Era
da tanto tempo che volevo fare questa settimana di esplorazione dei vari siti
archeologici attorno al Vesuvio, ma finora non si era mai presentata
l'occasione. Considerando
che siamo ai primi di maggio pensavamo di aver scelto il momento ideale per
vedere dei posti solitamente affollatissimi: saremo quasi da soli!
Effettivamente è sempre stato così, ma con dei risvolti negativi che non ci
aspettavamo.
Appena
hanno aperto alla possibilità di muoversi tra regioni dello stesso colore, come
dei carrarmatini di Risiko abbiamo spostato le nostre armate in Campania. Senza
pensarci due volte, la nostra prima meta designata è stata la reggia di
Caserta.
Nonostante
la primavera, il sole si fa sentire. La sua luce è quasi accecante. Trovato un
comodo parcheggio proprio accanto alla Reggia, ci incamminiamo verso la
biglietteria. Come speravamo non c’è nessuno in coda, ma non è perché siamo a
maggio: il biglietto si può fare solo on-line.
Armati
di pazienza tentiamo di prendere la scarsa linea internet col telefono e dopo
solo venti minuti, (poteva andare peggio), riusciamo ad acquistare due semplici
biglietti e ad entrare.
Prima
d'ora conoscevo la grande residenza dei Borboni solo grazie a qualche ripresa
cinematografica che ho visto in rievocazioni storiche e film di fantascienza,
ma in realtà c'è molto di più da vedere.
La
residenza è veramente grande. Nonostante ne sia visitabile solo una piccola
parte rispetto alla sua smisurata dimensione, ci mettiamo più di due ore a
vedere l'interno, giusto il tempo per farci venire fame e uscire nell'immenso
parco dove andiamo a consumare un panino (anche se non si potrebbe poiché i pic
nic nei Giardini della Reggia sono stati vietati).
Considerando
le nostre abitudini vagabonde, non ci fermiamo neanche per pranzo e con il
panino in mano proseguiamo l'esplorazione. La scelta si rivela azzeccata perché
quando arriviamo al Casino dei giochi, nascosto nella parte sinistra del parco,
facciamo appena in tempo ad entrarci prima che chiuda.
Si
tratta di una torre a due piani, circondata da un fossato pieno di acqua e
pesci enormi. Il fossato circonda anche un piccolo giardino soprelevato in cui
i figli dei sovrani si divertivano a passare le loro giornate giocando. Lo
possiamo solo esplorare velocemente, ma non si fa fatica a immaginare quanto si
possano essere divertiti i bambini in questo piccolo parco giochi.
Fuori
del Casino ritorniamo sul viale principale del parco che dalla Reggia sale
verso l'alto per circa tre chilometri. Inutile dire che sarebbe un posto
perfetto per correrci e, difatti nonostante il gran caldo e l'ora ancora
postprandiana, di runner se ne vede qualcuno. Sembra che una volta chi abitava
da queste parti potesse liberamente entrare a fare jogging nella regale
cornice.
Ora invece possono farlo pagando una quota simbolica: in pratica
stipulano un abbonamento mensile che dà loro libero accesso al parco per
potersi allenare. Se non mi allenassi già in un luogo altrettanto bello, il Parco
degli Acquedotti, forse un po’ li invidierei.
A
metà strada inizia una leggera salita arricchita da grandi vasche centrali per
rinfrescare la passeggiata. Anche qui nuotano dei pesci, sempre di dimensioni
direttamente proporzionali ai giardini. Tra una foto a una fontana e l'altra
arriviamo in cima, dove sulla sinistra dell'ultima grande fontana con cascata
c'è la piccola stazione dei bus navetta. Chi non ce la fa a camminare fin qui
può infatti fare il biglietto e farsi portare.
Sulla
destra invece si entra nei giardini all'inglese, dove una volta c'era una
scuola di botanica. In questa parte del parco si trovano, disseminate un po’
ovunque, strane e rare piante provenienti da tutto il mondo conosciuto in quei
tempi. Ci sono anche strutture ideate sull'idea di finti ruderi romani,
laghetti con ninfei, cascatelle, piccoli templi, insomma un luogo immaginato e
costruito per l'ozio e il relax dei regnanti, che in alcuni casi devo ammettere
essere ancora molto belli.
Visto
tutto quello che c'era da vedere torniamo su all'ingresso e ridiscendiamo per
avviarci all'uscita.
A
metà strada però ci fermiamo anche noi all'ombra perché dobbiamo ancora capire
dove dormiremo questa notte. L'idea è di andare a Ercolano.
Non
ci impieghiamo troppo a trovare una struttura. In questo periodo c'è tutta la
disponibilità che vogliamo per cui ne scegliamo una vicina agli scavi
archeologici che ha perfino il parcheggio interno, giusto per non farci mancare
nulla.
Da
domani si torna indietro fino il 79 d.c.
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