lunedì 16 agosto 2021

La reggia di Caserta

Era da tanto tempo che volevo fare questa settimana di esplorazione dei vari siti archeologici attorno al Vesuvio, ma finora non si era mai presentata l'occasione. Considerando che siamo ai primi di maggio pensavamo di aver scelto il momento ideale per vedere dei posti solitamente affollatissimi: saremo quasi da soli! Effettivamente è sempre stato così, ma con dei risvolti negativi che non ci aspettavamo.

Appena hanno aperto alla possibilità di muoversi tra regioni dello stesso colore, come dei carrarmatini di Risiko abbiamo spostato le nostre armate in Campania. Senza pensarci due volte, la nostra prima meta designata è stata la reggia di Caserta.

Nonostante la primavera, il sole si fa sentire. La sua luce è quasi accecante. Trovato un comodo parcheggio proprio accanto alla Reggia, ci incamminiamo verso la biglietteria. Come speravamo non c’è nessuno in coda, ma non è perché siamo a maggio: il biglietto si può fare solo on-line.

Armati di pazienza tentiamo di prendere la scarsa linea internet col telefono e dopo solo venti minuti, (poteva andare peggio), riusciamo ad acquistare due semplici biglietti e ad entrare.

Prima d'ora conoscevo la grande residenza dei Borboni solo grazie a qualche ripresa cinematografica che ho visto in rievocazioni storiche e film di fantascienza, ma in realtà c'è molto di più da vedere.


La residenza è veramente grande. Nonostante ne sia visitabile solo una piccola parte rispetto alla sua smisurata dimensione, ci mettiamo più di due ore a vedere l'interno, giusto il tempo per farci venire fame e uscire nell'immenso parco dove andiamo a consumare un panino (anche se non si potrebbe poiché i pic nic nei Giardini della Reggia sono stati vietati).

Considerando le nostre abitudini vagabonde, non ci fermiamo neanche per pranzo e con il panino in mano proseguiamo l'esplorazione. La scelta si rivela azzeccata perché quando arriviamo al Casino dei giochi, nascosto nella parte sinistra del parco, facciamo appena in tempo ad entrarci prima che chiuda.

Si tratta di una torre a due piani, circondata da un fossato pieno di acqua e pesci enormi. Il fossato circonda anche un piccolo giardino soprelevato in cui i figli dei sovrani si divertivano a passare le loro giornate giocando. Lo possiamo solo esplorare velocemente, ma non si fa fatica a immaginare quanto si possano essere divertiti i bambini in questo piccolo parco giochi.

Fuori del Casino ritorniamo sul viale principale del parco che dalla Reggia sale verso l'alto per circa tre chilometri. Inutile dire che sarebbe un posto perfetto per correrci e, difatti nonostante il gran caldo e l'ora ancora postprandiana, di runner se ne vede qualcuno. Sembra che una volta chi abitava da queste parti potesse liberamente entrare a fare jogging nella regale cornice. 

Ora invece possono farlo pagando una quota simbolica: in pratica stipulano un abbonamento mensile che dà loro libero accesso al parco per potersi allenare. Se non mi allenassi già in un luogo altrettanto bello, il Parco degli Acquedotti, forse un po’ li invidierei.

A metà strada inizia una leggera salita arricchita da grandi vasche centrali per rinfrescare la passeggiata. Anche qui nuotano dei pesci, sempre di dimensioni direttamente proporzionali ai giardini. Tra una foto a una fontana e l'altra arriviamo in cima, dove sulla sinistra dell'ultima grande fontana con cascata c'è la piccola stazione dei bus navetta. Chi non ce la fa a camminare fin qui può infatti fare il biglietto e farsi portare.

Sulla destra invece si entra nei giardini all'inglese, dove una volta c'era una scuola di botanica. In questa parte del parco si trovano, disseminate un po’ ovunque, strane e rare piante provenienti da tutto il mondo conosciuto in quei tempi. Ci sono anche strutture ideate sull'idea di finti ruderi romani, laghetti con ninfei, cascatelle, piccoli templi, insomma un luogo immaginato e costruito per l'ozio e il relax dei regnanti, che in alcuni casi devo ammettere essere ancora molto belli.

Visto tutto quello che c'era da vedere torniamo su all'ingresso e ridiscendiamo per avviarci all'uscita.

A metà strada però ci fermiamo anche noi all'ombra perché dobbiamo ancora capire dove dormiremo questa notte. L'idea è di andare a Ercolano.

Non ci impieghiamo troppo a trovare una struttura. In questo periodo c'è tutta la disponibilità che vogliamo per cui ne scegliamo una vicina agli scavi archeologici che ha perfino il parcheggio interno, giusto per non farci mancare nulla.

Da domani si torna indietro fino il 79 d.c.

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