per vedere il resto della città evapora completamente dai miei pensieri.
Con la mappa in mano per non perderci ci concentriamo e riusciamo a vedere per un soffio la Casa degli Amorini Dorati, le Terme Suburbane e la Casa di Marco Lucrezio.
Per fortuna nella zona del Foro, la maggior parte degli edifici che vi si affacciano sarà visitabile anche dopo le 16, così mi anestetizzo per mezzo della macchina fotografica cercando di scattare la migliore foto della storia mai fatta a Pompeii.
Ovviamente non ci riesco, ma per lo meno dopo le 16 il sito si svuota e rimaniamo solo noi e pochissimi altri irriducibili. Siamo talmente pochi che a volte abbiamo l'illusione di essere soli in tutta la città.
Tra le domus più belle che non riusciremo a visitare, perché completamente chiuse, vanno segnalate Cave Canem, Casa del Fauno, il Thermopolium, i Granai del Foro e la Casa dell'Orso Ferito.
Le altre case non le voglio nemmeno elencare talmente sono arrabbiato, anche perché non ci siamo potuti passare nemmeno davanti.
Non rimane altro che andare verso l'uscita, sperando che l'Orto dei Fuggiaschi sia visitabile.
Per fortuna lo è.
Qui sono in mostra alcuni dei calchi più famosi della città che hanno contribuito a renderla mitologica.
Ritorniamo sui nostri passi con il sole che ormai ha calato il colore del tramonto sulle strade.
Dovevo farmi cacciare all'orario di chiusura… Invece non sono nemmeno le 18 e stiamo andando verso l'uscita, delusi e arrabbiati.
Non può finire così.
Mi guardo attorno, sebbene sia inutile. Non ci sono né turisti né addetti alla sicurezza (saranno usciti alle 16). Sposto una transenna ed entro in una zona tagliata completamente fuori dalla visita.
Sarà una mia mera impressione, ma in nemmeno un centinaio di metri incrociamo quattro o cinque domus, ovviamente sbarrate, che meriterebbero di essere viste.
Non ci entro. Non per ripicca, ma in questo momento ho deciso che ritornerò a Pompeii solo quando tutto sarà aperto. Adesso sarebbe inutile entrare in queste domus. Le voglio vedere con calma e senza fretta.
Continuiamo a scendere verso l'esterno della città e arriviamo a Porta Nocera, anch'essa sbarrata.
Al di là della transenna c'è la Necropoli dove scorgo qualche turista che si attarda come noi.
Superiamo le transenne per vedere le tombe: una piccola via Appia, con molte tombe ancora abbastanza integre.
Anche ad Ostia Antica c'è la Necropoli subito fuori le mura, ma non è
paragonabile a questa per stato di conservazione, pur essendo molto piccola.
Alla fine rimaniamo il più possibile a Pompeii, ma usciamo comunque prima, consapevoli di essere stati in un posto fantastico. Nonostante il biglietto salato, ci ha lasciato quell’amara sensazione che si ha quando si vede un film meraviglioso al cinema, magari un film di circa tre ore, che quando arrivi alla fine scopri che è solo l'inizio di una trilogia...
Varcando le porte per uscire dal sito mi faccio una promessa e lancio una minaccia: torneremo!
Nessun commento:
Posta un commento